Visitare i malati offrendo vicinanza
8 Febbraio 2016
Nella Giornata Mondiale del Malato di quest’anno, Maria ci invita: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Gesù, citando Osea “Misericordia io voglio, non sacrifici” (Mt. 9,13) ci propone di vivere la misericordia. Misericordia, dice Papa Francesco, “è la parola che rivela il mistero della SS.ma Trinità”. Dio si rivela a Mosé affermando: “Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e compassionevole, lento all’ira e grande nell’amore e nella fedeltà.” (Es. 34, 5-6). Il Papa ha osservato che “lento all’ira” alla lettera è “di respiro lungo”: è bello immaginare che Dio, difronte a situazioni irritanti non conti solo fino a dieci, ma fino a settanta volte dieci. Anche nel Corano compare questo termine: tutti i capitoli, meno uno, iniziano con la giaculatoria “Nel nome di Dio misericordioso e clemente”. “Misericordioso – scrive il filosofo e scienziato Seyyed Hossein Nasr, appartenente all’Islam tradizionale – è l’aspetto trascendente della pietà divina: è una clemenza che, come il cielo, abbraccia e contiene tutte le cose. Clemente è l’aspetto della pietà immanente di Dio. É come un raggio di luce che brilla nel nostro cuore e riguarda la vita e gli eventi individuali. Le due qualità esprimono assieme la totalità della divina pietà, che ci abbraccia da ogni dove e ci splende dinnanzi dall’interno del nostro essere”. Gesù è il volto umano della misericordia di Dio. “Gesù – ha scritto il Papa – rivela la misericordia di Dio. (…) Ha posto la misericordia come un ideale di vita e come criterio di credibilità per la nostra fede.” L’amore si deve fare carne perché “l’amore non è mai una parola astratta”. La tradizione della Chiesa ha identificato come esplicazione – non esaustiva – dell’agire misericordioso, quattordici opere di misericordia, sette spirituali e sette corporali. Per riflettere su questa Giornata è bene soffermarsi su “visitare gli ammalati” e “confortare gli afflitti”. Le opere di carità non si possono esercitare con misericordia se non ci si innalza dal piano dell’avere a quello dell’essere: ci si deve, cioè, impegnare personalmente. Il Talmud recita: “L’elemosina viene fatta solo con il denaro, le opere di misericordia con il denaro e con tutta la persona”. San Paolo scrive: “Se dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.” (1Cor. 13,3). Visitare i malati significa, allora, offrire con discrezione, amore e competenza, una vicinanza per attraversare insieme il guado della malattia, farli sentire meno soli e percepire, anche se infermi in un letto, di essere parte integrante e importante della comunità. É certamente importante la visita da parte del parroco e del ministro straordinario dell’Eucaristia: ma l’attenzione al malato non può concretizzarsi solo nell’aspetto sacramentale. L’opera di misericordia “Ero malato e mi avete visitato” (Mt. 25,36) Gesù la propone ad ogni battezzato. Sarebbe bello che una comunità ecclesiale sentisse il desiderio di costituire un gruppo di “volontari della consolazione” per alimentare rapporti umani con persone più o meno impedite ad uscire, costrette a ridurre la presenza nel sociale. Senza nulla togliere al parroco e ai ministri straordinari della Comunione, questi volontari si affiancherebbero a loro per estendere alle periferie esistenziali la testimonianza dell’amore misericordioso del Padre.
Il programma
Giovedì 11 febbraioGiornata Mondiale del Malato, la Pastorale della Salute propone che nelle strutture socio-sanitarie sul territorio, cioè negli Ospedali di Gorizia, Monfalcone (con inizio alle ore 16, in RSA) e Pineta del Carso di Aurisina e nelle Case di Riposo si celebri l’Eucaristia. È opportuno che queste celebrazioni ricevano una sottolineatura particolare: siano il convenire della Comunità presente nel territorio all’interno delle strutture. Si manifesta così l’impegno della comunità di donare attenzione alle persone presenti negli Ospedali e nelle Case di Riposo.
Domenica 14 febbraioGiornata Diocesana del Malato: la celebrazione diocesana si terrà nella parrocchia di San Michele Arcangelo a Cervignano del Friuli: alle ore 14.30 verrà recitato il Rosario ed alle ore 15.00 inizierà la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli I “malati” che possono, uscendo da casa, incontrano la comunità dei fedeli e sono al centro dell’attenzione ecclesiale. Esperienza questa che non può essere di un giorno, ma che ogni comunità è invitata a rendere sempre più quotidiana e normale.
Nel mese di SettembreSi ripeterà il tradizionale pellegrinaggio al santuario mariano dell’’isola di Barbana del malato, del volontario e dell’operatore sanitario per vivere il Giubileo Straordinario della Misericordia.
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