Il “grazie” corale di Gradisca a don Maurizio
17 Settembre 2015
Don Maurizio Qualizza, che nei suoi 34 anni di impegno sacerdotale, e in particolare nei 17 come parroco di Gradisca, ha realizzato in pienezza il primo mandato, l’andate, sceglie oggi di accogliere anche il secondo invito, tante volte disatteso, quel venite, che richiede il coraggio di fare marcia indietro, di invertire direzione, di rimettersi in gioco, di lasciarsi portare nel deserto. Nella strategia di Dio, il deserto è il luogo privilegiato dell’incontro col suo popolo (Es 13,18), perché possa scoprire cosa c’è davvero nel suo cuore; è il luogo della verità, dell’immersione nella tenerezza del Padre, per poter camminare spediti e portati da Lui lungo i sentieri che ha tracciato per noi. A noi, comunità parrocchiale di Gradisca, tentati di esigere spiegazioni, di avere chiarimenti su una scelta che ci ha sorpreso, perché inusuale e inaspettata, non resta che accettarla, sostenuti proprio dalla convinzione che sia frutto di riflessione e sia per il bene. Auspichiamo che, in questo tempo di sosta, don Maurizio possa metabolizzare fatiche e sentimenti, dedicare il giusto tempo alla sua salute, rinvigorire le proprie forze per riprendere il cammino dell’accoglienza, della cura e della condivisione che gli sono congeniali. Certo, siamo tutti un po’ spaesati, qualcuno deluso, molti con una sensazione di vuoto, come quando una persona cara se ne va, lasciando malinconia e rimpianto. Ci mancherai, don Maurizio! Ci mancherai per tutto ciò di cui ti siamo grati, ma anche per ciò che ci ha fatto arrabbiare e mormorare; ci mancheranno i momenti di incontro e di scontro; ci mancherà il positivo e il negativo di te, perché tutto ha contribuito a creare legami e ad una crescita vicendevole; ma soprattutto, ci mancherai, perché dopo 17 anni di vita parrocchiale condivisa, abbiamo imparato a volerti bene, al di là di quello che sei e di quello che fai! E, quello che hai fatto, è innegabile e sotto gli occhi di tutti! Mai fermo, sempre alla ricerca di novità, con nel cuore il desiderio di essere ovunque e di arrivare ovunque, spinto da quel “Caritas Christi urget nos” che ti ha permesso di intessere relazioni speciali e fare scelte innovative e all’avanguardia… Grazie, don, per tutto quello che hai realizzato, ma anche per ciò che è rimasto solo un pio desiderio; grazie per le energie che hai speso, con passione e costanza, nel tuo ministero sacerdotale; grazie per la tua esuberante fantasia, che ci ha costretti, magari brontolando, a seguirti in imprese ’faraoniche’ (come dimenticare la discesa a Gradisca della Madonna del Lussari; il triduo in onore di San Giovanni Paolo II, con la preziosa reliquia donata dal cardinale Stanislaw Dziwisz, tuo amico ed estimatore; le varie processioni in onore di S. Antonio, recuperato dagli archivi storici come Patrono della nostra città); grazie per aver aperto le porte, non solo della chiesa, alle tante coppie in difficoltà, alle famiglie in crisi, a coloro che si sentivano giudicati ed esclusi; grazie per aver trovato il coraggio di sostituire al legalismo la misericordia, anticipando le direttive di Papa Francesco… Ma grazie anche per i salti mortali che ci hai fatto fare; per gli scontri avuti; per le incomprensioni non sempre risolte. Grazie, perché ci hai testimoniato che un prete è a servizio della sua Comunità, con quello che è, col suo stile personale, con il suo bagaglio umano, fatto di debolezza e di forza; uno che non è perfetto, ’santo subito’, ma uno che, insieme al suo popolo, cammina verso la santità, condividendone fatiche e tentazioni! E, a proposito di bagaglio, ci piacerebbe aiutarti a traslocare la tua valigia stracolma di emozioni, di successi e insuccessi, di gioie e di delusioni, che sono la ricchezza che hai accumulato in questi 17 anni di servizio e di amore alla tua parrocchia, ma sappiamo che non ne hai bisogno, perché la porterà il Maestro per te. Vogliamo, però, stringerti in un abbraccio virtuale e assicurarti la nostra costante preghiera, e speriamo in un contraccambio, nella consapevolezza che i cristiani, anche se agli antipodi del mondo, possono stare in una comunione così stretta, da sentirsi, in Cristo, più vicini che mai! Nutriamo la speranza che questo periodo di riflessione e di riposo (ma riuscirai mai a stare fermo?) possa essere per te fecondo e portatore di nuovi progetti (non troppi, però!) nonché di rinnovato amore per l’Evangelizzazione! Nulla cambierà, in Parrocchia, ma nulla sarà più uguale! Ad multos annos, don Maurizio!
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