Gorizia si riappropria del Monte Calvario
14 Novembre 2016
Gorizia si riappropria di una sua importante parte storica, culturale e ambientalistica. Sono stati riaperti lo scorso 5 novembre gli antichi percorsi pedonali del Monte Calvario che, rispettivamente da Lucinico e da Piedimonte, portano all’Obelisco della Memoria e al vicino Monumento ai Volontari giuliani e dalmati.”L’operazione di recupero e valorizzazione del Monte Calvario – ha commentato il sindaco di Gorizia, Ettore Romoli – è conferma di come pubblico, privato e volontariato dimostrino appieno, lavorando in sinergia, le loro potenzialità”. Il recupero infatti è stato messo in atto da un’unione di associazioni del goriziano (“Lucinis”, ex consiglio di Quartiere di Lucinico, parrocchia di San Giorgio di Lucinico e parrocchia di San Giusto di Piedimonte, Sezione ANA di Gorizia e Gruppo Alpini di Lucinico, CAI Gorizia, Coro Monte Sabotino, Gruppo ricerche e studi di Trieste, Associazione Culturale e Sportiva del Corpo Forestale regionale, Nordic Walking di Gorizia), che hanno trovato nell’Associazione Culturale “La Primula” di Lucinico l’associazione capofila. Accanto alle associazioni il fondamentale sostegno di Regione FVG, Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, Comune di Gorizia, Corpo Forestale regionale, BCC di Lucinico Farra Capriva, Camera di Commercio di Gorizia e Fondazione Carigo.I percorsi sul Calvario sono noti già dal 1500 come itinerario religioso tra le chiese campestri di San Giovanni, della Santissima Trinità e di San Pietro, che si completa nel 1700 con l’erezione del monumento delle Tre Croci. Dopo la Prima Guerra Mondiale – che distrugge le chiesette, già in condizioni molto precarie – il monte assume anche un’importante valenza storica per la memoria dei tanti caduti e dei tragici avvenimenti bellici, ricordati con l’Obelisco della Memoria.La riapertura dei percorsi – avvenuta grazie all’intervento della Direzione regionale della Protezione Civile su incarico del Comune di Gorizia – consentirà il recupero di questo storico itinerario, arricchito oggi da due pannelli didattici che descrivono gli aspetti geologici, naturalistici e storici del rilievo collinare in friulano, sloveno, tedesco e inglese.”L’opera dell’unione di associazioni ora – ha spiegato Tarcisio Drosghig del Corpo Forestale del Friuli Venezia Giulia – sarà quello di mantenere tutto questo lavoro svolto, poiché il Calvario è spesso soggetto a frane; è importante quindi assicurare una continuità alla manutenzione e non lasciare che la situazione torni quella di prima. Si punta anche ad organizzare delle attività informative e didattiche con le scuole e a far sì che tutti i goriziani possano fruire di questo percorso, facendo godere loro di un bel luogo che gli appartiene e si trova appena fuori dalla porta di casa”.L’augurio del sindaco della città è stato quello che, in seguito, si possa attuare una simile opera di recupero anche sul Monte Sabotino, per il quale però le difficoltà sono maggiori a causa di alcuni vincoli militari sulle strade che portano al rilievo.
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