L’IRC? Un’ora dove in classe si discute e si confrontano le idee
8 Febbraio 2015
All’Istituto Comprensivo G.I. Ascoli di Gorizia continua l’attività sul tema “Religione a scuola”. Ad esprimere le loro opinioni sono stati questa volta i ragazzi delle sezioni D ed E, che si sono confrontati attraverso un ventaglio di domande sulla base delle quali hanno potuto costruire le loro riflessioni. Si tratta, ancora una volta, di riposte semplici, spontanee, ma non per questo poco significative. Anzi. La naturalezza delle risposte hanno permesso di ricostruire uno spaccato realistico su come gli studenti della Secondaria di primo grado vedono la religione a scuola. Il punto di forza del lavoro è stata appunto la genuinità dei ragazzi, ai quali è stato chiesto di esprimersi in modo sincero e in forma scritta anonima. Si è prestata particolare attenzione a non urtare le diverse sensibilità e a non creare alcuna tensione o contrapposizione tra i due gruppi degli avvalentesi e dei non avvalentesi IRC, rimarcando sin da subito, in classe, il dovuto rispetto per entrambe le scelte e per chi le compie. Essendo poi questo lavoro rivolto a coloro che nel corso di quest’anno scolastico stanno frequentando l’IRC, le risposte raccolte non possono fungere da campione esaustivo di tutta la comunità scolastica. Inoltre, tenuto conto dell’età degli studenti, c’è da mettere in preventivo anche una certa estemporaneità in molte delle affermazioni. Ad ogni modo, le provocazioni rivolte ai ragazzi hanno permesso una successiva riflessione in piccoli gruppi e una ulteriore a classe riunita, che possiamo dire proficua. E’ stata l’occasione anche per chiarire alcuni snodi specifici, quali la differenza tra IRC e catechismo, il grado di confessionalità dell’IRC, o ancora la possibilità per i non credenti o per gli appartenenti ad altre fedi, di partecipare all’ “ora di religione”. Temi, questi, su cui spesso anche gli adulti sono confusi. Che cos’è l’ora di religione? Perché, secondo te, si fa religione a scuola? Che cosa hai imparato (anche negli anni passati, a partire dalla Primaria) grazie all’ora di religione? Che cosa cambieresti dell’IRC? Come dovrebbe essere l’insegnante di religione? Quali sono gli argomenti che ti sembrano più importanti da affrontare durante l’IRC? Se tu fossi l’insegnante di religione, che attività proporresti ai tuoi compagni? Queste le domande su cui i ragazzi si sono espressi. Per esigenza di sintesi si riportano qui sono una parte delle risposte, già corrette nella sintassi. L’IRC vista dai ragazziUn primo filone di riflessione che i ragazzi hanno sviluppato verte sulla descrizione sommaria da parte dei ragazzi dell’IRC. “A religione si parla, ci si confronta, si lavora […]” (2E). “Si conosce la Bibbia, i Vangeli e la storia dei Gesù” (2D). “Si impara ciò che è scritto nella Bibbia e ciò che succede nel mondo a causa della religione” (3D).”Secondo me l’IRC è un’ora dove si discute e si confrontano le idee. E’ un’ora molto interessante dove si parla e si conversa sui vari pareri di tutti. L’ora di IRC aiuta a crescere, sia come credente sia come persona. Vorrei che ci fossero più ore di religione … mi piacerebbe!” (2E). “L’ora di religione è la mia preferita perché è l’unica nella quale si può parlare liberamente e riflettere insieme al prof ed ai compagni. Queste cose non si possono fare nelle altre ore […] (2E).Ancora: “La religione è una materia interessante ma dovrebbe avere più spazio per l’attualità e per l’approfondimento di altre religioni” (3E). “Si parla anche dei problemi dei ragazzi e del bullismo” (2D). “Durante l’ora si fanno anche dei giochi” (3D). C’e pure una voce fuori dal coro: “Religione non serve a niente, perché secondo me nella vita non serve sapere dove è nato Gesù o chi è Dio, serve un mestiere per poter farsi soldi e vivere bene” (3D). In genere, però, sembra che vi sia consapevolezza sul ruolo che l’IRC offre nella conoscenza delle esperienze religiose anche diverse da quella cristiana e del ruolo che può avere nel contribuire al dialogo interreligioso. “Durante l’ora di religione si parla delle varie culture di altre religioni”. (2D). “E’ molto stimolante il dialogo. E’ bello parlare non solo della nostra religione ma anche delle altre” (2D). “E giusto che qualcuno, anche se è musulmano, rimanga in classe. Fa bene a restare” (3D). Un altro afferma “della nostra religione si sa ma delle altre religioni non si sa ancora niente” (3D). “L’IRC serve per conoscerci meglio. Se andiamo in altri paesi, capiamo le loro tradizioni” (1D). Una risposta riporta: “La religione a scuola non dovrebbe influire nella mente degli alunni con messaggi troppo religiosi […]” (3E). Interpretando, probabilmente lo studente vuole sottolineare la legittima differenza tra la frequentazione dell’IRC e l’adesione personale alla fede cristiana. Conclude infatti lo studente “la religione a scuola deve rispettare il pensiero altrui”. Diverse le opinioni dei giovani sul ruolo dell’IdR. Secondo me con l’insegnante di religione si deve poter parlare, ognuno deve poter dire quello che pensa” (3E). “L’insegnante di religione dovrebbe ascoltare le problematiche dei ragazzi e