Sono soprattutto gli italiani a rivolgersi ai Centri di ascolto
24 Ottobre 2014
Il rapporto annuale sulla povertà delle Caritas diocesane della regione Friuli Venezia Giulia rileva i dati delle persone che si rivolgono ai Centri di Ascolto della Caritas presenti sul territorio regionale. Questo rapporto illustra alcuni dati dei Centri di Ascolto parrocchiali approfondendo poi l’attività svolta dai Centri di ascolto diocesani. Il report non vuole essere l’analisi della povertà presente nella nostra Regione, ma descrivere dietro ai numeri i volti e le storie di vita di coloro che si rivolgono ai Centri di Ascolto. Nel 2013 si sono rivolti ai punti di ascolto della Caritas presenti in Friuli Venezia Giulia 4.900 persone di cui 2.991 ai Centri di Ascolto diocesani (CdA). In particolare di queste 2.991 persone il 56,6% sono maschi. La componente di cittadinanza italiana, pari al 62,7%, supera la componente formata dai cittadini stranieri. Nelle diocesi di Udine e Pordenone i ghanesi sono la popolazione straniera più frequente mentre a Trieste e Udine la cittadinanza degli immigrati più presenti sono quelle dell’Est Europa e dei vicini Balcani. Analizzando l’età degli italiani, che si rivolgono al CdA, la maggioranza ha più di 41 anni e ben il 26% ha più di 50 anni. Quasi il 62% di coloro che si rivolgono al CdA sono disoccupati e si rileva una percentuale ancor più elevata di persone che hanno problemi economici, pari al’82%. Le persone senza abitazione rivoltesi ai CdA sono pari al 3% per gli italiani e al 7% tra gli stranieri.
Nella diocesi di GoriziaNel corso dell’anno 2013 si sono rivolte ai Centri di Ascolto parrocchiali 523 persone: di queste, il 52% erano cittadini italiani. La leggera prevalenza dei cittadini italiani sugli immigrati si troverà anche analizzando i dati riguardanti le persone che si sono rivolte al CdA diocesano. Il 51% delle persone incontrate dai punti di ascolto delle Caritas parrocchiali erano uomini.Approfondendo i dati del Centro di Ascolto diocesano nell’anno 2013 sono state 425 le persone che si sono rivolte al CdA di Gorizia. La maggioranza degli utenti del CdA goriziano è di genere maschile, per una percentuale pari al 69%. Permane la prevalenza degli italiani: 216 contro i 208 stranieri.L’analisi dei dati sul disagio incontrato dal CdA di Gorizia durante l’anno 2013 conferma alcune tendenze già evidenziate nei report degli anni precedenti. La solitudine rimane il dato che caratterizza le storie di vita che sono state ascoltate dagli operatori e dai volontari del CdA isontino. Ogni 2 donne italiane, una vive sola con figli a carico e ogni 2 uomini italiani, uno vive solo. Tra i migranti la solitudine è data dall’assenza delle reti di protezione della famiglia di origine, che è, invece, presente abbastanza frequentemente tra i cittadini italiani. La rete di supporto formata dalle forti relazioni tra connazionali sembrerebbe riuscire a coprire solo in parte la mancanza del sostegno della famiglia di origine. In un contesto macroeconomico in cui la crisi economica perdura (lo conferma la percentuale di disoccupati in Provincia di Gorizia, che è cresciuta dal 6,4% del 2011, all’8% del 2013) coloro che vivono una situazione di solitudine più difficilmente riescono a fronteggiare gli effetti negativi della crisi. Per quanto riguarda le donne che vivono sole con figli sembrerebbe che la loro capacità di resilienza sia ancora più bassa. In termini assoluti il numero di italiane che vivono sole con figli è cresciuto, passando dalle 21 donne dell’anno 2012, alle 34 del 2013. Il peggioramento della condizione economica e del mercato del lavoro nel territorio provinciale ha avuto anche come effetto l’aumento delle persone disoccupate: nel 2012 il 57% dell’utenza era disoccupato, mentre nel 2013 era il 63%. In termini assoluti il CdA goriziano ha incontrato 220 disoccupati nel 2012, mentre nel 2013 erano 264. Permane la grossa difficoltà di ricollocamento lavorativo per le persone over 40 espulse dal mercato del lavoro. La classe di età più frequente tra i cittadini italiani rivoltisi al CdA goriziano è quella tra i 41 e i 60 anni, pari al 58%. La crisi economica sembra aver creato una nuova tipologia di povertà: i disoccupati che hanno un’età compresa tra i 40 e i 60 anni. Queste persone data la loro età non hanno ancora diritto a percepire la pensione, ma purtroppo avranno anche difficoltà a ottenere un altro posto di lavoro. Nel corso dell’anno 2013 l’80% delle persone rivoltesi al CdA goriziano aveva un problema legato al reddito. In particolare nel corso del 2013 sono 188 le persone che non avevano alcuna fonte reddituale, pari al 44% di coloro che si sono rivolti al CdA di Gorizia.Analizzando gli interventi erogati dal CdA di Gorizia nel corso del 2013 si deve rilevare che il 63% delle persone che si sono rivolte al CdA, pari a 267 persone, ha ottenuto un intervento di natura economico-finanziaria. A richiederlo sono state 302 persone, pari al 71% dell’utenza totale. La richiesta di erogazione di beni e servizi rimane, come l’anno scorso, il secondo intervento più frequente tra quelli chiesti ai volontari e operatori del CdA di Gorizia. I beni e servizi materiali sono stati erogati al 33% delle persone rivoltesi al CdA Isontino, pari a 142 persone. A richiedere questo intervento erano 149 persone. Il perdurare della crisi economica mette anche in difficoltà la capacità del CdA di rispondere alla domanda di sostegno che le persone in difficoltà economica e sociale pongono ai volontari e agli operatori. Crescono, infatti, in termini assoluti e relativi le persone che ottengono una risposta negata, passando dalle 36 del 2012, pari all’8,4% di coloro che si erano rivolti al CdA, alle 68 persone del 2013, pari al 16% di coloro che si sono rivolti al CdA.
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