Il ritorno alla terra dei giovani
26 Luglio 2018
Dallo scorso maggio la Federazione Provinciale Coldiretti di Gorizia ha un nuovo presidente, Angela Bortoluzzi, che succede ad Antonio Bressan.L’abbiamo incontrata cogliendo l’occasione non solo per scoprire quali saranno i prossimi progetti che Coldiretti intente mettere in opera, ma anche per comprendere quale sia lo stato di “salute” dell’agricoltura del nostro territorio.
Dottoressa Bortoluzzi, partiamo da un bilancio: quali sono, in questo momento, le condizioni dell’agricoltura isontina?L’isontino è un territorio che si caratterizza per la sua diversità: andiamo da zone collinari, fino ad arrivare alle pianure e quindi al mare. Questa sua complessità, secondo me, è anche un punto di forza, perché abbiamo zone prettamente vitivinicole, molto note, che producono prodotti di grande qualità, conosciuti ed esportati in tutto il mondo; accanto a queste abbiamo zone a prevalenza ortofrutticola con prodotti di altrettanta importanza. A tal proposito desidero ricordare un progetto a cui Coldiretti prende parte e che ha come capofila l’istituto tecnico agrario “Brignoli” di Gradisca d’Isonzo, per la tutela e valorizzazione della rosa dell’Isonzo: sorto circa un mese fa, riunisce una ventina di produttori e già nel prossimo autunno mostrerà le prime iniziative, con convegni e promozione del prodotto, un “in più” della nostra zona da tutelare e far conoscere.
C’è qualche prodotto del territorio che sta particolarmente emergendo e che sarebbe interessante promuovere di più?Per il nostro territorio in particolare, sicuramente merita appunto una continua valorizzazione la Rosa dell’Isonzo; è difficile poi individuare un solo prodotto su cui concentrare l’attenzione a causa della ricchezza dei territori della provincia: tutta questa biodiversità è la ricchezza del nostro territorio, va tutelata in toto, ogni prodotto va valorizzato, ognuno nella sua accezione più tipica e nella zona dove meglio si esprime.Secondo me la nostra è una provincia veramente bella e importante sotto questo punto di vista.
Quali potrebbero essere dei passi da compiere per rimanere “in linea” con il resto dei territori che ci affiancano, per essere competitivi?Nel rimanere competitivi rientra tutto ciò che concerne la politica di Coldiretti a livello nazionale e che ha ricaduta anche sulle nostre produzioni più tipiche: l’etichettatura, la trasparenza sull’origine dei prodotti, la qualità. Non possiamo pensare di competere su una base che sia esclusivamente di prezzo, ma si deve invece tutelare e puntare su prodotti peculiari e qualitativamente alti.
A tal proposito, quali sono da considerare come pericoli maggiori per le nostre produzioni?Un pericolo per tutti i prodotti tipici non solo della nostra zona, ma che caratterizzano tutta la nostra cultura alimentare – quelli della “dieta mediterranea” – è il problema dell’etichettatura europea, che vuole dei “bollini” indicativi della “pericolosità” di un alimento. Il punto è che tutti i nostri prodotti, come ad esempio l’olio d’oliva, avrebbero secondo queste direttive il “bollino rosso”, a causa dell’alto numero di grassi presente ma che sappiamo essere grassi buoni per la salute. Vengono fatte delle valutazioni su dei criteri non prettamente salutistici, ma che osservano solo una base, chiamiamola “matematica” o “numerica”.Se questa politica dovesse passare, sarebbe per noi un danno enorme. Quello che fa Coldiretti, attraverso i mercati di Campagna Amica e i Mercati coperti che stanno sorgendo in tutta Italia, è una forte azione di sensibilizzazione ed educazione alimentare al consumatore che, unita alla battaglia sull’etichettatura, sta portando a grossi risultati e cambiamenti: abbiamo dei consumatori molto più attenti, esperti e oculati che vanno a ricercare prodotti la cui origine è certa e italiana.
Dove possiamo trovare i mercati di Campagna Amica?Attualmente siamo presenti a Gorizia, Cormòns, Gradisca d’Isonzo; c’è anche una presenza a Trieste. Passo successivo di Coldiretti sarà quello di aprire dei Mercati coperti dove ci sarà non solo la possibilità per le aziende agricole di vendere i propri prodotti, ma sarà anche momento di aggregazione, dove ospitare presentazioni librarie, show cooking, approfondimenti legati alla salute e all’educazione alimentare; sarà un punto d’incontro con la comunità.Il 1° settembre si aprirà il primo Mercato a Udine, sull’isontino siamo ancora in fase di valutazione ma certamente riusciremo ad attivarne anche in questo territorio.
La nostra regione e l’isontino sono sempre stati caratterizzati da una forte vocazione agricola. Come possiamo prospettarne il futuro? C’è ancora tra i giovani voglia di impegnarsi in questo settore?Negli ultimi anni ho visto un ritorno da parte dei giovani sia negli studi in ambito agricolo, sia la voglia a rimanere attivi nelle aziende da parte dei figli di agricoltori – che qualche tempo fa invece tendevano ad “uscirne” -; rimangono e lo fanno con tutto il loro bagaglio di studi, magari anche totalmente diversi dall’agricoltura, trasformando così le aziende e rendendole moderne e al passo con i tempi. I giovani riescono oggi a cogliere tutte quelle possibilità che all’agricoltura sono state date con la Legge di Orientamento: sviluppano fattorie didattiche, fattorie sociali, agriturismi, implementano la vendita diretta, sono presenti e attivi sui social network. Tutto questo contribuisce a dare un’impronta e un’immagine nuova e moderna all’agricoltura.
Come nuovo presidente, ha già qualche progetto in mente che le piacerebbe riuscire a vedere realizzato nel corso del suo mandato?Ho accanto a me un gruppo molto nuovo e giovane, con tante idee e tanta voglia di mettersi in gioco e ritengo questo sia fondamentale per tutta l’associazione.I progetti sono tanti, in primis la costituzione di un Mercato coperto anche sul nostro territorio provinciale; sto poi prendendo contatti con tante associazioni, enti, istituzioni perché – come ho dichiarato quando mi sono insediata – Coldiretti vuole assolutamente essere parte attiva nella comunità e quindi dialogare con quanti più soggetti possibile per portare avanti non solo gli interessi dei propri soci, ma soprattutto per un’agricoltura più sensibile, più sostenibile e che bene si integri con la comunità.
Ha parlato di un organico nuovo e giovane, quali differenze rispetto al periodo precedente?Coldiretti da sempre ha dei valori in cui crede e che porta avanti, e quelli rimangono e rimarranno tali. Ha sempre saputo tenere il passo con il tempo, confrontandosi con la società, per cui non credo ci sia nulla da svecchiare; dobbiamo continuare in questo modo, integrando quelli che sono i nostri valori storici con un approccio nuovo verso i cambiamenti della società e comunicando tali valori fondanti in modo diverso, al passo con le nuove formule comunicative.
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