Don Edoardo Gaperini, una lunga esistenza a servizio della Parola
27 Febbraio 2017
Un nuovo lutto nelle file del clero diocesano: all’ospedale di Gorizia ha concluso domenica notte la sua esistenza terrena don Edoardo Gasperini. Classe 1920, originario di Capodistria-Koper dove era nato il 22 aprile del 1920, aveva frequentato il seminario di Gorizia e il seminario teologico centrale goriziano ed aveva ricevuto la ordinazione presbiterale il 19 maggio del 1945, in un anno drammatico per la vita di Gorizia e di Trieste.Entrato in servizio pastorale nella diocesi di Trieste-Capodistria, aveva scelto negli anni ’70 di venire nella diocesi di Gorizia dove aveva numerosi amici, fra i quali l’arcivescovo Pietro Cocolin, suo coetaneo. Gli era stata affidata la guida spirituale della comunità di Fossalon dove si erano trasferite -a seguito dell’esodo- numerose famiglie istriane. Aveva avuto modo di insegnare religione nelle scuole e, nel 1978, aveva ricevuto la nomina a Parroco di Fossalon, dove rimase per oltre 40 anni, fino a qualche anno fa quando la parrocchia era stata affidata al parroco di Grado.Don Edoardo Gasperini – che aveva origini italiane pur essendo nato nella multietnica comunità di Capodistria-Koper – è stata un parroco che aveva accolto lo stile della vita pastorale che contraddistingueva le comunità parrocchiali delle diocesi di origini austroungariche, dove si privilegiava una cura pastorale incentrata sulla presenza del sacerdote, con particolare riguardi alle associazioni, la catechesi e formazione ma anche con precisa connotazione nell’impegno sociale. Raccogliendo le indicazioni del Concilio, don Gasperini, come tanti sacerdoti del suo tempo, ha dedicato tutto se stesso alla vita parrocchiale, conservando le tradizioni, le feste e gli impegni pastorali anche quando la comunità ha subito il fenomeno dell’invecchiamento. La comunità di Fossalon ha avuto tutto come una grande parrocchia.Partecipe della sensibilità del presbiterio, schivo di carattere e di parola, don Edoardo fino alla fine ha partecipato alla vita dei sacerdoti, conservando un legame d’affetto con la gente di Fossalon che anche recentemente aveva celebrato i suoi traguardi sacerdotali.
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