Premio Sant’Adalberto 2015: la testimonianza di Franco Ceschia
7 Maggio 2015
Una “passionaccia”, come direbbe Nicolò Carosio tanto per rimanere in temi calcistici, che non impedisce a Franco Ceschia di dedicare parte del suo tempo libero per fare un po’ di volontariato quello con la V maiuscola nella parrocchia e nelle associazioni cormonesi.Un volontariato fatto con discrezione, in silenzio e con grande sensibilità e per questo ancora più da apprezzare. Uno dei motivi che il Consiglio pastorale parrocchiale di Cormons gli ha conferito lo scorso 23 aprile il premio Sant’Adalberto in occasione della ricorrenda del patrono.Franco, tra i tuoi servizi c’è anche quello di accompagnare il sacerdote durante i funerali. Una presenza decennale la tua, silenziosa e discreta, dimostrando partecipazione nei confronti delle famiglie che vivono un momento doloroso. Non è da tutti.“E’ nato quasi per caso. E’ stato don Sergio anni fa a chiedermi la prima volta se lo accompagnavo a un funerale. Poi piano piano è diventato un servizio che faccio volentieri. Mi capita spesso in cimitero di portare anche la croce. Ho notato che è un servizio che la gente apprezza”.Ma dai una mano anche in parrocchia…“Ogni sabato mattina, una volta stampata, preparo “Settimana insieme” per la distribuzione alle varie parrocchie e consegno direttamente il foglio parrocchiale a Brazzano e al santuario di Rosa Mistica”.Gentile e servizievole, sei sempre pronto a dare una mano a tutti, insieme alla moglie Aurora, ad aiutare a chi lo chiede, dai vicini di casa ad alcune associazioni della comunità cormonese. Cosa ti spinge a fare tutto questo? “Tutti debbono cercare di aiutare gli altri, quelli che hanno bisogno, dare una mano, dare un consiglio. Ho sempre detto di sì, nel limite delle possibilità a chi mi ha chiesto e mi chiede un aiuto. E questo lo faccio d’accordo con la moglie, senza nulla togliere alla famiglia”.Oltre alla parrocchia, quali sono le altre occupazioni da volontario, esclusa la sezione degli arbitri che resta al centro della tua attività?“Faccio parte dell’associazione “Fulcherio Ungrispach” e dell’associazione del Fante. Partecipo all’attività, aiuto nel lavoro da segreteria. Non mi costa fatica perché mi piace stare con la gente”.Un consiglio da dare ai giovani?“Fare volontariato e aiutare gli altri sono delle gratificazioni innanzitutto per se stessi, è una soddisfazione impagabile. Ai giovani, ma anche a tutte le persone, dico che fare del volontariato nelle associazioni è un modo per crearsi nuovi amici, è un modo per instaurare un rapporto positivo con la gente. Tutto ciò non può fare che del bene e aiuta a crescere”.
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