Sudan: chi si converte è condannato a morte
8 Maggio 2015
Sesto nella WWL, il Sudan ha sempre avuto molto ben radicato nella propria società l’Islam, comprese le tendenze radicali. Questo si traduce in pressioni e violenza contro i cristiani che vivono nel Paese. La stragrande maggioranza della popolazione in Sudan è musulmana per lo più sunnita, ma ci sono anche comunità sciite: la sharia è il fondamento del sistema giuridico. L’apostasia è criminalizzata, punibile con la pena di morte ed inoltre, si utilizzano le leggi sulla blasfemia a livello nazionale per perseguitare i cristiani, soprattutto quelli convertiti da un background musulmano.
La situazioneCome dicevamo, l’islam è profondamente radicato nella società sudanese. Paradossalmente, anche se ha preceduto l’islam in Sudan di centinaia di anni, il cristianesimo è percepito come estraneo alla cultura sudanese.La secessione del Sud Sudan non ha risolto i problemi dei cristiani (soprattutto neri africani), dato che un numero significativo di cristiani vive ancora nella parte meridionale del Sudan (monti Nuba). Nel perseguimento della sua politica di arabizzazione e islamizzazione, il presidente Al-Bashir ha continuato a mettere grande pressione sui cristiani neri rimasti in Sudan, in particolare nel Sud Kordofan e nello stato del Nilo Blu.
La vita quotidianaAlcuni fattori hanno contribuito al progressivo peggioramento della vita dei cristiani sudanesi. Il primo fattore è la fuga dei cristiani dal Sudan al Sud Sudan, che lasciano uno Stato dominato dalla maggioranza musulmana. Il secondo fattore riguarda gli sforzi del presidente del Sudan, Al-Bashir, e dei suoi collaboratori, per mantenere la sua posizione di potere nel Paese.Il terzo fattore riguarda un aumento di tendenze radicali islamiche nella società del Sudan. Il quarto fattore è il conflitto nel Sud Kordofan tra il governo sudanese e il SPLM-N. Inoltre, ciò che aggrava la situazione è l’utilizzo che il presidente Al-Bashir fa dell’ascesa dell’islam radicale per mantenere la sua base di potere.I cristiani, considerati sempre cittadini di seconda classe, nel Paese affrontano la persecuzione anche nella vita privata. La legge punisce la conversione dall’islam ad un’altra religione con la morte; quindi, non c’è spazio per nessuno di esprimere la propria fede in qualsiasi forma.La vita della Chiesa è molto limitata e le forze di sicurezza possono interrompere eventuali incontri cristiani di culto/preghiera e persino confiscare Bibbie, documenti e computer.
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