Condividere un’esperienza di fede e amicizia

L’anno che si è appena concluso, ossia il decennale è stato per i Campanari del Goriziano anche l’anno di Ivan Mercina. La ristampa del volume “Il campanaro sloveno” del 1926 ha rappresentato la conclusione di un percorso iniziato diversi anni fa, per andare alle radici della nostra tradizione campanaria. Non è un discorso concluso perché la lettura e le provocazioni del Mercina aprono per noi prospettive tutte da inaugurare e da intraprendersi un po’ per volta, per far sì che pian piano le nostre tecniche possano sempre più migliorarsi e affinarsi, soprattutto con l’entusiasmo e lo sprone dei più giovani.Scriveva così Mercina: “Il padrone saggio non attende il momento in cui s’inizia il lavoro per distribuire i compiti tra i suoi operai, ma si preoccupa di fare ciò già la sera precedente, e avendo già riflettuto a fondo sul da farsi. Così si preparano ogni giorno anche gli operai e gli artigiani avveduti, se non sono sottoposti agli ordini giornalieri del proprio superiore o del padrone. Ma si comportano così anche i nostri scampanatori? Proprio no! Essi iniziano a discutere  su come iniziare solo una volta saliti sul campanile; la scaletta dev’essere concordata e – se non è possibile tenerla a memoria – anche messa per iscritto. In altre parole: per scampanare bisogna avere una scaletta scritta o stampata. In ogni parrocchia vi sono scampanatori stabili. Che il più abile faccia da guida! Che li raduni una sera, un giorno di pioggia o una domenica pomeriggio, prima della successiva ricorrenza, ed esponga loro il proprio pensiero riguardo la scaletta da eseguire. Da incontri e confronti di questo tipo, con il tempo, si potrebbe sviluppare anche una sorta di scuola per scampanatori, che possa formare tanto il complesso di quelli attivi quanto le future generazioni”. Provocazioni, certamente, che allo stesso tempo possono stimolarci, però, a far si che il nostro scampanio sia sempre più curato e bello e segnali nel modo più appropriato i tempi di festa.Nel corso del 2017 cercheremo di incentivare ancor più le occasioni di ritrovo per i nostri giovani, che incontreremo in giugno a Medea la vigilia di Sant’Antonio e a luglio ad Aquileia la vigilia dei Santi Ermagora e Fortunato, cercando di riscoprire lo scampanio della vigilia di festa. Saranno anche incontri di convivialità dove sarà possibile condividere relazioni, scambi di esperienze e la cena insieme. Perché, in fondo, non si tratta solamente di imparare una tecnica, ma di condividere un’esperienza di fede e di amicizia. Insieme.