Storia di Ismail, dal Pakistan a Gorizia
14 Luglio 2017
Ismail arriva da lontano, dal Pakistan, e la sua è una storia che – forse – può aiutare a comprendere cosa effettivamente accada in quelle terre.Ha 28 anni ma ha all’attivo numerosissime esperienze, non solo nel mondo del lavoro – grazie ai suoi studi in Economia e Commercio, prima di lasciare la sua patria ha lavorato come ricercatore in questo settore per numerosi enti e associazioni – ma anche nel campo dei diritti umani. Ismail è infatti un attivista in Pakistan (precisamente nel distretto dello Swat, lo stesso da cui proviene la premio Nobel Malala Yousafzai) per la cittadinanza attiva, soprattutto dei giovani, per la pace, per i diritti delle ragazze e delle donne, contro le violenze su queste e contro i matrimoni in età infantile. Nel suo curriculum, oltre a numerosi attestati per aver preso parte a forum internazionali sulla pace, sui giovani, sulla lotta alla violenza di genere, anche numerosi riconoscimenti, tra cui una medaglia d’oro dall’Unione Europea per il suo “eccezionale lavoro per la Pace”.Non parla volentieri Ismail del motivo che l’ha spinto a lasciare il suo Paese, ma non è difficile da capire: battersi per i diritti umani, fondare associazioni per promuovere una presa di coscienza tra i giovani e lottare per i diritti delle donne in una terra fortemente controllata dai Talebani, che solo da poco ha iniziato, lentamente, a risollevarsi ma è ancora densamente militarizzata, non è facile e soprattutto ci fa pensare a tutte le intimidazioni e minacce che Ismail deve aver ricevuto.”Sono a Gorizia da 7 mesi, sto imparando l’italiano grazie agli insegnanti e ai volontari. Non sono qui per lavoro o per soldi, sono uscito dal mio Paese con la speranza di poter continuare gli studi e specializzarmi in Norvegia o in Olanda, che ritengo all’avanguardia per il mio settore, quello dell’Economia, Commercio e Finanza”. Ismail sta però facendo tesoro della sua permanenza “forzata” (è in attesa di essere convocato dalla Commissione territoriale) presso il Nazareno, prendendo parte a numerosi corsi e laboratori, tra cui quello di pittura: “non avevo mai dipinto prima – ci racconta – ma ho scoperto che il colore è un modo per dare vita alle mie idee, anche se non sono un artista”. Nei suoi disegni traspare il dolore di ciò che i suoi occhi, in passato, hanno visto ma anche le forti convinzioni per cui, anche nella sua terra, Ismail si è battuto: il rispetto della donna, la pace, i diritti. “Nel nostro Paese non si studia l’arte e non si può disegnare come faccio qui, anche perché per la religione Islamica la figura umana non può essere ritratta”. Tra i tanti disegni che ci fa vedere, spicca il ritratto di un uomo imbavagliato: è un autoritratto. Ismail ci racconta infatti di essere stato “messo a tacere” prima dai Talebani, poi dai servizi segreti per la sua opera di attivista per i diritti umani, motivo per cui ha deciso di “sparire”, anche da tutti i social media.Ismail fa anche parte dell’associazione “Tutti insieme”, che ha conosciuto tramite Renato Elia, operatore presso il Nazareno. “Ogni giorno viene da noi alla struttura per insegnarci l’Educazione Civica, la democrazia, come si vive in Italia, perché il nostro Paese è molto diverso e riceviamo un’educazione di tipo dottrinale, legata alla religione. Mi ha molto coinvolto nell’attività e ora anche io insegno, insieme a lui, al Nazareno: la Costituzione italiana, elementi di Educazione Civica, gestione dei tempi della vita quotidiana… Abbiamo anche fondato un gruppo per creare un ponte tra migranti e italiani, per integrare questi ragazzi e comprendere le culture; ci occupiamo anche della pulizia dell’Isonzo e cerchiamo di far capire, soprattutto ai nuovi arrivati, come la zona vada mantenuta pulita. A volte facciamo anche delle uscite per “scoprire” zone e peculiarità di Gorizia come la Biblioteca, edifici storici, luoghi d’arte… Infine ci occupiamo dell’orto che, assieme ad alcuni insegnanti e volontari, è stato creato al Nazareno. Cerchiamo di riempire le nostre giornate, facendo capire l’importanza del non rimanere inattivi”. Tra le varie attività, anche l’incontro al pomeriggio con alcuni ragazzi al campo sportivo parrocchiale di Straccis: “qui giochiamo insieme a calcio o a basket e quest’incontro ci serve molto anche per imparare a parlare l’italiano, a migliorarlo. Tengo a ringraziare don Vittorio per averci dato la possibilità di frequentare quest’area e per aver visto in tutto ciò un’occasione”.Una volta ottenuti i documenti Ismail sogna di poter completare il dottorato, iniziato nel suo Paese ma non completato. “Se trovassi un’opportunità qui in Italia, potrei anche fermarmi, altrimenti proseguirò in Olanda, che offre molte possibilità; mi piacerebbe tanto proseguire con gli studi in Economia, ma sono tentato anche dalle materie che nel mio Paese non offrivano possibilità di specializzazione universitaria, come la Matematica, che mi piace molto ma non ho potuto approfondire”.
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