La cura e l’attesa

“La cura e l’attesa” sono i due termini che hanno fatto da traccia per il Convegno Nazionale di Pastorale Giovanile che si è svolto a Bologna dal 20 al 23 febbraio e a cui ha partecipato anche una delegazione della nostra arcidiocesi. Dopo aver affrontato il tema della passione educativa e dei linguaggi dell’educazione, il Servizio Nazionale ha deciso di dedicare questo evento alla figura dell’educatore, come soggetto chiave nell’opera di evangelizzazione e di educazione della Chiesa. Ad aprire il convegno è stata una relazione dello psichiatra Vittorino Andreoli che ha delineato quali sono le caratteristiche della persona adulta: per poter educare è necessario sapere chi è il soggetto educante e qual è la direzione dell’educazione. Lo psichiatra ha indicato che l’adulto nel nostro tempo è colui che ha una giusta relazione con la propria e altrui fragilità. Mons. Erio Castellucci, vescovo di Modena, invece ha mostrato la dimensione comunitaria dell’educatore: nessuno è educatore da solo, ma sempre inserito in una comunità e per “mandato” di una comunità. Chi si occupa di educazione nella Chiesa non lo fa di propria iniziativa, ma lo fa su un preciso mandato. La dottoressa Chiara Scardicchio ha avuto un approccio più pedagogico alla figura dell’educatore che per mantenere la propria autenticità deve fare un lavoro su di sé a partire dalla propria biografia. Nando Pagnoncelli e Marco Moschini, da un punto di vista sociologico e da un punto di vista teoretico, hanno riletto l’oratorio come luogo e come rete di relazioni che può anche ai nostri giorni essere cuore della proposta educativa della Chiesa. “L’oratorio non è un problema, ma è la risposta”.Il Convegno di Pastorale Giovanile è stata l’occasione anche per lanciare il cammino della Chiesa italiana per vivere il Sinodo dei vescovi sui giovani del 2018 come una reale occasione per ascoltare i vissuti dei giovani dei nostri giorni. Ci sarà una prima fase di lancio e riflessione già in questa primavera, ma sarà soprattutto nell’anno pastorale 2017-2018 che verranno proposti dei momenti per rileggere la prassi pastorale svolta per e con i giovani e per ascoltare la voce dei giovani nei contesti ecclesiali, nella scuola e negli altri luoghi di incontro. Nell’estate 2018 poi i giovani di tutta Italia saranno invitati a mettersi in cammino e a fare “strada insieme” come suggerisce la parola Sinodo. Come tutti i convegni anche questa è stata l’occasione per raccogliere idee, confrontare esperienze, stringere legami. A fine convegno rimangono come pista di riflessione le conclusioni di don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile, ovvero l’invito a dare importanza al mandato ecclesiale nello svolgere un servizio educativo, a dare pensiero alle prassi con i giovani perché emerga una chiara intenzionalità educativa, a partire da un atteggiamento di prossimità e di accompagnamento. Nelle prossime settimane cercheremo di delineare le tappe concrete anche per la nostra diocesi per vivere questo tempo di Sinodo perché tutta la comunità ecclesiale si metta in ascolto, si faccia vicina e si faccia istruire dai giovani.