Gioire nella comunione
16 Maggio 2016
Contemplando l’attività di papa Francesco in questi anni, si vede riecheggiare nella sua pastorale lo stesso desiderio di San Paolo che ogni persona si possa incontrare con il vangelo nel suo nucleo centrale, che ciascuno sperimenti nella propria vita la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Cristo Gesù morto e risorto, che tutti tocchino con mano l’amore misericordioso più forte dell’odio e della morte. Chi si incontra con questo annuncio e lo accoglie sperimenta un intimo gaudio e una profonda letizia. Una Chiesa in uscita che rimane in uno stato permanente di conversione della sua pastorale richiede di saper presentare prima di tutto il cuore del vangelo della gioia. Protagonisti privilegiati di questo annuncio e di questa promessa di gioia nel ministero di papa Francesco sono soprattutto i giovani. Mettendosi sulla scia dei suoi predecessori, il vescovo di Roma ha intuito, giustamente, che attraverso il linguaggio della gioia e attraverso il canale delle beatitudini i giovani possono scoprire la ricchezza del Vangelo. Per questo ha proposto nei suoi messaggi ai giovani negli ultimi tre anni un itinerario attraverso le beatitudini: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5, 3) (2014); “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8) (2015); “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7) (2016). Il culmine di questo itinerario verrà toccato durante la celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia, nel prossimo luglio, che sarà il Giubileo dei Giovani, l’evento più grande e coinvolgente di quest’anno della Misericordia. Se si desidera che il mondo sia inondato di misericordia, i giovani devono sperimentare nella propria carne l’amore tenero del Padre e devono imparare a prendersi cura del fratello, soprattutto quello più debole e bisognoso. Inserendosi in questo movimento di annuncio della gioia e della letizia del vangelo nel suo nucleo essenziale la nostra Chiesa diocesana ha provato a proporre in quest’anno un itinerario da vivere con i giovani. Si è cominciato rileggendo in chiave di cammino e di pellegrinaggio la propria esistenza fin dalla veglia missionaria di ottobre, quando alcuni giovani hanno raccontato ai coetanei le loro esperienze di viaggio e di servizio. Non solo la vita di ogni persona può essere vista come un pellegrinare, ma il desiderio di Dio di incontrare ogni persona spinge Dio stesso a mettersi in cammino: anche la nostra diocesi è stata visitata in dicembre dai segni della Croce di S. Damiano e della Madonna di Loreto che accompagneranno i giovani italiani anche a Cracovia come dono per la Chiesa Polacca. Il cammino dell’umanità passa anche attraverso vallate tenebrose come quelle sperimentate durante la seconda Guerra Mondiale nel vicino campo di sterminio della Risiera di S. Sabba teatro di un incontro regionale dei giovani nel mese di gennaio. La malvagità però non è in grado di cancellare l’appello alla beatitudine e alla felicità iscritto nel cuore di ogni persona. Proprio il tempo di quaresima è stato caratterizzato da un cammino in cui si sono intervallati dei momenti diocesani in cui approfondire il vangelo delle beatitudini, in particolare di “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia”, e dei momenti decanali/parrocchiali in cui vivere concretamente delle opere di misericordia. Nella Veglia di Pentecoste questo itinerario alla scoperta delle beatitudini arriverà come al suo trampolino di lancio. La misericordia e la beatitudine sono già accessibili e vivibili grazie al dono dello Spirito Santo ricevuto nel Battesimo e confermato nella Cresima. L’incontro di venerdì 13 maggio sarà prima di tutto l’occasione per recuperare la freschezza del proprio Battesimo e della propria Confermazione domandandosi che cosa ne abbiamo fatto di quei doni. Animati dallo Spirito Santo si diventa capaci di scelte di amore e si diventa capaci di testimoniare l’amore. La testimonianza dell’amore di Dio si innesta nella quotidianità soprattutto grazie alla presenza dell’amore matrimoniale. La vocazione matrimoniale è luogo in cui sperimentare la beatitudine e in cui esercitarsi alla misericordia. L’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia è una miniera di spunti a vivere la freschezza e la gioia dell’amore con cui la Pastorale Giovanile vuole cominciare a confrontarsi. Insomma la Veglia di Pentecoste sarà il nostro piccolo Giubileo dei Giovani prima di tutto perché sarà l’occasione di comunione tra i giovani della diocesi: non servirebbero contenuti particolari o effetti speciali per motivare l’incontro, ma la sola comunione potrebbe già di per sé essere motivo sufficiente per gioire. La Veglia di Pentecoste sarà il nostro piccolo Giubileo dei Giovani perché verrà affidato il mandato e verranno benedetti i pellegrini alla GMG perché siano testimoni presso i loro coetanei della gioia del vangelo e della letizia dell’amore. Aquileia sarà così il trampolino verso Cracovia.
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