La natura non è in mano all’uomo
30 Novembre 2014
Proprio per ricordare le sue ataviche radici contadine, la giornata del ringraziamento viene annualmente riproposta a Romans, dalla locale sezione della Coldiretti, in coda alla Fiera di Santa Elisabetta, assunta come icona per rappresentare al meglio e come massima espressione le origini rurali del paese. Una giornata che come di consueto si è ispirata ai valori umani e sociali che appartengono alla gente dei campi, unendo la loro religiosità ai temi che l’agricoltura deve affrontare costantemente in questi tempi, in cui la globalizzazione sta disperdendo il patrimonio storico, culturale e professionale del mondo agricolo locale, così come vengono oscurati i prodotti e le specialità della nostra produzione terriera, in un contesto molto ampio, che contraddistinguono ed arricchiscono il nostro territorio ed i nostri coltivatori. Lo ha sottolineato anche l’arcivescovo emerito mons. Dino De Antoni, nel corso della messa solenne concelebrata nella parrocchiale gremita di fedeli, assieme al parroco di Romans, mons. Carletti e al diacono Pietro, con l’accompagnamento del coro parrocchiale, che a fine messa ha intonato il Te deum di lode al Signore, mentre in precedenza erano stati portati all’altare i frutti della terra. Nella sua omelia, infatti, mons. De Antoni, al cospetto del sindaco Davide Furlan, che sedeva in prima fila, dopo aver fatto presente che la natura non è in mano all’uomo, ha richiamato ad una maggior attenzione nei confronti della qualità dei prodotti senza pensare unicamente alla quantità per soddisfare le esigenze del mondo della finanza, che comanda l’agricoltura togliendola dalle mani di chi lavora la terra. De Antoni ha richiamato poi ad una maggior cura e rispetto del territorio per salvaguardare l’agricoltura, denunciando che ogni giorno nel mondo viene cementificata un’area vasta come la Lombardia, per poi sentenziare che di questo passo non ci sarà più spazio per la produzione agricola con cui rifornire il mondo di cibo. L’arcivescovo emerito ha pure ricordato che la gente che lavora nei campi è portatrice di valori relazionali che si trasformano in quella solidarietà che si sta disperdendo. De Antoni ha concluso il suo intervento richiamando tutti al consumo e alla valorizzazione dei prodotti locali e alla lotta allo spreco del cibo, che lo toglie a chi non ce l’ha. Al termine del rito religioso, dopo la consegna della tradizionale bottiglietta di vino celebrativo a quanto hanno assistito alla messa, De Antoni è salito sul calesse guidato da Diego Toso e Lucio Donda, per impartire la benedizione religiosa ai mezzi agricoli allineati per l’occasione lungo via Raccogliano, concedendosi poi un giretto per le vie dl paese, salutato dalla gente. I coltivatori locali, col suo presidente Enzo Bernandel, si sono quindi raccolti nella sala sul campo san Sebastiano, per il consueto incontro con le autorità e la Coldiretti provinciale, rappresentata per l’occasione da Paolo Cappelli, prima del tradizionale pranzo.
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