“Dio t’aiuti, prete! E la tua lotta contro la nostra morte sia vittoriosa”
29 Settembre 2017
Diciannove anni sono passati dal 19 settembre 1998, giorno della nascita al cielo di Mons. Silvano Fain, arciprete parroco di Grado per oltre quarant’anni. A ricordarlo, quest’anno, una sentita celebrazione nella sua basilica di Sant’Eufemia a cui hanno preso parte tante persone che nel corso del suo mandato pastorale lo hanno conosciuto.Era il 28 aprile 1957, l’Ottava di Pasqua, quando un corteo festoso di barche, tutte decorate con fiori e drappi, entrava nel porto di Grado. Un insieme di pescherecci che accompagnava una barca ben più grande, sulla quale, assiso in trono, sedeva il nuovo parroco dell’isola lagunare. Era monsignor Silvano Fain, destinato a lasciare un solco indelebile nella comunità gradese e a guidarla fino alla sua morte, giunta 19 anni fa, il 19 settembre 1998.Tra la folla, quel 28 aprile, c’era anche il poeta Biagio Marin, che nelle sue memorie annotava: “Siamo marinai, e tu della terra ferma; ogni vento ci muove e ci porta via. Dio t’aiuti, prete! E la tua lotta contro la nostra morte sia vittoriosa”.Monsignor Fain era nato a Cormons il 19 giugno 1921; entrò in seminario a Gorizia nel 1932. Ordinato il 4 giugno 1944, diventò ben presto prefetto generale del seminario teologico di Gorizia e ottenne, nel 1947, la laurea ’magna cum laude’ in teologia. Il 17 aprile 1951, a soli 29 anni, venne elevato a canonico teologo del Capitolo Metropolitano Teresiano di Gorizia. Tra il 1952 e il 1953 fu segretario per il congresso Eucaristico diocesano e per le celebrazioni del bicentenario della nascita dell’Arcidiocesi Goriziana mentre nel ’54 divenne presidente dell’Opera Pontificia di Assistenza fino alla sua nomina a parroco di Grado.Un sacerdote della nostra diocesi, nativo di Grado, monsignor Paolo Nutarelli, ora parroco di Cormons, in suo ricordo ha scritto sui Social: “Ho imparato molto. E gli sono debitore. Nella sua ieraticità traspariva un’umiltà grande: lui spariva per dare spazio al Mistero di Dio. Intelligente, uomo di cultura, attento e delicato. Più passa il tempo, più emerge la sua grandezza di uomo e sacerdote. Ed è un grande onore poter dire ’sono cresciuto con lui’. L’unico Monsignor!”.”Un gradese tra i gradesi” aveva ricordato monsignor Antonio Vitale Bommarco nell’omelia funebre, sottolineando come si fosse talmente amalgamato alla popolazione locale da essere impensabile immaginarlo fuori dal contesto dell’Isola. Era stato accorato anche il discorso dell’allora sindaco, Roberto Marin, che non aveva potuto concludere l’intervento per la commozione, ricordando la figura di monsignor Fain quale “grande promotore del turismo gradese, specialmente religioso”. Da sottolineare come durante i suoi 41 anni da parroco siano stati ordinati ben 10 sacerdoti e quattro ragazze abbiano scelto la vita monastica.Un ottimo ricordo di lui lo serba anche l’attuale Arciprete-Parroco di Grado, monsignor Michele Centomo, che racconta: “Io e monsignor Silvano Fain avevamo in comune l’anniversario di ordinazione, lo stesso giorno. Tanto che, quando ero giovane prete a Cervignano, mi chiamò in canonica e mi fece passare. ’Tanti auguri’, mi disse, ’perché anch’io oggi festeggio’. Mai avrei pensato che un giorno sarei diventato suo successore. Una persona umile e delicata”.
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