cercare di aiutarli in qualche modo” (3E). L’insegnante di religione dovrebbe saper aiutare i ragazzi e contemporaneamente saper mantenere la classe” (2D). “L’insegnante di religione… deve essere d’esempio”! (2D). “Se diventassi un prof di religione vorrei riuscire a capire i ragazzi aiutandoli […]” (3D). “L’insegnante di religione dovrebbe essere aperto/a agli alunni, farli ragionare sul mondo, sul futuro, sui problemi della crisi e del mondo intero” (3D). Infine: “L’insegnante non deve solo dare voti”! (1D). La ricerca del divertimentoFrequenti le risposte che vertono, in un modo nell’altro, sulla ricerca del “divertimento”. “Mi diverto”, “mi vorrei divertire di più”, “la lezione dovrebbe essere divertente” sembrano live-motive costanti. Ci sono però anche interventi che vanno più in profondità: “l’IRC aiuta a riflettere sulla vita” (2E). “La religione a scuola è importante perché aiuta ci a riflettere e a trovare risposte ad alcune domande (2D). E’ importante perché aiuta a scoprire un altro lato della vita” (2D). “E’ anche un modo per socializzare” (1D). “Per noi l’IRC è una conoscenza in più, ci aiuta a crescere” (2E). Significativa l’affermazione di un “primino”: “rispetto a tutte le altre materie, ti dà un aspetto più umano” (1D). La questione dell’alternativaEmerge nelle risposte la questione dell’alternativa. Sono i ragazzi stessi a dire in più occasioni “sarebbe giusto nei confronti di chi fa religione che quando c’è quest’ora, gli alunni che non seguono la lezione di religione, seguano un’altra lezione” (2E). Molti riportano: “secondo me chi non fa IRC, lo fa per mancanza di voglia. Pensano: perché fare un’ora in più se posso restare a casa?” (2E). “Alcuni scelgono l’alternativa perché sono di religione diversa o perché vogliono studiare di meno oppure perché hanno paura di prendere un voto basso nelle verifiche. Vedo alunni che non fanno religione ma vanno in Chiesa e fanno catechismo. Inoltre alcuni che fanno alternativa dicono che non è importante la religione” (3E). “Secondo me alcuni decidono di non avvalersi per convenienza; alcuni invece lo fanno per seguire l’amico che non si avvale” (2D). Dalla gran parte delle risposte sembrerebbe (il condizionale è più che mai d’obbligo!) che, per alcuni dei non avvalentesi, più che per disinteresse nei confronti del fenomeno religioso, la scelta di non aderire sia dettata dall’accattivante possibilità di “fare un’ora di lezione in meno” (2D). D’altra parte, a più voci tutti ribadiscono che “è giusto che ognuno abbia un’idea propria, se fare religione o no” (2D). La possibilità di avvalersi o meno, del tutto necessaria per rispettare le diverse sensibilità, è tuttavia vissuta da alcuni come un’eccezione. In un caso uno studente aggiunge, in nota, al termine della sua risposta: “bisognerebbe che durante l’ora di religione ci fosse un prof. che riunisca insieme tutti i ragazzi, anche se non fanno religione” (3E). I ragazzi sembrano aver lavorato con impegno nella stesura di questa loro riflessione sull’IRC, stimolati dalla possibilità offerta di esprimersi liberamente e dalla speranza che le proprie opinioni possano esser pubblicate. Rispetto alcuni che affermano “trovo che l’IRC vada bene così com’è” (2E), altri si sentono invece di offrire a tutti le loro idee per un miglioramento. “Bisognerebbe lasciare agli studenti scegliere gli argomenti su cui riflettere” (3D). “Ci piace adottare un tipo di lezione diverso dal solito, ovvero tutti seduti in cerchio. […]” (3E). Suggerimenti praticiAltri colgono l’occasione per aggiungere altre considerazioni che rispecchiano aspirazioni più pratiche: “la religione potrebbe essere una materia interessante facendo più uscite scolastiche nei luoghi religiosi” (3E). “Ci vogliono lezioni diverse, alternative, multimediali” (2D). “Si potrebbe guardare film ogni volta” (2D). “Più LIM (lavagne luminose) nelle classi e altri strumenti multimediali farebbero comodo anche all’ora di IRC” (2E); “sarebbe meglio avere un tablet al posto del libro e dei quaderni di religione” (2E). Al di là delle singole esternazioni, i giovani testimonial sembrano cogliere l’importanza dell’IRC, in particolare nell’ottica di un futuro multiculturale. Comprendono e affermano, a modo loro, l’importanza della cultura religiosa, ma anche di un insegnamento che deve trascendere la sola conoscenza e rivolgersi all’uomo nella sua integrità. In buona parte sembrano intuire l’apertura mentale e spirituale che l’approfondimento della dimensione di fede può favorire. Negli interventi più meditati si legge, tra le righe, l’esigenza di un’immersione nella sfera dell’esistenziale, altrimenti preclusa nel mondo della scuola. Un episodio piacevole a mattina quasi terminata. Al suono della campanella, uno studente un po’ più introverso, prima di andarsene si ferma e ci tiene a dire la sua: “Noi ragazzi siamo come i telefonini. Non sempre siamo carichi al 100%. Gli insegnanti devono capire che a volte abbiamo le batterie scariche e ci dobbiamo ricaricare per ripartire!”. Poi, soddisfatto, prende la cartella, saluta e se ne va. *IRC – Ist. Compr. “G. Ascoli” Gorizia
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