L’aiuto di Humanity First per i richiedenti asilo

Me l’avevano chiesto i rappresentanti di Humanity First, ONG internazionale, dopo un sopralluogo, l’autunno scorso, lungo le rive dell’Isonzo e gli accampamenti dei richiedenti asilo: la situazione a Gorizia era evidentemente una di quelle che giustifica pienamente l’aiuto umanitario.Erano i giorni in cui si stava faticosamente organizzando il campo San Giuseppe e l’installazione dei moduli abitativi da parte di Medici Senza Frontiere. E nel lungo elenco delle necessità, il volontariato aveva indicato la donazione di indumenti e scarpe, la cui sostituzione e integrazione è sempre una delle principali priorità nelle attività di accoglienza di base, visto che il lunghissimo e disagiato viaggio, gli incidenti lungo il percorso, e gli “speciali trattamenti” spesso subiti nei casi di trattenimento in altri paesi della rotta balcanica riducono il bagaglio al minimo, molte volte letteralmente a niente oltre ai panni indossati.La sede di Humanity First di Francoforte ha risposto: tra gli impegni derivanti dall’aver attivato un campo profughi in Siria e uno in Yemen e dall’aver inviato anche un team di tecnici per realizzare un progetto di ricostruzione in aree devastate dalla guerra, ha organizzato l’acquisto e l’invio di materiale a Gorizia.Il furgone è giunto nei giorni scorsi, consegnando a Caritas e a Betlem, con l’aiuto di volontari di Humanity First (un ingegnere informatico e alcuni studenti universitari di origine pakistana che da moltissimi anni vivono, lavorano e studiano a Trento)  una considerevole quantità di abiti e scarpe.Questo importante contributo migliorerà significativamente la distribuzione di vestiario da parte dei volontari che affiancano l’attività di Medici Senza Frontiere: una responsabilità che Betlem onlus si è assunta fin dall’apertura del campo San Giuseppe, consentendo in questo modo a MSF di occuparsi esclusivamente della consegna del kit igienico alle persone accolte e assistite. E che si estende anche ai richiedenti asilo che trovano rifugio nel dormitorio Faidutti e nella parrocchia della Madonnina.