Giubileo: il significato della porta
30 Novembre 2015
Papa Francesco il giorno 11 aprile di quest’anno promulgò la Bolla “Misericordiae Vultus” con la quale indisse il Giubileo Straordinario della Misericordia per la Chiesa. Si tratta di un Giubileo che si inserisce nella tradizione cattolica le cui radici si addentrano fino all’inizio del XIV secolo. La tradizione degli anni santi è rintracciabile proprio in quel periodo, prima non abbiamo memoria di una simile tradizione.Comunque le memorie del cardinale Jacopo Caetani degli Stefaneschi nel documento De centesimo sive Jubileo anno liber parlano di un vecchio di 108 anni che, interrogato da papa Bonifacio VIII, confermò che cent’anni prima, nella notte tra il 1199 ed il 1200, assieme al padre si recò di fronte al papa Innocenzo III per ricevere “l’indulgenza dei cento anni”. Tale testimonianza esiste tutt’ora. Nonostante questa testimonianza non abbiamo fonti coeve a papa Innocenzo III o antecedenti che ci testimonino l’esistenza di una simile tradizione in Roma.L’Anno Santo come noi lo conosciamo presenta alcune caratteristiche: la prima riguarda la conversione, il perdono dei peccati e la remissione della pena, questa remissione della pena legata all’indulgenza plenaria (tema che approfondiremo in un secondo momento); la seconda riguarda la localizzazione nella città di Roma, sede del Papato e luogo che conserva la tomba del Principe degli Apostoli, San Pietro; la terza consiste nel passaggio della “Porta Santa” tradizionalmente collocata nella basilica di San Pietro in Vaticano. Nonostante la tradizione della Chiesa cattolica in merito all’anno giubilare abbia la sua fondazione in un tempo, possiamo dire, recente, la sua fondazione teologica è collocata , comunque, nell’Antico testamento.Il giubileo ebraico trova le sue radici nell’intero capitolo 25 del libro del Levitico. Qui si tratta dell’Anno Sabbatico stabilito dal legislatore Mosè. “Conterai anche sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni”. Questo anno, detto “sabbatico” in relazione al giorno di sabato ed in relazione anche al settimo anno che “sarà come il sabato” (Lv.25, 4a), veniva aperto dallo squillo della tromba dell’acclamazione. Tale strumento era ottenuto dal corno del caprone detto “Jobel”. Le caratteristiche di questo anno, peraltro mai applicato seriamente dal popolo ebraico almeno nella sua parte materiale, prevedeva la liberazione degli schiavi, l’interruzione dei lavori manuali relativi all’agricoltura, il riscatto delle proprietà, in definitiva un “anno di grazia del Signore” di cui parla Gesù nella sinagoga di Nazareth dopo aver letto il libro del profeta Isaia. L’intento era quello di ristabilire l’equilibrio tra gli ebrei, l’eguaglianza tra loro quali figli di Dio, ricordando, in modo speciale, che la terra è di Dio e non degli uomini e di questa terra e dei suoi frutti devono beneficiare tutti. Attenzione non solo un effetto sul piano sociale, ma anche un effetto nell’animo dell’uomo che, sospeso il lavoro dei campi, era chiamato a riequilibrare il suo profondo rapporto con Dio. Un sabato, giorno del Signore, esteso lungo il corso di un intero anno. Nel cristianesimo si è travasato soprattutto il concetto di “remissione” di un debito che l’uomo contrae a causa del peccato personale con Dio nel conseguente riequilibrio del rapporto con Dio e la sua signoria.Un secondo aspetto da non trascurare, riguarda la “porta santa”. A Roma vengono aperte ben quattro porte sante nelle quatto basiliche maggiori. Passare una porta anche se chiusa da anni non cambia la vita dell’uomo. Non è il semplice oltrepassarla che modifica l’uomo, né lo cambia. E’ necessario comprendere bene il significato di questa “porta” e il suo significato lo troviamo nelle stesse parole del Cristo: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore” … “se uno entra attraverso di me, sarà salvo, entrerà ed uscirà e troverà pascolo” (Gv. 10, 7-9). La porta santa o porta giubilare non è, quindi, una semplice porta materiale, ma è lo stesso Cristo attraverso il quale dobbiamo passare per essere salvi! Questo significa vivere la conversione come adesione definitiva a Cristo.Roma ha visto ben 700 anni di storia giubilare, Papa Francesco ha stabilito che i benefici legati al giubileo si possono ottenere e vivere in tutte le parti del mondo, nelle proprie diocesi. Non è, comunque, una novità assoluta, anche Papa Paolo VI diede simili disposizioni nel 1966 per tutte le diocesi del mondo. La novità dell’azione di Papa Francesco sta nella decisione di sollevare i fedeli dal mettersi in cammino dalle loro terre verso Roma. Questo non è in verità proibito, ma non è più necessario.Siamo invitati a volgere lo sguardo verso le tre chiese della nostra diocesi chiamate dal Vescovo Carlo Redaelli ad essere “porta giubilare”: la chiesa cattedrale in Gorizia, la Basilica Poponiana di Aquileja, il Santuario della Madonna di Barbana in Grado e per un periodo ristretto il Santuario di Rosa Mistica in Cormons.*Delegato Arcivescovile per l’Anno Giubilare
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