Città vecchia e senza prospettive?
20 Giugno 2016
Proseguono le interviste realizzate dagli studenti della classe III del Liceo Linguistico “Paolino d’Aquileia” di Gorizia nell’ambito del progetto Alternanza Scuola – Lavoro, che li vede “giornalisti in erba” con il nostro settimanale. Dopo l’approfondimento con il vice prefetto Massimo Mauro sulla situazione dei richiedenti asilo, i ragazzi hanno incontrato l’assessore comunale Silvana Romano, dialogando con lei sul Welfare e sugli interventi che l’amministrazione cittadina mette in campo per sostenere le fasce più in difficoltà.Per noi giovani Gorizia può apparire una città vecchia e senza prospettive. Per verificare la situazione dei servizi e della città in generale abbiamo intervistato l’assessore comunale Silvana Romano, che si occupa del Welfare, Politiche sociali e familiari, Servizi socio assistenziali ed educativi. Ci ha presentato una città spesso molto critica nei confronti di sé stessa e che a volte fa difficoltà a dialogare tra enti ed associazioni ma che presenta anche molti punti di forza, come iniziative culturali e sussidi alle famiglie.Assessore, come mai sono così potenziate le iniziative culturali in città?
Innanzitutto Gorizia è una città di cultura sin dall’800. Storicamente questo genere di iniziative ha sempre riscosso successo in città. Negli ultimi anni il problema principale consiste nella mancanza di dialogo tra le varie associazioni culturali in campo. Il Comune propone, come soluzione, la convocazione di queste associazioni, in modo da favorire la collaborazione. Questo agevola molto la gestione delle circa 70.000 persone che aderiscono a questi eventi.
Sentiamo spesso parlare del Punto Giovani: qual è il suo scopo?
Per quanto riguarda il Punto Giovani, il diretto interessato è l’assessore alle Politiche Giovanili Stefano Ceretta, un ottimo punto di riferimento e, tra i nostri assessorati, si collabora molto bene. Il Punto Giovani solitamente è frequentato da ragazzi che partecipavano già alle attività dedicate alla fascia d’età 6-14 anni e che, ancora oggi, sono entusiasti di frequentarlo. Sfortunatamente è un gruppo piuttosto ristretto di ragazzi e, talvolta, coloro che frequentano questo posto vengono purtroppo visti dai coetanei- per usare un termine giovanile – degli “sfigati”. Sarebbe auspicabile una maggiore partecipazione da parte dei ragazzi, anche se dopo i 15 anni l’offerta delle iniziative è alquanto limitata.
Qual è la risposta a queste iniziative?
C’è da fare una premessa: Gorizia è sempre stata critica verso sé stessa. Inoltre la popolazione ha un’età media molto avanzata (su 34.000 abitanti circa 10.000 sono ultra 65-enni). Credo che le persone più anziane si sentano talvolta infastidite da tutti questi eventi perché, forse, fanno fatica a ricordare la giovinezza.
Ultimamente quale incarico l’ha coinvolta di più?
Sicuramente la creazione di nuovi asili mi ha tenuta impegnata. Un altro punto riguarda il Reddito di cittadinanza: esiste una legge che lo disciplina, ma è difficile dare risposte concrete agli interrogativi dei cittadini. Di recente poi è stato firmato un protocollo riguardante l’inserimento lavorativo, che in realtà non è realistico: abbiamo ricevuto circa 800 richieste ma, purtroppo, non siamo nelle condizioni di soddisfarle tutte. Abbiamo distribuito a questi richiedenti un totale di 920.000 euro. Il sussidio individuale va da 360 a 1.100 euro. La Regione ci aveva espressamente chiesto di accreditarlo su ciascun conto corrente, tuttavia non è stato possibile perché molte persone non hanno un conto corrente aperto, addirittura certi non hanno neppure fissa dimora. La fascia d’età di queste persone è compresa tra 30 e 50 anni con circa la metà composta da stranieri.
Come sono organizzati i servizi sociali per le famiglie?
I servizi sociali si dividono in 4 settori: minori, anziani, aiuti alle famiglie, disabilità. I progetti che li disciplinano sono previsti dalla legge. Nell’anno 2015 sono stati spesi 5.522.000 euro suddivisi tra case di riposo, disabilità e quant’altro. Per quanto riguarda il sostegno al reddito familiare le richieste vengono inoltrate soprattutto da italiani (62%) ma anche in parte da stranieri. Per quanto riguarda le fasce d’età a cui distribuiamo questo denaro, il 60% sono adulti, il 26% anziani e il 14% minori. Queste cifre comprendono sempre l’Ambito Alto Isontino.
C’è qualche forma di sostegno allo studio?
In realtà non è previsto un sostegno di tipo diretto. Se viene presentato l’ ISEE si può avere diritto ad un sostegno per il trasporto e per il materiale scolastico. La stragrande maggioranza del denaro speso per i minori è indirizzato ai disabili, solo una minima parte riguarda gli studenti.
Ci può fornire qualche dato ufficiale?
Nell’anno 2015 sono stati spesi 3.546.000 euro per anziani non autosufficienti, 1.551.000 euro per i disabili, 1.827.000 per minori e famiglie, 1.122.000 euro per adulti a rischio di emarginazione sociale.
Guardando alla fascia dei giovani, quali prospettive lavorative ci sono per loro a Gorizia?
Secondo la mia esperienza so che Gorizia può offrire poche possibilità al momento, personalmente – anche da mamma e nonna – riconosco che è in ogni caso utile fare esperienza altrove, magari ritornando poi a Gorizia con nuove idee e proponendo in città qualcosa che ancora manca.
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