Polazzo ha sciolto il voto alla Madonna di Lourdes
25 Luglio 2016
Da qualche anno ormai si indica la “Vergine del Monte Carmelo” quale protettrice del paese di Polazzo. Purtroppo questo equivoco, sorto qualche anno fa, permane tutt’oggi condizionando celebranti e fedeli. L’inizio della devozione mariana, come la conosciamo oggi, nel paesino bisiaco può essere fatta risalire al 1883. Secondo studi di storici locali, confermati da documenti conservati nell’archivio parrocchiale di Redipuglia, si può constatare come fu Antonio Ceriani, primo fabbriciere della chiesa e all’epoca vice podestà di Fogliano, a far giungere da Tolosa, in Francia, le due statue lignee di S. Agata e della Madonna di Lourdes. Prima di questa data in chiesa si trovava sicuramente una statua lignea seicentesca di S. Orsola (tutt’ora conservata nella parete di controfacciata sul lato sinistro della porta). Tale Antonio Ceriani, dunque, dopo aver donato alla comunità la nuova statua lignea, si adoperò per fare in modo che venisse sciolto annualmente il voto a Maria. Il curato di S.Pier, don Giacomo Pussig, benedisse la statua in piazza, come testimonia una lettera postuma dello stesso Ceriani, ritrovata sotto la statua lignea alla fine degli anni Ottanta dello scorso secolo quando si decise il “restauro” dell’edificio religioso.Riporto di seguito, secondo la trascrizione dei Sergio Vittori, la lettera del Ceriani: L’anno 1858, 11 febbraio a Lourdes, piccola città nello spartimento degli alti Pirenei appariva la Vergine Immacolata nella grotta di Massabielle alla pastorella Bernardin Sorbirous e dopo scorsa la diciottesima delle apparizioni disse alla pastorella queste parole “Io sono l’Immacolata Concezione”. Onde onorare mai sempre la madre di Dio, il sottoscritto I fabbriciere di questa Chiesa fece venire dalla Francia città di Tolosa, questa adorabile statua collocata in questo trono a proprie spese facendo uno speciale dono a questa povera Chiesa a perpetua memoria di questa devota popolazione. Il molto reverendissimo parroco don Giacomo Pussig, volendo solennemente prima d’inalzare sopra questo sacro altare l’Immacolata Vergine Maria con una novena dando principio la sera del giorno 17, dopo la quale passava alla Sacra Benedizione nella solenne Santa Messa nella domenica 26 agosto 1882 alla presenza di uno straordinario e numerosissimo concorso di pubblico, nel dopo pranzo dopo compiuti i Vesperi, il molto reverendo parroco per la ristrettezza della Chiesa saliva sopra un pergamo della pubblica piazza di questo Villaggio, portata la Sacra Immagine dell’Immacolata Maria rimpetto a lui da 12 fanciulle vestite di candido bianco, e fra un numero di oltre seimila persone bandiva ai devoti ascoltanti le lodi e le virtù di Maria Santissima, dopo seguiva la processione solenne sino a Fogliano, così ebbe fine questa benedetta solennità (27 agosto 1883, f.to Antonio Ceriani)”. E’ solo un caso, dunque, come ha notato Sergio Vittori nel suo “Fogliano, Polazzo, Redipuglia, Storia Leggende e Tradizioni della mia gente”, Cormons, 2007, che l’ultima apparizione della Madonna a Lourdes sia avvenuta il 16 luglio 1858, andando a cadere assieme alla festività della Madonna del Carmelo (festeggiata sempre il 16 luglio).
L’edificio religioso: 300 anni e più“1686 fv fata qvesta V[enerand]a chiesa”. Questa è l’epigrafe che si può leggere tutt’oggi sull’architrave della chiesa di S. Agata a Polazzo che però venne solo ampliata in quell’anno. Nella sua visita pastorale del 1593 (ringrazio la dott.ssa Pisano Cristiana per i documenti) il patriarca Francesco Barbaro ordina la demolizione di un altare laterale, posto sulla parete sinistra, e descrive la chiesa della “Villa di Polazzo” come un edificio dotato di altare maggiore consacrato (la cui dedicazione era festeggiata la prima domenica dopo S. Martino) e di una confraternita. Venne consacrata il 6 maggio 1727 dal vescovo Daniele Delfino che era in visita pastorale a San Pier con lo zio Patriarca, Dionisio Delfino. In questa occasione pose le reliquie dei SS. Martiri Claro e Bonifacio, stabilendo che la dedicazione andasse a cadere la seconda domenica di luglio. L’8 febbraio 1885 venne benedetta la statua di S. Agata, fatta giungere da Tolosa sempre dal Ceriani assieme all’effige della Madonna di Lourdes, dal pievano don Giacomo Pussig. Particolare, infine, l’ultimo “restauro” eseguito nel 1986, a trecento anni dalla prima documentazione della chiesa, vide la risistemazione del battistero e dell’abside con il rivestimento marmoreo dello stesso. Quello che andò perso definitivamente fu l’altare edificato nel 1883, assieme alle reliquie poste nel 1727 dal Patriarca Delfino, le balaustre, le quattordici stazioni della Via Crucis, il trono della Madonna, la statua orante di Santa Bernadetta ai piedi della Vergine e i quattro stendardi processionali, i due altari laterali e un dipinto del Martirio di Sant’Agata, senza contare il numero di paramenti andati perduti, il tutto ancor oggi rimpianto da gran parte dei fedeli di Polazzo.
