Ritorna il prestito della speranza
5 Marzo 2015
A partire dal 2 marzo, attraverso la rete delle Caritas diocesane, viene proposto su tutto il territorio nazionale, nelle filiali specializzate del Gruppo Intesa Sanpaolo, il “Prestito della Speranza”, progetto già avviato nel 2009 e che nei giorni scorsi è stato illustrato a Roma, alla presenza del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei; del presidente di Caritas Italiana, monsignor Luigi Bressan; dell’amministratore delegato di Banca Prossima Marco Morganti e del Consigliere delegato e Ceo Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. L’obiettivo è quello di erogare 100 milioni di finanziamenti garantiti da un fondo di 25 milioni costituito da risorse della Cei, provenienti dall’ 8×1000 e affidato a Banca Prossima, la banca del Gruppo dedicata al no profit laico e religioso. Si conclude, così, dopo 4 anni di esperienza, la seconda fase di questo progetto nazionale di microcredito promosso dalla Cei per l’erogazione di finanziamenti destinati alle famiglie in stato di vulnerabilità economica e sociale e alle microimprese escluse dall’accesso al credito ordinario, con 26 milioni di euro erogati in 4.500 micro finanziamenti, dei quali il 47,5% concessi da Intesa Sanpaolo.
Un Paese in affannoNel presentare la nuova fase del progetto, il card. Bagnasco ha ricordato che “la crisi economica perdura, anche se in sede europea vi sono segnali giudicati positivi e promettenti. Anche la notizia dell’approvazione da parte della Commissione europea della Legge di stabilità è un segnale incoraggiante e, nel contempo, un monito per la concreta attuazione delle riforme”. Tuttavia, ha detto, “quotidianamente tocchiamo con mano come il disagio continui a tormentare moltissime famiglie che, da tempo, non arrivano a fine mese. I nostri giovani e i meno giovani conoscono l’amara esperienza di sentirsi inutili e destabilizzati, perché privi di un’occupazione e di una prospettiva sicura. Molte nostre imprese – la cui vitalità è decisiva per restituire competitività al Paese – sono logorate su più fronti, quando non costrette alla resa”. Le ultime indagini Istat, inoltre, “indicano che l’incidenza della povertà e una diseguaglianza nella distribuzione del reddito, sono indicatori significativi di un Paese in affanno, che fatica a interpretare la ripresa e, quindi, a costruire il suo domani”. Davanti ai perduranti segnali di crisi e alle segnalazioni dei conseguenti bisogni che arrivano dal territorio grazie alle Caritas diocesane, la Cei ha ritenuto di rilanciare il Prestito della Speranza.
Due forme di creditoIl “Prestito della Speranza 3.0” presenta delle novità: oltre al credito sociale rivolto alle persone e alle famiglie, il finanziamento sarà aperto, ha sottolineato il cardinale, anche verso “le microimprese o le nuove iniziative imprenditoriali capaci di creare opportunità d’investimento e nuovi posti di lavoro”. L’emergenza lavoro e la nuova occupazione rappresentano, infatti, per Bagnasco, “gli obiettivi veri del Prestito della Speranza che, con Intesa Sanpaolo per il biennio 2015-2016, auspichiamo di poter ottenere, erogando più credito e a tassi molto contenuti a famiglie e persone in temporanea difficoltà. ‘Fare Impresa’ è la proposta rivolta a enti o aziende all’inizio del loro progetto o in fase di ristrutturazione, in grado quindi di attivare investimenti privati e nuovi posti di lavoro”. Concretamente il Prestito si articolerà in due distinte forme di credito: il “Credito sociale”, destinato alle famiglie disagiate, con un prestito di importo massimo di 7.500 euro erogato in 6 rate bimensili di € 1.250 ciascuna come forma di sostegno al reddito; “Credito fare impresa”, destinato alle microimprese a bassa capitalizzazione o di nuova costituzione, con un prestito erogato in unica soluzione dell’importo massimo di euro 25.000. Particolare attenzione verrà rivolta ai giovani under 40. I tassi applicati, che si avvalgono del funding Bce e della garanzia assicurata dalla Cei, sono fissi e pari al 2,50% per i prestiti erogati alle famiglie, con una rata mensile media indicativa di 138 euro e al 4,60% per le microimprese, con una rata/mese stimata in 468 euro. La durata del prestito è di complessivi 6 anni di cui 5 di ammortamento che decorre dopo 12 mesi dall’erogazione. La Banca erogherà, quadruplicato, il fondo di garanzia da 25 milioni di euro messo a disposizione dalla Cei.
L’impegno CaritasIl presidente di Caritas Italiana, mons. Luigi Bressan, ha ribadito l’impegno delle Caritas diocesane “nell’educare alla solidarietà e alla coesione. Per questo motivo molte Caritas hanno chiesto di rinnovare questo prestito e hanno accolto con entusiasmo le condizioni attuali. La rete Caritas – ha aggiunto – cerca di rispondere ai bisogni della nostra gente nei 5 mila Centri di ascolto offrendo tanti servizi essenziali”. I destinatari dei prestiti saranno individuati proprio a livello locale, in collaborazione con i volontari dell’associazione Vobis, che si occupa, tra le altre cose, di famiglie che versano in condizioni di difficoltà per favorire la loro inclusione finanziaria, nonché prevenire e combattere i fenomeni di sovraindebitamento che potrebbero coinvolgerle. “Alla Caritas spetterà la prima accoglienza e il dare il giusto consiglio alle famiglie e alle persone perché esaminino questa possibilità aiutate dall’associazione Vobis. Non vogliamo fare assistenzialismo ma essere un organismo che accompagna le persone nel loro sviluppo perché possano crescere e contribuire allo sviluppo della società”.
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