Laudato sì: l’impegno di ciascuno per dare un futuro all’umanità

Nel giro di qualche decennio è completamente cambiato il modo di pensare il futuro: dall’idea di sviluppo senza fine, destinato a condurci verso un futuro di benessere per ogni persona ed ogni popolo, siamo passati alla consapevolezza diffusa di avere imboccato una strada potenzialmente autodistruttiva per l’umanità. Riscaldamento globale, cambiamento climatico, esaurimento delle risorse, disuguaglianza sociale, instabilità politica ed economica, masse di migranti in fuga da situazioni di vita insostenibili: c’è un filo rosso che collega gli elementi di questo panorama da incubo, ed è lo sfruttamento a beneficio di pochi della nostra casa comune, la Terra. Di questi problemi, che incombono sul nostro presente e che condizioneranno il nostro futuro, si è discusso a lungo nell’assemblea pubblica promossa dagli studenti del Brignoli venerdì 26 febbraio nel Teatro di Gradisca d’Isonzo, con il patrocinio e l’attenta partecipazione dell’amministrazione comunale locale. Ad introdurre il dibattito erano stati invitati alcuni nomi eccellenti, a partire dall’arcivescovo di Gorizia mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, che ha con molta semplicità presentato i temi fondamentali dell’enciclica Laudato si’. Dentro la questione ambientale, ha ricordato l’arcivescovo, è nascosta una grave questione morale e religiosa, legata al mancato riconoscimento del mondo come dono di cui val la pena avere cura, per passarlo alle generazioni successive. L’obiettivo del guadagno immediato porta a sfruttare gli altri, e a rendere anche noi stessi schiavi del guadagno altrui. Questa catena che ci siamo messi al collo da soli è in gran parte fatta della convinzione che non vi possa essere benessere al di fuori del continuo aumento dei consumi, come ha dimostrato con grandissima efficacia il prof. Marangon dell’Università degli Studi di Udine. La schiavitù del PIL, ha spiegato il relatore ad un uditorio attento a comprendere se vi siano alternative, nasconde a ognuno di noi la verità, e cioè che abbiamo fatto di un singolo e parziale indicatore economico un autentico feticcio. All’economia “del cowboy”, per il quale il mondo è una conquista senza limiti e leggi, va sostituita oggi l’economia “dell’astronauta”, attento a usare al meglio le poche risorse vitali della sua navicella. Lo stato delle risorse naturali e le criticità ambientali più evidenti sono state poi spiegate in modo estremamente chiaro e coinvolgente dal dr. Cargnelutti, presidente regionale di Legambiente. Dalla sua presentazione è emersa l’urgenza di riuscire a stare nei limiti imposti dalla natura stessa della nostra Terra, e che oggi sono in larga parte ben conosciuti e studiati. Vi è un oggettivo rischio di assuefazione alle notizie di allarme che giungono tanto spesso sullo stato dell’ambiente, come pure di non comprendere la vastità dei processi di cambiamento che si sono messi in moto, e che richiedono una nuova capacità di mutua relazione tra uomini, generazioni e specie. Lo stare nei limiti della natura, infatti, è anche una via fondamentale per rispettare i diritti umani. A quest’idea si è ricollegata anche l’ultima relatrice, dr.ssa Cremaschi, membro del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. La sua attenzione è stata portata sulla Carta della Terra, che delinea i principi e le azioni necessarie a ristabilire l’equilibrio tra uomo e ambiente, e dunque anche sull’importanza dell’agire concreto di ogni cittadino rispetto alla casa comune: in questo senso, ogni persona agisce politicamente quando prende decisioni che influiscono sul futuro dei suoi simili. La provocazione della relatrice agli studenti è stata perciò di pensare a quali azioni possano essere svolte dai singoli per diminuire l’impatto ambientale, e quali azioni possano essere chieste ai politici per giungere a decisioni di maggiore portata sulla nostra società. Nel lungo dibattito successivo, molti studenti sono intervenuti con richieste e proposte, dando la sensazione che, come ha sottolineato il Dirigente scolastico Marco Fragiacomo, l’incontro abbia segnato un punto di svolta per la vita dell’istituto, impegnandolo ad ancora più decise prese di posizione sia nella conduzione della propria azienda agricola sia nella propria azione educativa. Come ha ben sintetizzato la rappresentante degli studenti, Martina Postir, la preparazione all’incontro, il dibattito e le iniziative che seguiranno rappresentano momenti importanti nella formazione alla cittadinanza attiva dei più di duecento giovani studenti dell’istituto gradiscano, che rappresentano quella “generazione del futuro” cui il mondo va riconsegnato.