I giovani ci insegnano il volontariato
7 Dicembre 2017
Il mio nome è Sajjad. Vengo dal Pakistan e attualmente vivo a San Pier d’Isonzo.Prima di tutto, vorrei ringraziare il Governo italiano e tutta la popolazione che ci sostiene in un momento così difficile e ringrazio di averci dato una chance per iniziare a costruire una nuova vita.Da qualche tempo sono diventato volontario dell’ AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) e sto vivendo una meravigliosa esperienza con loro. Accompagno i pazienti in vari posti, ospedali, cliniche e in qualsiasi posto io vada la gente mi tratta con rispetto; quando la gente scopre che sono un rifugiato e che lavoro come volontario rimane piacevolmente colpita e apprezzano il mio lavoro. Mi sento così felice di poter aiutare qualcuno!!! Nessuno mi tratta come rifugiato in ufficio o in ospedale o fuori: tutti mi trattano come un cittadino. Sono così felice di essere un volontario. Questo è anche un modo per apprendere qualcosa di nuovo, mostrare le proprie abilità, oltre che essere un buon modo per fare formazione e per farsi conoscere… e mostrare loro che siamo brave persone. Non siamo popoli cattivi e questo è l’unico modo per annullare la distanza tra rifugiati e cittadini. Voglio fare qualcosa per questo Paese perché mi ha dato tanto.Grazie all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla che mi ha dato la possibilità di lavorare. Un grazie speciale a Caritas e a tutta la gente che mi aiuta e mi sostiene. (Sajjad, 27 anni)
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