Per il futuro e per il bene comune
28 Febbraio 2018
Non è stato un cammino di avvicinamento facile. Il panorama è brullo, un po’ come quello dei tabelloni elettorali che una volta brulicavano di volti e di manifesti e, questa volta, sono un deserto. Un vuoto di idee e di progetti, oltre che di persone credibili. Quanti ritengono di godere un po’ di udienza e di ascolto, possono contare sul lavoro svolto nel tempo e non certo per le promesse sbandierate dai capi senza ritegno e senza limiti. L’opinione pubblica – frastornata la sua parte – è stata a guardare sforzandosi di non prendere lucciole per lanterne, in un contesto che ha bruciato abitudini, riti e anche tradizioni meritevoli. Nessun manifesto e nessun santino. Televisioni e tipografie in abbandono.Eppure la data di domenica 4 marzo conta. Eccome conta. Ne avremo conferma a partire da lunedì 5 quando, al di là delle percentuali, i numeri detteranno legge. La sensazione è che molti, più che a illustrare le ragioni del voto, sono molto preparati alle giustificazioni sui risultati elettorali e, soprattutto, sulla loro presentazione al di là di ogni parvenza logica. Una libera consultazione elettorale in pieno inverno è insieme una novità e, proprio per le asperità che ha fatto intuire, costituirà una prova di attendibilità e di democrazia vissuta.Continuità (nel senso di fare in modo che nessuno resti indietro e che siano abbassate differenze ed ingiustizia), Europa (unione nella diversità), attuazione della Costituzione nei suoi valori costitutivi (il lavoro, i giovani, la cultura) sono stati i punti rilevanti di un percorso che, insieme a tanti altri, abbiamo percorso su queste colonne anche andando controcorrente. Ma non è questo il tema. Urge, invece, esplicitare una richiesta che resta a sottofondo di tutto, anche di questa striminzita campagna elettorale: il Paese, nelle sue compagini più manifeste e nelle sue sensibilità più nascoste, prima di tutto davanti a se stesso e poi al contesto europeo e mondiale, è chiamato a dare una prova di credibilità democratica, di coscienza più ancora che di coerenza, e di sapienza politica nella gestione del proprio futuro, pur consapevoli di stare dentro ad un sistema (come evidenzia la vicenda di altre democrazie europee da mesi e mesi senza governo) di garanzie.La prova di una partecipazione attiva e consapevole dentro alle urne, è il primo passo di questo ragionevole motivo di fiducia. È posta nel profondo della coscienza dei singoli e della comunità elettorale che non si è lasciata distogliere dalla questione centrale: il bene comune, l’impegno a favore degli ultimi considerati scarto inutile. Dalla linea di una politica che è fatta di pazienza e di cura, di taglio ma soprattutto di cucitura di un vestito che altrimenti rischia di andare in brandelli. Andando alle urne, occorre pensare non alle panzane sparate alla TV come toccasana impossibili, ma appunto al modo con il quale ricucire gli strappi, emarginare le ferite, ritessere il filo della unità e dell’unione. Le sguaiatezze alle quali la gente che andrà alle urne è sottoposta vanno messe nel dimenticatoio, occorre votare per il futuro e per il bene comune. Una responsabilità che riguarda tutti, uomini e donne di buona volontà, credenti e cittadino di uno Stato del quale riconosciamo il valore delle istituzioni e la valenza di un sentimento profondo e radicato di unità e di convinzione democratica. Le soluzioni – probabilmente molte da inventare – del resto sono già contenute in un afflato che insieme contiene e rappresenta i valori della democrazia e la specificità di quella italiana secondo appunto il progetto della carta costituzionale. Un di più di sguardo e di amore per la stagione dei doveri (oltre a quella dei diritti) e un di più di fiducia che diventa chiamata a coloro che possono interpretare al meglio queste intenzionalità, abbandonando le strade della faciloneria e della propaganda, oltre che quelle della burocrazia paralizzante. Avere fiducia nel voto popolare significa anche negare che uno vale uno; fidarsi del responso delle urne, significa confidare nella partecipazione di tutti per dare al prossimo tratto di strada una prospettiva ed un convincimento comune.
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