Peccato è non approfittare di quanto l’essere cristiano offre alla persona
8 Febbraio 2015
Martedì 27 gennaio, giornata della memoria, il vescovo è stato accolto dal consiglio pastorale parrocchiale in canonica. Ad aprire l’incontro è stato il parroco don Enzo che ha dato il benvenuto e ha presentato brevemente al vescovo la comunità di Turriaco. Alcuni membri del consiglio pastorale hanno poi descritto diversi aspetti della comunità, criticità e positività della stessa, soffermandosi soprattutto sulla difficoltà del coinvolgimento delle famiglie giovani e dei ragazzi.Monsignor Redaelli ha ascoltato le varie considerazioni e ha esordito con una riflessione molto precisa e indiscutibilmente attuale: “Il momento è certo difficile – ha affermato – perché non viviamo più in un contesto cristiano, la catechesi è diventata un’ora di scuola nonostante le innovazioni didattiche a essa apportate. I ragazzi, oggi, hanno modo di avere un sacco di opportunità, possono permettersi di scegliere cosa fare e il cammino cristiano non è una scelta avvincente.” Il vescovo ha sottolineato come sia importante dunque intessere una rete di relazioni umane che spingano e facciano convergere verso il centro della comunità parrocchiale. “Viviamo in un mondo di emozioni e su di esse bisogna puntare. Pertanto il contatto umano è fondamentale.” Ha ribadito. Non solo, ha sottolineato poi l’importanza della collaborazione con le parrocchie vicine per un’offerta qualitativa migliore, l’importanza di insistere sul dopo cresima per tenere i ragazzi vicini alla parrocchia, necessità strettamente legata alla qualità dell’animazione: “Non ci si improvvisa animatori, è necessario avere determinate competenze e una formazione ben delineata dal punto di vista educativo e umano”. Il parroco don Enzo, in relazione al concetto di rete esposto dal vescovo, ha messo in luce l’effettivo suo coinvolgimento personale nella realtà associativa locale, tessuto sociale forte e ben delineato in paese, e la positività che sente da questa sua posizione. L’incontro si è concluso poi con un momento di convivialità.È stato molto interessante poter esporre la quotidianità della parrocchia a chi è alla guida della nostra diocesi, ma soprattutto ascoltare la sua riflessione in merito alle questioni proposte e confrontarsi, in una discussione molto aperta, sullo storico rapporto tra società e chiesa: tale rapporto oggi, a differenza di qualche decennio fa, si gioca su più piani, ma soprattutto a una distanza che, per svariate problematiche, è notevolmente maggiore. Tale gap però può essere colmato con pazienza, attenzione, partecipazione, ma soprattutto facendo passare il messaggio che essere cristiani, vero, è impegnativo, ma è anche bello, avvincente e non provandolo si perde sicuramente qualcosa!
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