Si inaugura l’area sacra del San Michele

Domenica 20 novembre verrà inaugurata la rinnovata Area Sacra del San Michele, con le cannoniere restaurate e messe in sicurezza e l’apertura di due nuove balconate panoramiche, due strutture pronte a valorizzare ancor di più l’area dalla grande valenza storica e ambientale che, in questi ultimi anni – grazie anche alle iniziative legate alla commemorazione del centenario della Grande Guerra – ha visto crescere esponenzialmente il numero dei visitatori, passati dai circa 18.000 del 2014 ai quasi 40.000 attuali.La giornata inizierà alle 10 a Gorizia con una tavola rotonda – aperta a tutti – a Palazzo Attems Petzenstein alla quale, dopo i saluti del presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta, interverranno Roberto Giacobbo, giornalista, scrittore, conduttore e autore TV, Andreas Kipar, realizzatore del masterplan di Carso 2014+, lo storico Mitja Juren e la vicepresidente e assessore provinciale al Turismo Mara ¤ernic; a moderare l’incontro il giornalista e conduttore TV Paolo Notari. Alle 12.15 ci si sposterà sul Monte San Michele per l’apertura ufficiale della rinnovata Area Sacra, con la presentazione del progetto da parte del suo ideatore, l’architetto Paolo Bürgi, e dell’ingegner Flavio Gabrielcig della Provincia di Gorizia. Al termine della presentazione, il taglio del nastro e, per concludere, un brindisi benaugurale.”L’area esterna è completamente rinnovata – ha commentato la vicepresidente ¤ernic – con i due belvedere che guardano rispettivamente verso Gorizia, la valle dell’Isonzo e le Alpi, e verso il Carso e il Golfo di Trieste (quando il cielo è terso si può vedere dall’Istria fino alla Laguna di Venezia). L’Area Sacra è pensata per commemorare tutti i caduti su questo territorio, più di 100.000 vite spezzate, ma allo stesso tempo il concept con i due belvedere vuol significare un guardare “fuori”, al futuro, all’Europa. Sono un’opera architettonica molto interessante, con una struttura lineare e molto snella, con colori che si amalgamano con quelli dell’ambiente circostante”. I lavori, che hanno avuto una durata di 6 mesi, hanno visto una spesa totale di 540.000 euro, comprendente l’intera sistemazione del museo all’aperto e dei servizi igienici esterni.L’Area Sacra del San Michele fa parte dei tre punti focali del progetto Carso 2014+, insieme a Redipuglia e a Doberdò del Lago. “Il San Michele è il luogo della storia – ha raccontato ¤ernic -, dove si può comprendere il perché delle 12 Battaglie sull’Isonzo, osservando la geografia e addentrandosi in quei territori; Redipuglia è il luogo della memoria mentre Doberdò è l’aspetto naturalistico. Con Carso 2014+ sono stati raggiunti tre obiettivi fondamentali: il primo è una ritrovata identità forte al territorio carsico, poi l’aver fatto diventare il Carso una destinazione turistica, preludio di uno sviluppo economico: 10 anni fa era difficile immaginare il Carso da un punto di vista turistico mentre oggi ci sono agriturismi, ristoranti, bed&breakfast, si organizzano escursioni e visite guidate, c’è tutto un movimento importante; terzo punto, si è creata una consapevolezza nel territorio: tutti gli operatori lavorano avendo la stessa visione, ossia un luogo da preservare, con dei valori e particolarità ambientali uniche, e da valorizzare nella promozione economica, in maniera compatibile con le sue risorse, con un’economia a scala umana”.Al termine del mandato della Provincia di Gorizia, l’eredità di questi tre luoghi passerà in altre mani: sul San Michele la Regione si prenderà carico di realizzare ciò che manca, principalmente la ristrutturazione del museo; di Redipuglia se ne occuperà lo Stato tramite Onorcaduti, mentre resta ancora scoperta l’area di Doberdò del Lago: “i fondi avanzati, circa 2 milioni di euro, verranno restituiti alla Regione – ha chiarito la vicepresidente -, con l’impegno appunti di completare quello che non siamo riusciti a ultimare, tra cui il belvedere di Doberdò; qui l’ente comunale ha presentato, insieme all’Università di Trieste, un progetto Interreg per la conservazione del lago: spero che queste progettualità possano convergere in un unico contesto”.