L’Aquileia del I – II secolo riemerge nel Sepolcreto
2 Settembre 2015
I cinque recinti funerari, scoperti nel 1940 e restaurati la prima volta durante la seconda guerra mondiale (sono ancora riconoscibili i mattoni con sigla 1942) appartengono a famiglie aquileiesi del I-II secolo (Stazia, Trebbia, Cestia, Giulia, più una anonima) e costituiscono l’unico tratto visitabile di un’area funeraria situata lungo le strade che un tempo si dipartivano dal centro urbano.I lavori al Sepolcreto termineranno a settembre e rappresentano un’occasione unica per il pubblico di seguire dal vivo le operazioni dei restauratori all’opera tutti i giorni dalle 8.00 alle 17.00: “allo stato attuale – spiega il direttore della Fondazione Aquileia Cristiani Tiussi – è stata completata la pulizia con idropulitrice delle integrazioni in cemento degli anni Quaranta e si procederà con il restauro degli elementi lapidei originali tramite impacchi assorbenti per rimuovere macchie, incrostazioni calcaree, croste nere, alghe, muschi e licheni. Seguiranno le fasi di stuccatura per colmare lacune e discontinuità presenti sulla superficie della pietra così da unificare la superficie e offrire agli agenti di degrado (inquinanti atmosferici, infiltrazioni d’acqua) una maggiore resistenza e infine il consolidamento dei materiali dopo l’analisi dello stato di fatto e delle cause innescanti il degrado”.L’intervento di restauro in corso in questi mesi viene portato avanti in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia e rientra nel piano di lavori di sistemazione delle aree conferite alla Fondazione. “L’investimento complessivo della Fondazione Aquileia nell’area del Sepolcreto – sottolinea il direttore Tiussi – per le opere di restauro, i lavori di drenaggio delle acque e la sistemazione delle scarpate, già portati a termine a inizio anno, ammonta a duecento quaranta mila euro e, una volta ultimati i lavori, a quasi trent’anni dall’ultimo intervento di restauro, si potrà nuovamente ammirare nell’antico splendore uno dei pochi esempi di necropoli romana ancora conservata in situ nell’Italia settentrionale”. Nell’ultimo mese si sono concluse, inoltre, nell’ambito dei lavoro di valorizzazione delle aree portati avanti dalla Fondazione Aquileia anche le prove di pulitura con varie tecniche dei mosaici del fondo Cal in vista del riassetto generale dell’area che è attualmente in fase di progettazione.
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