“E finalmente giungemmo a Roma!”

Tre giorni intensi quelli che una cinquantina di pellegrini dell’Arcidiocesi, guidati dal vescovo Carlo, hanno vissuto a Roma gli scorsi 22, 23 e 24 giugno. Un pellegrinaggio sulle tracce di San Paolo, per scoprirne non solo la testimonianza e la vita, ma per poter anche “fisicamente” toccare e osservare i luoghi che lo hanno visto trascorrere nella “Città Eterna” parte della sua esistenza terrena.Una volta giunti a Roma, il pellegrinaggio si è aperto all’Abbazia delle Tre Fontane, un luogo poco battuto dai percorsi turistici e per questo ancora più suggestivo. Il sito storico è strettamente legato alle origini della cristianità: qui infatti il 29 giugno del 67 d.C. l’apostolo Paolo venne martirizzato per decapitazione e la tradizione afferma che la sua testa sia rimbalzata a terra tre volte, facendo scaturire nei punti toccati tre fonti d’acqua. Qui il gruppo ha avuto anche la gioia di incontrare una delle Piccole sorelle di Gesù di Charles de Foucauld che proprio accanto all’abbazia svolgono ormai da più di mezzo secolo il proprio apostolato: da contemplative nel mondo, come è stato significativamente ricordato.Accanto alla chiesa del Martirio di San Paolo, dove monsignor Redaelli, insieme a don Nicola Ban, don Enzo Fabrissin, don Sinuhe Marotta e don Duilio Nardin, ha celebrato la prima messa di questo pellegrinaggio, i presenti si sono anche lasciati affascinare dall’antica chiesa del Monastero dei Santi Vincenzo e Anastasio e dalla piccola chiesa di Santa Maria Scala Coeli, che conserva una cripta nella quale – secondo la tradizione – venne rinchiuso San Paolo prima della decapitazione.Una volta rientrati in albergo e consumato tutti insieme la cena, i pellegrini più temerari, stanchi ma entusiasti si sono spinti in una passeggiata tra le belle piazze romane, accompagnati dall’esperta guida di don Nicola, che per diverso tempo ha soggiornato nella capitale durante i suoi studi.

La Roma anticaMartedì 22 giugno un caldo e luminoso sole ha accolto i pellegrini goriziani, pronti ad affrontare un’intensa giornata, aperta con la Santa Messa alla Chiesa di Santa Maria in portico Campitelli, all’interno di quello che un tempo era il ghetto cittadino. Da qui, dopo aver ascoltato le parole del vescovo che ha ricordato come il Signore guidi il nostro senso di umanità anche quando non è strettamente palesato lo spirito cristiano, i pellegrini si sono fatti poi guidare a sua volta da Ingrid, bravissima guida turistica che ha appassionato tutti con le sue spiegazioni, portando il gruppo all’interno di quella Roma antica che anche l’apostolo Paolo aveva conosciuto: il Teatro di Marcello, suggestivo anfiteatro inglobato nei secoli all’interno delle abitazioni pubbliche, la camminata lungo i Fori Imperiali, il Colosseo, ma soprattutto la Basilica di San Clemente, eretta al di sopra di altri due antichi edifici, il più antico dei quali risale al I secolo d.C., proprio l’epoca in cui l’apostolo Paolo giunse nella capitale. Nel pomeriggio, accompagnati da Lorella Ascoli, i pellegrini hanno visitato il Museo della comunità ebraica – una comunità presente a Roma da più di duemila anni -; la visita ha permesso di conoscere un po’ di più la storia dei nostri “fratelli maggiori”, avvicinandosi ai loro riti e alle loro profonde tradizioni. Per molti è stata anche l’occasione di fare per la prima volta ingresso in una sinagoga, il tempio della preghiera ebraica, rimanendo letteralmente affascinati dalla maestosità dell’edificio romano.

