La memoria restituita dell’ex Opp

Oggi, grazie ad il progetto “La memoria restituita”, che unisce Provincia di Gorizia, il Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda per l’Assistenza Sanitari n.2 “Bassa Friulana – Isontina” e la Cooperativa Sociale “La Collina”, le storie dei tanti pazienti dell’OPP potranno essere rese note, grazie ad un lavoro di recupero e valorizzazione del patrimonio documentale dell’ex ospedale. Il progetto inoltre offrirà una possibilità lavorativa alle persone provenienti dal Collocamento Mirato: “il programma è sostenuto con fondi provenienti dalla legge n.68 – ha spiegato il presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta -; attualmente è un problema l’inserimento lavorativo dei disabili, perché purtroppo sono sempre di più le aziende che preferiscono pagare multe piuttosto che assumersi delle responsabilità occupazionali nei confronti di questa categoria di lavoratori. Abbiamo così deciso di creare un bando e “La Collina” ha presentato due progetti, dal valore totale di 78.000 euro, decisamente interessanti e che, oltre a fornire occupazione a queste persone, hanno una forte ricaduta sul territorio, andando a restituire alla città un patrimonio storico unico. Questo a sua volta potrà fungere da volano per ulteriori studi e progetti, anche a carattere nazionale. Infine è un grande omaggio all’opera di Franco Basaglia”.Come illustrato dal portavoce della Cooperativa Sociale “La Collina”, associazione che gravita attorno all’ex OPP di Trieste, il progetto globale si svilupperà su due progetti singoli: il primo vedrà il riordino dell’archivio dell’ex OPP goriziano, dando sistematicità alle cartelle e ai documenti che saranno recuperati; il secondo progetto coinvolgerà l’archivio della Provincia, dove sono conservati documenti relativi alla parte amministrativa e strutturale dell’ex OPP. “Con questo progetto – ha aggiunto il referente – sono state assunte quattro persone e assegnate due borse lavoro, il tutto a persone provenienti dal Collocamento Mirato. Per otto mesi verrà data loro la possibilità di lavorare e di essere opportunatamente formate sulle operazioni da svolgere; al termine di questo periodo, la nostra Cooperativa è disposta a mettere in campo risorse proprie per proseguire con il progetto”.”Sono più di 700 i “pezzi archivistici” (definizione con la quale si indica anche una “semplice” pila di documenti trovati accatastati negli archivi) conservati nel solo archivio dell’ex Psichiatrico – ha sottolineato la responsabile archivista, la dottoressa Sara Fantin – e qualcosa come 10.000 le cartelle cliniche, in gran parte dotate di fotografia della persona ricoverata, perché al tempo era molto usato anche lo studio somatico per attribuire una patologia psichica. I primi documenti risalgono ai primissimi anni ’30 del secolo scorso, come la cartella n.2 che siamo riusciti a trovare proprio in questi giorni, appartenente a Eufemia Vecchiet Donda, una signora di Capriva ricoverata qui nel 1933 dopo essere stata anche in cura in Veneto”.Alla presentazione del progetto erana presente anche Maria Grazia Giannichedda, presidente della “Fondazione Franco e Franca Basaglia”, la quale ha sottolineato come sia rilevante la “dimensione nazionale del progetto; in Fondazione conserviamo carte dagli anni ’60, sarebbe interessante – per comprendere la continuità tra Gorizia e Trieste e la storia successiva – creare un percorso archivistico tra Gorizia, Trieste e Roma, perché le teorie di Basaglia non si capiscono senza conoscere anche le pratiche e viceversa”