Accoglienza
28 Novembre 2014
Accogliere le persone che hanno una cultura, una religione o un’appartenenza sociale diversa della nostra ci fa paura, perché mette in crisi le nostre certezze, le nostre sicurezze sociali ed economiche. Il tema dell’accoglienza diventa più spinoso in questo tempo in cui la crisi economica sta pungendo in modo forte e fa scivolare le famiglie nella povertà. L’inclusione nella comunità è stata un problema aperto anche per la prima comunità cristiana di Roma. Il dilemma era se accogliere o meno nella comunità cristiana coloro che volevano battezzarsi e provenivano dal paganesimo. Gli ebrei convertiti al cristianesimo non volevano includere nella loro comunità cristiana i gentili, perché mettevano in dubbio le certezze nelle relazioni che si sono create all’interno della piccola prima comunità cristiana di Roma. L’apostolo delle genti chiede di osare l’inclusione superando le paure del venir meno delle sicurezze. Allo stesso modo anche noi dobbiamo osare l’accoglienza dei profughi anche in un momento di difficoltà economica, come l’attuale, perché la non accoglienza non risolverà i problemi economici delle tante famiglie impoverite a causa della crisi. In questo momento difficile dovremo osare di più la solidarietà verso tutti. In particolar modo si potrebbe chiedere a coloro che non hanno risentito della crisi economica (soprattutto se cristiani) uno sforzo maggiore in termini di solidarietà verso coloro che sono impoveriti dalla crisi economica e verso chi arriva da lontano scappando da guerre e persecuzioni. Un ulteriore sforzo dei più forti per sostenere i più deboli potrebbe creare inclusione verso le famiglie coinvolte nella congiuntura attuale e l’accoglienza di coloro che arrivano dai Paesi dove ci sono conflitti ancora accesi. Le nostre parrocchie devono giocare un ruolo importante come ha detto Papa Francesco: “La comunità cristiana si impegna in modo concreto perché non ci sia scontro, ma incontro”.Questo lo chiede Colui di cui celebriamo il Suo primo avvento nell’attesa della sua venuta finale nel mondo. Proprio Lui che nel suo primo avvento non è stato accolto da re Erode e dal suo popolo, perché chiusi nella loro paura di perdere potere e ricchezza. Noi speriamo, invece, che nella sua venuta finale ci trovi vigilanti e attenti ai bisogni dei nostri fratelli, perché sappiamo che ci dirà: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me” (Mt. 25,46)
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