L’incontro con Rosalba ManesTerminata la visita, il gruppo di pellegrini è rientrato in albergo per incontrare la professoressa Rosalba Manes, in una conversazione dal titolo “”Tutto per tutti” (1Cor 9,22). Paolo, il Vangelo, la missione e una nuova architettura di rapporti: suggestioni per la Chiesa del Terzo millennio”. La professoressa Manes ha ricreato un dialogo tra i fedeli di oggi e San Paolo, proprio come sarebbe accaduto un tempo: per mezzo di lettere. I fedeli interrogano Paolo sulle difficoltà incontrate oggi, sul male, e Paolo risponde, ricordando a tutti che siamo “Teofania”, epifania di Dio nel mondo. Tanti i temi affrontati dalla studiosa: il Vangelo e l’incontro di Paolo con Dio, che lo ha portato ad “aver bisogno” di testimoniare quell’incontro; ancora i rapporti nella nostra vita umana, la sfida a vivere appieno i doni ricevuti, il tema attualissimo dello spazio/tempo e il rapporto con il Creato, il ruolo della donna nella testimonianza e la “sfida” della fraternità e dell’amicizia. Manes ha anche toccato il punto di vista della comunicazione e dei media, all’apporto che questi possono dare alla Fede: “Paolo oggi avrebbe usato Facebook e Twitter? – si è interrogata – Certamente sì! E ci inviterebbe a non lasciarci impregnare dal loro linguaggio, ma a impregnare il loro linguaggio con Dio”.

L’incontro con Papa FrancescoTante le emozioni della giornata di mercoledì, quella dell’udienza generale in Piazza San Pietro. Una giornata iniziata prestissimo per i pellegrini, con l’arrivo in piazza già alle 8 del mattino, con il sole coperto da alcune nuvole scure ma che, contrariamente alle previsioni negative, a parte qualche goccia di pioggia hanno lasciato all’asciutto il gruppo. Passata la fila per i controlli e preso posto nel settore destinato, dopo poca attesa eccolo comparire: Papa Francesco, ad un passo da noi! Grande la gioia di tutti, tra il gruppo goriziano ancora più animata dalle emozioni dei tanti bambini presenti. Canti, grida di felicità, acclamazioni: la Piazza rimbomba di suoni e gioia.Dopo il giro della piazza per un saluto e un incontro con i fedeli, Papa Francesco ha tenuto un’interessante e toccante catechesi riguardante il dolore e le difficoltà, nonché le chiusure emozionali, provati dai bambini figli delle famiglie che, per svariati motivi, non riescono più a rimanere unite -. Il Santo Padre è passato quindi a salutare personalmente tutti i gruppi presenti in piazza quel mattino. Indescrivibile la gioia provata da tutti i pellegrini nel sentirsi nominati accanto alla Diocesi di Gorizia e a monsignor Redaelli. Un grido di gioia dal cuore si è alzato su tutta la piazza.Il pellegrinaggio si è concluso con la celebrazione dell’eucarestia nella chiesa del Centro San Lorenzo, a pochi passi da San Pietro, dove si conserva la Croce delle Giornate mondiali della Gioventù.

Le voci dei pellegrini

Abbiamo chiesto ad alcuni dei partecipanti al pellegrinaggio a Roma di condividere l’emozione di quanto personalmente vissuto nei tre giorni di permanenza a Roma.

Poche parole per esprimere innanzitutto un sincero ringraziamento per l’impeccabile organizzazione del pellegrinaggio a Roma, per la presenza e la disponibilità del nostro Vescovo Carlo che ha, tra l’altro, amorevolmente coinvolto i bambini in ogni momento del viaggio e per la simpatia di don Duilio, don Enzo, don Nicola e don Sinuhe che ci hanno accompagnati con affettuosa attenzione.È stato molto emozionante respirare la storia visitando i luoghi più significativi della vita di San Paolo e della comunità ebraica, così come sono stati molteplici gli spunti di riflessione suggeriti dal Vescovo Carlo, dalla professoressa Rosalba Manes e da Papa Francesco.In particolare desidero soffermarmi sulla “conversazione su S. Paolo” della prof.ssa Manes, della  quale mi ha particolarmente colpito la luminosità del viso, la serenità e la pace che trasmetteva.La profondità del suo intervento ha rappresentato per me uno stimolo a curare maggiormente le relazioni con gli altri, ad accoglierli con fraternità, superando le paure, i pregiudizi ed i sospetti che portano solamente all’innalzamento di muri e sono di ostacolo alla creazione di rapporti veri.Tali paure sono le stesse che a volte impediscono di abbandonarsi nelle mani di Dio, di avere totale fiducia in Lui ed accettare la Sua volontà senza cadere nella tentazione di “realizzare i nostri capricci”, illudendoci che gli stessi siano importanti.Custodirò le parole della prof.ssa Manes nel mio cuore affinché possa affrontare le sfide quotidiane con uno “sguardo nuovo”.Il messaggio di Papa Francesco ha sicuramente lasciato un segno molto importante: con la consueta semplicità e schiettezza mi ha fatto comprendere quanto siano fondamentali la famiglia ed i valori ad essa correlati, il superamento degli egoismi e dell’individualismo per una crescita equilibrata dei nostri figli e conseguentemente della società futura.Grazie per questa esperienza meravigliosa che mi auguro di ripetere a breve sia con le persone con cui l’ho condivisa,  per coltivare le amicizie nate, sia con coloro che non hanno potuto  unirsi a noi.

