Festeggiati da 30 gruppi i 10 anni di attività dei “Campanari del Goriziano”
12 Settembre 2016
Dieci anni di festa per i Campanari del Goriziano. Il sodalizio ha infatti raggiunto il decimo anniversario di quello che è il ritrovo annuale per tutti i suonatori di campane del territorio. Ad ospitare i quasi trenta gruppi presenti, giunti dall’Italia e dalla vicina Slovenia, è stato il santuario mariano del Monte Santo, sopra Gorizia, che già nel 2007 era stato cornice per l’annuale festa.Nel pomeriggio di sabato 3 settembre un prolungato e gioioso scampanio si è protratto per oltre due ore e mezza ad annunciare la S. Messa delle ore 17 nello stesso santuario. La celebrazione è stata presieduta da mons. Dino De Antoni, arcivescovo emerito, che nell’omelia si è soffermato sull’importanza civile e religiosa delle campane, del loro suono e del loro significato più profondo, esprimendo la sua ammirazione, stima e simpatia per l’arte campanaria. A concelebrare sono stati il direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano, mons. Michele Centomo, che ha tra l’altro curato i libretti della S. Messa, e don Moris Tonso, assistente spirituale della stessa associazione. Dall’alto della cantoria, invece, i Sacri Cantores Theresiani, composti per più di metà da “scampanotadôrs”, hanno accompagnato l’intera liturgia eseguendo la Messa in onore di San Giuseppe Calasanzio, composta da Oreste Ravanello nel 1902, assieme a brani popolari in sloveno e friulano.Al termine, come ormai da radicata tradizione, campanari e non si sono ritrovati sul sagrato per una foto ricordo. Infine la conferenza nella quale, con gli interventi del professor Sergio Tavano e dell’architetto Giacomo Pantanali, è stato presentato il libro “Slovenski pritrkovavec” (il campanaro sloveno) a 90 anni dalla sua prima edizione. Un volume edito grazie alla Fondazione Carigo, alla Provincia di Gorizia e al Centro Tradizioni Borgo San Rocco, che sarà un vademecum per ogni suonatore grazie alla traduzione dallo sloveno all’italiano e, ancora più rara da trovare, una traduzione dallo sloveno al friulano.Interessanti le sottolineature di Tavano sull’unica cultura goriziana che da sempre si esprime in più lingue e i suoi ricordi dei grandi festeggiamenti del 1939. L’intervento di Pantanali, oltre ad offrire un interessante profilo biografico di Ivan Mercina, ha voluto cogliere in particolare l’esigenza di una buona formazione per i campanari, come il volume in più occasioni consiglia ed invita.Al termine sono stati premiati i giovani scampanotadôrs Luca Ragione e Luca Blason che si sono per la prima volta accostati ai Sacri Bronzi nelle scuole campanarie (attivate anche quest’anno grazie ai maestri campanari). L’evento si è infine degnamente concluso con un momento conviviale.
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