1965: cinquant’anni fa
11 Gennaio 2016
1965-2015: cinquanta anni. Più che una vita e, probabilmente, anche un tempo non banale. Con il mese di dicembre del 1965 si chiudeva anche per giovani che avevano appena potuto sostenere gli esami per la patente e che, nel caso di chi scrive, avevano intrapreso la ultima parte del curriculum di studi, in questo caso teologici, con il ritorno a Gorizia, un anno di vita singolare e straordinario come testimonia la raccolta dei giornali di quel tempo.Sfogliando le pagine è possibile condividere una larga messe di opportunità, pur dovendo vivere dentro ad un mondo che era segnato nel profondo a causa dei muri reali come quello di Berlino (dall’Adriatico al Baltico per non dire dell’Asia cinese) che si ergeva ormai completato nella sua strutturazione e reso ancora più consistente nel dualismo oriente ed occidente, destra-sinistra e con la totalizzante teoria del tutto bene da una parte e tutto male dall’altra. Tali opportunità sono presto dette: l’elezione alla presidenza della Repubblica dell’on. Giuseppe Saragat a livello nazionale… mentre le prime pagine di questo giornale, al secondo anno di vita dopo la sua resurrezione, parlavano di “una soluzione per i mezzadri di Belvedere”, ma anche di “incontro a Roma per l’autostrada Venezia-Gorizia e Lubiana”. Era l’avvio di novità per la diocesi di Gorizia e la città: per la quale si parla del piano Piccinato e, di conseguenza, si annuncia una nuova parrocchia a Gorizia (San Pio X) e una nuova a Monfalcone (S.Giuseppe). Notizie di prospettive nuove che si intrecciano con la morte di tre missionari in Congo e poi, siamo nel mese di marzo. La rivoluzione delle rivoluzioni nella Chiesa: la riforma liturgica. E’ l’unica riforma conciliare che ha fatto la sua strada e che è destinata a farne altra per il futuro. I limiti sono tutti riscontrabili; primi fra tutti i canti che ha prodotto e che documentano la scarsa incidenza culturale e popolare. Ma non era solo questo, ricordiamo un commento del prof. Sergio Tavano su il Vangelo secondo Matteo, come anche per una ritualità nuova nello spirito e nei fatti. La foto della prima concelebrazione in duomo per la festa dei patroni, documenta un passaggio d’epoca.Mentre si prepara il confronto elettorale (elezioni amministrative), si annuncia la distruzione (!) della chiesa vecchia di Cervignano ed il progetto di quella nuova dedicata a S.Michele a cura dell’arch. Giacomo della Mea. Notizie varie con due segnalazioni: la scomparsa di monsignor Igino Valdemarin (con funerali il Venerdì Santo) e la prima pagina speciale del settimanale a cura del Seminario, autore un teologo del quinto corso M.M. (Mario Malpera) ed un bellissima foto di gruppo del seminario diocesano con i professori del tempo ed ottantotto studenti (mancano i due corsi particolarmente numerosi ospiti a Udine).Si accompagnano le pagine del “nuovo respiro cristiano nell’area studentesca” con un motto preciso “i giovani devono prendere coscienza della porzione di chiesa loro riservata” con la presenza a Gorizia e, nota, con “qualche diversità a Monfalcone”. Fra appuntamenti elettorali, ritorna una “storia a puntate del movimento cattolico isontino” (dalla fine del 1800) a cura di Vir (Camillo Medeot). Iniziativa da imitare anche per le giovani generazioni. Espressione di novità ma in linea con la storia dei cattolici del Goriziano, sono segnalati gli incontri di circoli culturali (centro A. Rizzatti) e istituzioni pubbliche, prima a Vello (Olanda) e poi in Slovenia ed in Carinzia a dimostrazione della vocazione europea di Gorizia. Se ne fa eco l’arcivesovo Andrea Pangrazio che ipotizza un ruolo specifico per Gorizia a livello comunale, provinciale ed internazionale.Tra le segnalazioni, l’avvio del rinnovamento “conciliare” anche per l’Azione cattolica diocesana con un convegno dei giovani e don Claudio Bucciarelli, mentre si annunciano tre, diventati poi quattro, preti novelli, Baldas, Bottacin, Gregori e Rizzatti; un ricordo