Deborah Paron

Tanti sono stati i momenti che maggiormente mi hanno colpito, nella tre giorni a Roma che non credo di riuscire a riassumerli in poche righe. Però i più emozionanti che porterò nel cuore, come un bellissimo ricordo, sono tre.Il più importante è stato l’incontro che abbiamo condiviso nel tardo pomeriggio del secondo giorno, a casa “La Salle” dove alloggiavamo, con la giovane teologa Rosalba Manes, consacrata laica, che ci ha presentato alcuni tratti della figura di S. Paolo presi dalla 1^ Lettera ai Corinzi. Quello che mi ha colpito della sua relazione non è stato tanto il contenuto del messaggio – molto interessante – ma come ce lo ha trasmesso. Sempre con la gioia nel cuore, con una serenità d’animo, con il sorriso sulle labbra e sempre alla ricerca dei nostri volti, guardandoci negli occhi come se volesse entrare direttamente nel nostro cuore e depositare in noi quello che lo Spirito Santo le suggeriva. Ero ammirato per la dolcezza e la mitezza del viso che al termine del suo intervento mi sono avvicinato per ringraziarla personalmente. Altro momento emotivamente bello è stato in piazza S. Pietro quando, nell’attesa di Papa Francesco, dietro la nostra fila si sono seduti 30 diaconi della diocesi di Cracovia, tutti giovani che invece di parlare come facevamo tutti e mentre attorno a loro c’era tanto chiasso e confusione si sono raccolti in preghiera recitando il Santo Rosario. A tratti anch’io pregavo con loro. E per concludere c’è una frase nel discorso del Santo Padre che mi ha colpito ed è stata quella quando ha detto che spesso i genitori in conflitto tra loro per supplire alla mancanza d’affetto verso i figli li riempiono di regali e di merendine. È sbagliato, afferma il Papa, l’amore e la fiducia dei figli non è merce di scambio.Vorrei ringraziare gli organizzatori del viaggio/pellegrinaggio a Roma preparato e curato ottimamente in ogni particolare. Poi fin dalla partenza si è subito stabilito tra di noi pellegrini un clima sereno di gioia, di amicizia e di fraternità. Un grazie anche al vescovo Carlo sempre disponibile, vicino a noi in ogni momento e per le sue chiare e semplici riflessioni che ci ha donato durante le Sante Messe.

Giovanni Cettul

Il pellegrinaggio a Roma ho voluto intraprenderlo per condividere con i miei figli un esperienza di vita nella comunità; il gruppo di persone che ci hanno accompagnato in questo viaggio spirituale sono state fantastiche e per questo ringrazio tutti.I momenti che mi porterò nel cuore sono moltissimi, ma due in particolare.La suorina incontrata nel villaggio sopra l’Abbazia delle Tre Fontane aveva uno sguardo pieno di serenità e dolcezza, un appagamento interiore, che trasparire dagli occhi e dalla sua voce, la certezza di avere al suo fianco Gesù. Stessi occhi rivisti nella teologa Rosalba che mentre parlava cercava i nostri sguardi.Le parole del Papa  mi hanno toccata nel profondo: l’inevitabilità a volte di doversi separare, i figli che soffrono dei litigi tra genitori e che diventano ostaggi per colpire l’atro coniuge. Da donna divorziata sentivo queste parole rivolte a me, cucite addosso, uno sconvolgimento di viscere, mi hanno fatto rivivere momenti molto difficili della mia e nostra vita.Dare agli altri per essere completi.Avere fiducia in chi ti sta vicino.Usare meglio il tempo per vivere a pieno.L’importanza della donna nella famiglia e nella comunità.Le parole da scrivere da ricordare sono molteplici, ma credo che questo scritto mi rappresenti. Grazie alla Diocesi di Gorizia per avermi dato questa meravigliosa esperienza di vita.

Monja Corelli

A me è piaciuto il Colosseo, l’Altare alla Patria, l’Angelus del Papa, e soprattutto ho conosciuto delle persone simpatiche, come Lapo, Mosè, Gabriele.

