E la Febbre del Nilo arriva nella Bassa…
11 Settembre 2018
È solo ultima, in ordine di tempo, la notizia di un anziano, residente a Fiumicello, ricoverato all’ospedale a causa della Febbre del Nilo, provocata dalla puntura di zanzare infette. Altri casi si sono verificati tanto nella nostra regione Friuli Venezia Giulia quanto in altre. L’allerta è massima, anche perché i sintomi sono particolarmente importanti e comportano tempi di cura e di osservazione nelle strutture sanitarie ospedaliere. Sull’onda di quanto detto, anche nella città di Cervignano è scattata l’ordinanza per fronteggiare l’emergenza sanitaria all’indomani dei casi della Febbre del Nilo provocata dalla puntura delle zanzare infette. Va precisato che già da alcuni anni in città il Comune – come peraltro in altre realtà della nostra regione dove il problema zanzare è presente – è impegnato nella lotta alle zanzare su tutto il territorio di competenza, con azioni di disinfestazione e il trattamento specifico anti-larvale.Ogni 20 giorni, su tutte le caditoie e gli spazi verdi pubblici, parchi e giardini scolastici, gli operatori comunali provvedono con questa azione, che risulta efficace se ripetuta nel tempo, in un periodo temporale che va da aprile fino a ottobre. Inoltre, anche i cittadini sono tenuti ad avere un comportamento tale da evitare, il più possibile, il proliferare di zanzare. Come la buona norma di non lasciare stagnare l’acqua nei sottovasi delle piante su balconi e giardini. È previsto anche un trattamento adulticida, da effettuarsi in occasione delle manifestazioni che prevedono delle concentrazioni di persone. A Cervignano sono inoltre disponibili, sempre a cura del Comune, delle apposite pastiglie antilarvali, che sono distribuite ai privati. Nello specifico, si tratta di apposite bustine che i cittadini possono porre all’interno dei tombini o nei ristagni d’acqua. Azioni di prevenzione che, finora, sono risultate efficaci a controllare la popolazione delle zanzare.Va ricordato che, fino agli anni 60, l’ambito della Bassa friulana era ancora ritenuta un ambito a rischio malarico. Nel caso della Febbre del Nilo la guardia va tenuta ancora più alta, perché si tratta di un fenomeno venuto alla ribalta da poco tempo e che non si riteneva possibile essere presente nel nostro Paese.Bruno Arcangeli
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