Il ricordo degli “Angeli del simiteri vecjio”
30 Gennaio 2017
Anche un folto gruppo di alunni della locale scuola media, assieme ai rispettivi docenti, ha partecipato, nel Parco della Rimembranza, di via Decima a Romans d’Isonzo, alla cerimonia commemorativa in ricordo degli “Angeli del simiteri vecjio”, così come sono stati definiti i 5 bambini, dai 3 ai 10 anni di età, che il 16 gennaio 1917, persero la vita nell’area stessa, denominata, appunto, “simiteri vecjo”, in seguito alle ferite riportate dallo scoppio di una bomba a mano, che i bambini avevano rinvenuto a terra e con la quale stavano giocando, con l’incoscienza della loro età, senza intuire il pericolo che stavano correndo. Si trattava dei fratelli Romeo e Mirano Cuglic, di Romans, di 5 e 6 anni d’età; di Roberto Valentinuz, di Romans, di 10; di Ines Furlan, di 3 anni, nativa di Gradisca, parrocchia della Bruma, e di Giovanni Furlan, di 5 anni, anch’esso nativo di Gradisca. Le due famiglie Furlan risiedevano allora a Romans, nella casa n. 129, come gli altri tre, oggi via Cividale, in quanto sfollate da Gradisca a causa della guerra. I funerali dei 5 sfortunati bambini vennero celebrati il giorno dopo dal cappellano militare don Biagio Cosentino. Le tre vittime romanesi riposano ancora nel cimitero di Romans, mentre delle vittime gradiscane si sono perse le tracce.L’iniziativa è stata promossa dal Circolo “Mario Fain” e dal gruppo di ricerca “I Scussons”, di Romans, che hanno voluto così ricordare una pagina di storia locale ormai dimenticata e rendere omaggio a cinque giovanissimi civili, cinque vittime innocenti della Grande guerra, come hanno sottolineato nel corso della cerimonia sia Renato Valentinuz, sia Germano Pupin, presidenti del “Circolo Fain” e dei “Scussons”. All’incontro era presente anche il vicesindaco Calligaris assieme all’assessore alla cultura Tortolo e al parroco don Zanetti. Il vicesindaco ha preso la parola per ricordare come ancor oggi molti bambini muoiono a causa della guerra, mentre alcuni scolari hanno poi letto alcune poesie di Gianni Rodari contro la guerra. A concludere la cerimonia è stato il parroco, che ha recitato una preghiera di suffragio, richiamando i presenti a riflettere su questa triste vicenda.
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