Valerio

Il viaggio a Roma, assieme al nostro Arcivescovo Carlo, ha avuto una valenza esperienziale molto significativa. Il ritrovarsi insieme ad altri pellegrini sulle orme di San Paolo ha favorito la conoscenza della Roma cristiana dei primi secoli. La visita alla Basilica delle tre fontane dove è stato martirizzato San Paolo, ci ha aiutato a rivivere le difficoltà, le paure, le emozioni riscontrate dai primi cristiani della nascente Chiesa. Riscoprire attraverso la Roma di oggi le strade percorse dai primi credenti, ci pone di fronte a numerose riflessioni di carattere etico: come viviamo oggi l’esperienza di San Paolo? La risposta la troviamo nelle parole della dottoressa Manes che ci ha invitati a riflettere sulla figura del santo e sulle sue lettere di esortazione ai primi cristiani.Ci siamo resi conto dell’attualità dei contenuti dei suoi scritti, in modo particolare il punto riguardante “lo spazio e il tempo”. Come utilizziamo il nostro tempo? Lo usiamo per ampliare ed arricchire i nostri “spazi materiali”?  Se ogni persona ha diritto ad un “tutto a tutti”, come si conciliano questi due aspetti in una società che vede il profitto personale come fine prioritario e non tiene conto di chi non ha nemmeno una risposta ai suoi bisogni primari? Papa Francesco ha sottolineato un altro aspetto della sofferenza della società in cui viviamo. La difficoltà di relazione all’interno della famiglia porta alla separazione dei coniugi e alla grande sofferenza dei bambini che vivono ingiustamente la privazione dell’ amore. Un vivo ringraziamento all’Arcivescovo che ci ha accompagnati ed arricchiti delle omelie cosi chiare e attinenti al nostro pellegrinaggio. Grazie ai parroci che ci hanno accompagnati anche nelle serate romane.

Daniela Cividin e Alessandra Tacchino

Dei tre giorni trascorsi a Roma per il pellegrinaggio sulle orme di san Paolo portiamo nel cuore tanti ricordi. È stato emozionante camminare sulla  strada acciottolata del I secolo d.C. sulla quale ha camminato con tutta probabilità l’Apostolo delle genti e visitare i luoghi in cui si è originata la prima chiesa cristiana a Roma. Questi giorni sono stati un dono:- le spiegazioni delle guide ci hanno introdotto con passione e competenza nella Roma dei primi cristiani e nella vita ebraica; degna di nota è la chiesa di San Clemente, dove abbiamo trovato la testimonianza di fede del mondo slavo rappresentata dai santi Cirillo e Metodio;- la catechesi di Rosalba Manes sull’esperienza di fede di Paolo ci ha infiammato il cuore; le omelie dell’arcivescovo Carlo, la cui  presenza è stata preziosa testimonianza di dono e  servizio, ci hanno guidato e illuminato spiritualmente; – papa Francesco ha rimarcato la responsabilità dei genitori sui figli, ricordandoci che dobbiamo essere capaci di dare priorità alla dimensione spirituale dei bambini rispetto alle nostre costanti preoccupazioni materiali.Sono tre i concetti che ci portiamo nel cuore da questo viaggio:- necessità di curare una relazione di qualità con Dio e con gli altri- coltivare nel cuore atteggiamenti di accoglienza affinchè le nostre famiglie siano sempre più piccole chiese domestiche- imparare a vivere e a testimoniare il messaggio evangelico con maggior serenità e stupore.Grazie a tutti i compagni di viaggio perchè ciascuno ha contribuito a renderlo gioioso e indimenticabile!

Raffaella e Roberto

Il pellegrinaggio a Roma è stato bello perchè ho conosciuto la storia dell’Apostolo Paolo, ho incontrato nuovi amici e insieme abbiamo fatto i chierichetti e ci siamo anche divertiti. Don Sinuhe ci ha nominato suoi “arcangeli” per svolgere diversi incarichi, per esempio l’intervista a tutti i pellegrini sul pullmann e don Nicola ci ha accompagnato nella visita notturna al centro di Roma e prima di partire ci ha fatto vedere la croce della Gmg. Abbiamo visitato il museo ebraico e la sinagoga accompagnati dalla guida che ci ha ricordato che Giovanni Paolo II  dichiarò gli ebrei “nostri fratelli maggiori”. Il giorno seguente siamo andati in Vaticano per l’udienza. Quando papa Francesco è passato vicino a noi, lo abbiamo salutato con entusiasmo e poi lui, ci ha caricato di felicità, quando alla fine del suo discorso ha detto: “Saluto i pellegrini della diocesi Gorizia!”

Mosè