Porta Santa e Misericordia
7 Dicembre 2015
Papa Francesco ha aperto la prima Porta Santa o Giubilare quella della chiesa cattedrale di Bangui, capitale della Repubblica del Centrafrica e lo ha fatto in anticipo sulla data prevista per la Porta di San Pietro in Vaticano apertura stabilita per il giorno dell’otto dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria.La Bolla “Misericordiae Vultus” parla di Porta Santa e di Porta della Misericordia identificandole tra loro nel significato teologico più profondo. A Roma si apriranno le quattro Porte Sante, la più nota delle quali è quella collocata a San Pietro in Vaticano e nel mondo, come a Gorizia, Aquileja, Grado e Cormòns, si apriranno le Porte della Misericordia.Si possono identificare tra loro in quanto la Porta in realtà non è una semplice apertura nella parete che ci consente il passaggio dall’esterno all’interno, ma è lo stesso Cristo che si fa porta.Cristo che si fa Porta! ecco il concetto chiave per comprendere e vivere l’anno di grazia che è l’Anno Santo. L’invito del Redentore è quello di passare attraverso la sua persona entrando di fatto in lui, nella sua stessa vita. Si passa da un “esterno” che si identifica con la nostra vita vissuta nella propria normalità certo, ma senza quel sale e quel lievito che la possono rendere straordinaria e si transita ad un “interno” dopo aver “tesaurizzato quel sale e quel lievito” donatici dallo stesso Signore Gesù. Questo passaggio, in verità è già avvenuto una volta nella nostra vita, ma forse non ce ne siamo accorti: era il giorno del nostro Battesimo. Quel giorno siamo stati “rivestiti di Cristo” divenendo Figli di Dio, ricevendo in dono una vita nuova sotto l’azione dello Spirito. Per molti quell’avvenimento così straordinario è stato minimizzato, dimenticato, ignorato e collocato tra i ricordi di una infanzia che, oramai passata, ha portato con sé le speranze vive percepite col cuore di bambini.L’occasione del passaggio di una Porta qui o a Roma può diventare l’occasione per una riscoperta di quello che diamo diventati un giorno quando qualcuno decise per noi il dono dell’amicizia di Dio celebrata nel Battesimo.Gesù non esita a dire di sè “Io sono la Via, la Verità e la Vita” (Gv. 14,6) e lo fa sconcertando gli uditori del suo tempo e anche noi oggi. Si identifica come Verità. Nel mondo dominato dalla dittatura del relativismo – come ha detto bene Benedetto XVI -, dove nessuna verità esiste e tutte le verità diventano vere e non in contraddizione tra loro, proclamarsi “Verità” comporta l’operare un’azione di pulizia. Non ci possono essere più verità che diano significato alla vita dell’uomo e la possono rendere gioiosa e soddisfatta. È Cristo Verità che, come sole, rende caldo il cuore dell’uomo. Gesù si definisce “Vita”, non solo per quell’essere vita biologica che tutti sperimentiamo, quanto e soprattutto nell’identificare in questa “Vita” l’origine ed il fine della vita umana, la sua piena realizzazione e la sua stessa sussistenza. Questa vita, abbiamo detto, è chiamata alla piena realizzazione rendendosi sempre più perfetta “come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli”. Opera di Dio in collaborazione con la volontà buona dell’uomo che si decide in modo definitivo per il Cristo. Gesù si dice di sé che è “Via” da percorrere, riproponendo a noi stessi le scelte compiute da lui stesso quando era tra noi. Qui abbiamo il Vangelo, la Buona Notizia che è fortemente impastata di “speranza, accoglienza e misericordia”. Non potremmo percorrere la via della Vita e della Verità non facendo nostri i gesti di Gesù: il gesto verso la Maddalena, il Buon Ladrone, la Vedova di Naim, verso i 10 lebbrosi…-Papa Francesco, promulgando questo Anno Santo Straordinario, lo ha chiamato espressamente “della Misericordia”, indicando nella “misericordia” i tratti rivelatori del vero ed unico Dio. Ci chiede di sperimentare la Misericordia di Dio passando e ripassando attraverso la Porta che altri non è che il Cristo Redentore. Sarà un gesto che compiremo in questo Anno Santo, una, due, tre, innumerevoli volte e sarà ogni volta un tuffarci nella stessa persona del Redentore, un passare attraverso Lui per renderci ogni volta e sempre più simili a lui che è Via, Verità e Vita trasformando sempre più noi stessi nel recupero della nostra identità battesimale.
* Delegato Arcivescovile per l’Anno Giubilare
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