Somalia: cristiani perseguitati. Da tutti
8 Maggio 2015
Nella World Watch List 2015 (WWL) che classifica i Paesi del mondo secondo l’intensità della persecuzione verso i cristiani, subito dopo la Corea del Nord (di cui ci siamo occupati la scorsa settimana), troviamo la Somalia.I cristiani in Somalia sono per lo più convertiti con un background islamico o stranieri che lavorano per ONG, senza alcuna visibilità a causa dell’alto grado di persecuzione. Senza un governo funzionante, i cristiani sono stati bersaglio dei terroristi islamici e dei capiclan, ma, con un governo islamico che ottiene maggiore influenza, anche le autorità statali finiscono per perseguitare i cristiani.
Fonti della persecuzioneLa maggioranza della popolazione in Somalia è musulmana, e si suppone che nessuno sia cristiano. Inoltre i leader religiosi islamici dichiarano pubblicamente che non c’è posto per il cristianesimo, i cristiani e le chiese in Somalia. Questa visione è categoricamente espressa nella costituzione e in altre leggi del Somaliland, della Somalia e del Puntland, dove all’islam è concesso lo status di religione di stato, e il cristianesimo è estromesso dalla vita pubblica. Oltretutto Al-Shabaab, un gruppo terrorista islamico, che agisce al di fuori del controllo dello stato, sottoscrive la dottrina wahhabita e vuole la sharia come base che regoli ogni aspetto di vita nel paese (politico, sociale ed economico), usando la sua presenza in varie parti del paese per radicalizzare le comunità a spese del cristianesimo in generale e dei singoli credenti in particolare. All’interno di questo processo, Al-Shabaab non è una minaccia solo per i pochi cristiani, ma anche per la popolazione musulmana in generale. Terroristi stranieri nel paese hanno reso la situazione dei cristiani persino peggiore. L’estremismo islamico non è limitato ai soli militanti. I cristiani affrontano persecuzioni serie anche dalla famiglia estesa e dalla comunità.
La situazioneIn Somalia, l’islam era già fermamente stabilito prima dell’arrivo del cristianesimo. Fin dagli interventi coloniali dell’Italia e della Gran Bretagna, una forte resistenza è scattata contro la cristianità occidentale.Il fattore relativamente nuovo, è l’islam radicale. Dalla caduta di Ziad Barre nel 1991, la Somalia è diventata un rifugio sicuro per il radicalismo islamico. Questo è diventato più aggressivo e intollerante verso i cristiani nel paese. I cristiani in Somalia non sopravvivrebbero a una Kangaroo Court (o tribunale locale). Non avrebbero nemmeno la possibilità di essere spediti in un campo di lavoro. Un semplice sospetto porta infatti alla decapitazione pubblica.Attualmente la Somalia è sostanzialmente rimasta solo con credenti ex musulmani, dato che la stretta e il tormento del paese ha portato a una totale migrazione dei cristiani stranieri. Nella storia molto recente del paese, gli ex musulmani convertiti al cristianesimo (o quelli accusati di esserlo) sono stati uccisi sul posto quando sono stati scoperti. Di conseguenza i cristiani devono fare tutto il possibile per mantenere segreta la loro fede.
Sfere della vitaIn Somalia ormai i cristiani non possono vivere come tali. Devono nascondere la loro conversione a Cristo non solo alla loro famiglia estesa e ai membri del clan, ma anche ai membri della loro famiglia ristretta. La famiglia allargata e la famiglia in sé non solo non sono favorevoli al cristianesimo, ma hanno anche paura di essere sospettati di essersi convertiti. Non possono possedere materiali cristiani e la Bibbia perché potrebbero esporli al pericolo. Celebrare matrimoni cristiani o feste cristiane in famiglia è diventato impossibile. I bambini cristiani devono seguire corsi obbligatori alla madrasa o in classi islamiche. I cristiani somali, poi, devono mantenere nascosta la loro religione per poter avere accesso alle necessità basilari quali servizi sociali e istruzione. C’è anche un abbigliamento islamico a cui i cristiani devono attenersi. La vita di chiesa è contenuta e deve rimanere per evitare di subire violenze da parte degli stessi familiari, del clan, delle autorità e delle milizie.
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