Ritorna l’Addolorata

Con il mese di settembre ritornano a Gradisca le tradizionali celebrazioni in onore della B.V. Addolorata. La ricorrenza, che viene a cadere ogni anno la terza domenica di settembre, è da sempre la massima solennità mariana non solo per Gradisca, ma per tutto il decanato.Da oltre 400 anni la Madonna Addolorata è la protettrice della città, sin da quando la sua statua venne trovata – così la tradizione – in un cassone ai piedi del castello, assieme ad una statua di S. Anna, portata dalla piena del fiume Isonzo. L’avvenimento dovrebbe risalire al XVI secolo, in quanto già nel 1603 è attestata l’erezione di un’Arciconfraternita dedicata alla Beata Vergine Addolorata. Non si può scordare anche una data significativa, il 12 agosto 1744, quando la Convocazione Gradiscana proclamò l’Addolorata patrona della città e stabilì di portare la sua statua ogni anno con regolarità in processione.Il programma dei festeggiamenti predisposto dalla parrocchia, prevede il consueto Ottavario di preghiera, istituito l’anno 1862, che avrà inizio con inizio giovedì 7 settembre. Ogni sera alle 17.30 la Coroncina all’Addolorata con il canto dello Stabat Mater, seguita dalla celebrazione della Santa Messa alle ore 18.00. Domenica 17 settembre, Festa dell’Addolorata, Sante Messe in Duomo alle ore 11.15 e 19.00. Alle ore 17.00 Santa Messa solenne e processione dell’Addolorata con l’accompagnamento della Filarmonica “Candotti” di Pieris e degli scampanotadôrs.La festa di quest’anno cade a cento anni esatti di distanza dal terribile incendio che colpì l’edificio sacro nel 1917, durante la ritirata di Caporetto, causando la perdita irreparabile di un patrimonio di arte e storia, come ad esempio il grande affresco settecentesco del soffitto di Gaetano Zompini raffigurante l’apparizione della Vergine ai sette fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria.Racconta nelle Cronache gradiscane don Carlo Stacul, che “Nei primi tempi dell’occupazione italiana le Vie del Ponte, della Loggia vennero ostruite da barricate, formate coi mobili delle case, che rese inutili, vennero ammassate parte nel teatro e parte nella chiesa della Madonna. Venuto poi a Gradisca nel 1917 il zelantissimo sacerdote (militare) dott. Alberto Canestri, canonico e professore nel Seminario di Forlì, quale Reggente della parrocchia, pei pochi fedeli che erano rimpatriati, questi, per suggerimento della sig.na Caterina de Finetti, fece trasportare nella parrocchiale tutti gli arredi e le sacre suppettili della chiesa dell’Addolorata insieme all’Effigie della Madonna ed al suo trono. La statua stessa, rinvenuta nella sua nicchia tutta coperta di polvere e senza la mano destra, asportata a scopo di furto, perché inanellata, fu novellamente ricoperta di un bel manto, acquistato a Udine con generosa offerta di pie persone. Fra queste non devono essere dimenticate, oltre alla suddetta Sig.na de Finetti Caterina, la Sig.na Vidic Valeria e la sig.a Giacomina Fallig-Piccinini, ora defunte. Posta dapprima la S. Immagine sull’altare di S. Anna, nella Cappella Turriana, venne solennemente esposta sul suo trono la 3. domenica di Settembre (1917, n.d.a), che si volle celebrata di nuovo, e per la prima volta durante la guerra, con tutta solennità. In questa circostanza alcuni fanciulli e fanciulle fecero la loro 1^ Comunione. Oh come giubilarono i pochi Gradiscani! Ammiriamo qui di nuovo la provvidenza di Dio, il quale volle in tal modo preservata dalle fiamme la S. Icona, mentre un mese dopo bruciò insieme ad altri edifici la Chiesa stessa dell’Addolorata! Ciò nella ritirata di Caporetto il 27 ottobre 1917. Il fuoco, alimentato potentemente dalla catasta di mobili, distrusse ad eccezione dei muri e della volta del presbiterio, costruita di mattoni, tutto: il tetto, l’organo, la bussola, il pulpito, i banchi, persino gli altari, la balaustrata, il pavimento, la Sagrestia e la casa attigua. Una vera desolazione, uno schianto pel cuore di ogni cittadino! Ma un conforto recava il pensiero, che almeno la S. Effigie dell’Addolorata aveva scampato anche in questa congiuntura il pericolo ed era salva”. Dal fuoco si salvarono, dunque, la statua dell’Addolorata con il suo trono, opera dello scultore Pietro Juri del 1855, le antiche tele rappresentanti i sette fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria e alcuni gonfaloni ottocenteschi che erano stati riposti in Duomo. La chiesa verrà solennemente riaperta al culto appena nel 1923. Anche quest’anno le celebrazioni di domenica 17 settembre si terranno in Duomo, in attesa di rientrare, in un futuro prossimo, appena terminati gli impegnativi lavori di ripristino, nella chiesa dell’Addolorata.