del poeta organizzato Minut con nota di pre Tita Falzari ed un commento intelligente ed acuto di don Andrea Spada sui testi letterali delle nuove traduzioni liturgiche, questione che si rinnova… mentre in pieno luglio l’arcivescovo Pangrazio parla in seminario ai politici ed amministratori con uno di questi discorsi che ancora si ricordano da diverse componenti. Alla fine di agosto si annuncia che la dodicesima (!) parrocchia di Gorizia sarà dedicata a S.Anna e si annuncia l’inaugurazione dell’oratorio di S.Rocco.Fra le righe ma non tanto, prende lo spunto una polemica coraggiosa mirante a mettere a punto la questione dei rapporti fra comunità e minoranze soprattutto: nasce una domanda di conoscenza reciproca, di collaborazione e di unità nella diversità. Non mancano gli editoriali “del senso del peccato” ma anche rubriche puntuali ad un ricordo centenario: 3 giungo 1915: l’esodo della popolazione di S.Lorenzo di Mossa con una nota di Camillo Medeot ed una successiva di pre Tita Falzari (celebrazione del cinquantesimo).La cultura è in movimento: Sergio Tavano se ne fa interprete con una nota puntuale che porta questo titolo “Esiste a Gorizia una cultura autonoma?” Il commentatore della vita del seminario si fa vivo con una nota sulle “novità” della esperienza estiva dei seminaristi e teologi; si annuncia a Udine (ultima della serie) la “XXXVIIa settimana dei cattolici italiani”, mentre il Consiglio regionale assume provvedimenti in merito alle alluvioni autunnali e viene annunciata da papa Paolo VI, autore della celebrata e indimenticabile enciclica “Ecclesiam suam”, della quarta ed ultima sessione del Concilio ecumenico Vaticano II.Una tornata degna di ogni attenzione: saranno approvati importanti decreti e costituzioni, quella su “Chiesa e mondo contemporaneo” ed i decreti altrettanto fondamentali su Vescovi, Vita religiosa, Formazione sacerdotale, Educazione cristiana, Religioni non cristiane (Nostra aetate), Rivelazione (Dei Verbum), Apostolato dei laici, Libertà religiosa (Dignitatis humanae), ministero e vita dei presbiteri. Un patrimonio ancora attuale e urgente che viene consegnato alle chiese locali, ai credenti in attesa di un ripensamento ed un scelta. Mentre in Francia rispuntano “i preti operai”, a Gorizia fanno capolino i nomi dei “missionari goriziani nel mondo ” padre Baldo Olivo, don Mario Marega ed altri.Le cronache – ricordando la visita di Paolo VI ed il discorso all’Onu – danno notizia del nuovo capitolo della politica della nuova amministrazione comunale guidata dall’on. Michele Martina che parla di “politica internazionale della città di Gorizia”, nasce a Gorizia una nuova rivista studentesca “Otto e mezza”; si denuncia come sconcertante una polemica di denuncia il tentativo di negare a Gorizia il ruolo di “ponte naturale” fra est ed ovest con una coda che richiama le responsabilità dei cattolici delle due comunità ad essere testimoni ed in dialogo; si annuncia una conferenza su “Theilard de Chardin a Gorizia” e valutazioni contrapposte per la realizzazione del primo supermercato. Padre Vit tiene una conferenza alle Acli su Concilio e ruolo dei laici; il settimanale dedica una pagina all’opera ed alla spiritualità di monsignor Novarese ed una cronaca ad una paraliturgia sul Natale guidata in seminario da don Mario Lo Cascio.L’anno 1965 si chiude con la consegna dei documenti conciliari in diocesi: domenica 12 dicembre 1965 asl S.Cuore una grande manifestazione che coinvolge l’intera diocesi. Un anno, il 1965, di apertura e di speranze grandi. Il 2015 che si chiude finalmente e non tutto in rosa. Cinquanta anni fa i confini si abbassavano, mentre in Europa rinascono i muri fatti di filo spinato. Settecento cinquanta bambini sono stati vittime innocenti di questa orrenda disumanità (fuga dalla guerra e naufragi nel Mar Mediterraneo). Il 2016 si annuncia come un anno bisestile; se vogliamo, è un tempo nel quale esserci e testimoniare.
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