Marina Julia: incuria e degrado solo stagionali o permanenti?
22 Febbraio 2015
All’arrivo la sorpresa: dov’è finita la Marina Julia di una volta?Il parcheggio è mal tenuto, circondato da negozi chiusi, la maggior parte per cessata attività e i condomini sono “stati lasciati andare”. Nonostante l’impressione iniziale, via verso la spiaggia sentendomi già in vacanza con la mente, ma le cose cambiano non appena scendo la scalinata di ingresso. Va bene che siamo ancora in inverno ma l’incuria è totale. Le stradine che portano alle villette sono circondate da arbusti, alberi caduti e canneti. Sembra di essere in un’oasi avifaunistica, peccato che quelle case stanno a testimoniare che quella dovrebbe essere una zona residenziale. Il quartiere nel complesso appare desolato, infatti solo 9 dei 25 negozi presenti sono aperti, o meglio, lo saranno durante la stagione turistica (maggio-settembre). Nonostante ciò, la spiaggia paga le tasse come un’altra qualsiasi spiaggia italiana. Sembra di visitare una vecchia cittadina del West. Si può considerare un generale degrado periferico. Nel piccolo “centro” i passanti si possono contare sulle dita di una mano, eppure le case sono abitate e i parcheggi dei condomini ospitano diverse macchine. È diventata quasi un “quartiere dormitorio”, mentre un tempo c’era vita e venivano organizzati diversi eventi (ad esempio manifestazioni e concerti). Marina Julia durante l’estate si riempie di turisti, sia italiani che stranieri, come denota la presenza del centro estivo “Natura Freund” che ospita una cinquantina di ragazzi austriaci ogni due settimane, mentre d’inverno va in letargo, spegnendosi completamente. La mia domanda che sorge spontanea è: come fanno a vivere i residenti durante l’anno, vista l’assenza di negozi per soddisfare i bisogni primari. Un giornalaio, una farmacia… i cittadini sono costretti a dover raggiungere Monfalcone centro o i centri commerciali per poter trovare quanto di immediata necessità. Ai “tempi d’oro” il numero di bagnanti durante la stagione estiva era intorno a circa 200.000, ora invece l’affluenza è notevolmente diminuita visto il pericolo di inquinamento delle acque che ogni anno incombe e allarma non solo i turisti. Quando è ora di tornare a casa, il visitatore se ne va amareggiato: guarda la sola lunga aiuola curata che fa da spartitraffico in uscita da questa frazione monfalconese e si chiede se è tanto difficile dare a tutto il quartiere un aspetto più dignitoso. Da qualche parte bisognerà pur cominciare. Ma a chi spetta il dovere di cominciare?
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