La devozione di un tempo…Per capire le proporzioni della devozione di un tempo a Polazzo leggiamo cosa riporta “L’idea del Popolo” del 16 luglio 1922: “[…] Dopo i Vespri solenni celebrati da Monsignor Zaneti del R. Sig. Pievano e dei cortesi Curati di Fogliano e di Sagrado, il Rev.mo Celebrante tenne all’affollato uditorio il discorso d’occasione eccitando nei nostri cuori una tenera devozione verso Maria-Virgo Clemensi ed una gran fiducia nella potenza di essa – Virgo Potens. Durante la predica, la fronte si feramente corrucciata del cielo si rasserenò, le nubi quasi per incanto si dileguarono e sopra il nostro caro paesello raggiava un sorriso di serenità di pace, di luce che invitava il popolo devoto ad uscire pure di chiesa per dare ai loro affetti libero sfogo di lode a Maria con pubblica manifestazione di fede con la consueta processione. Gentili signore e signori guidavano la schiera d’avanguardia di cari bambini e di graziose e pie bambine. Una guardia cittadina di Fogliano in gran tenuta dirigeva l’ordine pubblico nella lunga fiumana degli adulti ove questa volta il sesso forte per numerosità non istava secondo al sesso debole, perdon, al sesso gentile e devoto. Monsignor Celebrante coi sacerdoti assistenti precedeva il simulacro della B.V. di Lourdes. I bravi cantori di San Pietro alternavano le lodi a Maria coi devoti concerti del corpo musicale di Sagrado. Il tempo si mantenne poi sereno per tutta la serata e gliene siamo grati, ma se poi esso dopo averci favoriti per la nostra festa volesse corucciarsi di nuovo e mandarci un po’ di “plovisine minudine senz lamps e senz tons” gliene saremo un’altra volta grati”.
… e quella di oggiI tempi cambiano così come le persone e, di conseguenza, il modo di celebrare le feste patronali. Negli ultimi anni la processione mariana in onore della Beata Vergine di Lourdes è andata sempre più affievolendosi fino a giungere, l’anno passato, a vedere meno di una decina di persone presenti alla funzione religiosa.Quest’anno, invece, grazie anche alla buona volontà dei laici, la Processione ha avuto una boccata d’ossigeno: passato un anno i fedeli presenti sono stati quasi un centinaio, partecipando festanti alla Solenne Concelebrazione Eucaristica delle ore 18. Questa, celebrata dall’amministratore parrocchiale di Poggio Terzarmata/Sdraussina don Federico Mirko Butkovi¤ è stata accompagnata dalla corale Sacri Cantores Theresiani diretta dal m.o Vanni Feresin che ha eseguito la Messa in onore di S. Cecilia di Luigi Bottazzo. Ai numerosi canti mariani ha partecipato anche l’assemblea, esprimendo anche a voce la propria devozione a Maria. Alle parole “che pien di giubilo, oggi t’onora” la statua ha varcato la soglia della chiesa per essere portata, con ancora più gioia, per le vie del paese.Procedeva il sacro corteo il piccolo Luca che spargeva leggeri petali di rosa. Seguiva il celebrante, accompagnato dagli arcipreti di San Pier, don Lucio Comellato, e di Ronchi, il decano di Ronchi/Monfalcone/Duino-Aurisina, don Renzo Boscarol. Quindi la statua di Maria e la popolazione, tra cui il sindaco dott. Antonio Calligaris. Ritornati in chiesa, i fedeli hanno udito l’omelia e hanno sostato per una foto comunitaria al termine della solenne benedizione finale.
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