L’azione simbolico-rituale inizia alla vita della Chiesa
12 Settembre 2018
Anche quest’anno dal 27 al 29 agosto il ricreatorio “Galupin” di Romans d’Isonzo è stato popolato da un gran numero di catechisti (e non solo!), che hanno partecipato alla tre giorni di formazione. Oltre ottanta i partecipanti, rappresentanti i vari decanati della nostra diocesi.In questa diciannovesima edizione l’Ufficio catechistico diocesano ha scelto di focalizzare l’attenzione sul legame tra liturgia, “fonte e culmine della vita della Chiesa”, e catechesi. In particolare il titolo della tre giorni era: “Catechesi e liturgia. L’azione simbolico-rituale inizia alla vita della Chiesa”.
Il primo giorno dell’incontro
Le celebrazioni negli itinerari di catechesi: passaggi e consegne
L’incontro di lunedì è iniziato con un momento di invocazione allo spirito, con il canto del “Veni Creator”, di ascolto della Parola e di preghiera, guidato da mons. Michele Centomo. Poi fra Luigi Bertiè, direttore dell’Ufficio catechistico, ha presentato brevemente il percorso formativo e il relatore della serata, fra Giuliano Franzan, liturgista e psicologo. Dopo una breve introduzione sull’argomento (“Le celebrazioni negli itinerari di catechesi: passaggi e consegne”) i partecipanti, a seconda della provenienza, si sono suddivisi in vari gruppi per svolgere l’attività laboratoriale proposta da fra Giuliano. Il laboratorio consisteva nella lettura personale e di gruppo di tre articoli tratti dal R.I.C.A. (Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti) in modo tale che ogni gruppo ne estrapolasse, grazie al contributo di ciascuno, i tratti salienti e fondamentali.Conclusa l’attività i gruppi si sono nuovamente riuniti per la condivisione e ogni coordinatore ha esposto le riflessioni interne. Verso le ore 20.00 i partecipanti hanno convogliato verso la sala del rinfresco per condividere assieme la cena. Dopo la pausa ristoratrice si è tornati in sala conferenze per la seconda parte del laboratorio di studio. Fra Giuliano ha esposto quali sono le linee guida dettate dal R.I.C.A. per quanto concerne l’iniziazione cristiana di coloro che da adulti desiderano ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, confermazione, comunione).Cristiano Brumat
Gli interventi della seconda serataPreparare le liturgie con i ragazzi
Ospite della serata è stato don Mirco Miotto, sacerdote e direttore dell’ufficio liturgico della diocesi di Vittorio Veneto il quale nel corso della serata ha voluto presentarci il tema: “Preparare le liturgie con i ragazzi: le diverse ministerialità”.Nella prima parte della serata don Mirco ci ha accompagnato a riscoprire i diversi spazi della Chiesa e come questi rivestano in maniera efficace una funzione pedagogica oltre che catechetica.Nella chiesa parrocchiale di Romans don Mirco ci ha presentato diversi spazi che danno forma al luogo sacro: il grande portone d’ingresso, il battistero “grembo materno” nel quale la Chiesa dà la vita ai suoi figli in Cristo affiancato solitamente dal confessionale, luogo dell’incontro con il Padre della misericordia in cui possiamo ogni giorno della nostra storia riscoprire l’amore che Dio ha per ciascuno di noi. Guardando poi verso l’altare centrale incontriamo il presbiterio, luogo delle due mense: la mensa della Parola di Dio che deve essere fatta risuonare con ampio eco con la voce della mente e del cuore da coloro che sono incaricati di proclamare le letture e la mensa dell’Eucarestia, quella dell’altare nel quale l’assemblea riunitasi attorno rivive, con il presbitero che presiede, il memoriale del sacrificio di Cristo, dono sempre nuovo del suo amore per noi.Concludendo, infine, questo percorso che si snoda attraverso gli spazi sacri, don Mirco ha voluto riservare una parte della sua riflessione sull’immagine della Madonna e dei Santi che molto spesso adornano le nostre chiese o le pale dei nostri altari: queste immagini ci ricordano come la Madonna e i Santi sono coloro che quotidianamente ci indicano la via della nostra santità personale che possiamo mettere a frutto ogni giorno nella nostra testimonianza come educatori e catechisti a servizio di Dio e della Chiesa.Nella seconda parte della serata i partecipanti divisi in gruppi avevano il compito di ideare un incontro di catechesi o una liturgia su uno dei diversi luoghi della chiesa spiegati in precedenza. Ecco, allora, che le restituzioni in sala ci hanno narrato di come si organizzare incontri in cui bambini, ragazzi e adulti possano:Esprimere le sensazioni che si provano davanti al portale della chiesa, riflettendo su come possa cambiare il clima di un ambiente oltrepassando la soglia.Riscoprire il significato del proprio Battesimo, “compleanno di ogni cristiano”, attorno al fonte battesimale, facendo un’esperienza tattile.Osservare attentamente l’ambone, drammatizzare nella postura e nella voce la proclamazione, analizzare il significato delle letture.Scoprire i diversi significati dell’altare (mensa, talamo di sacrificio e sarcofago di vita) partendo dalla lettura dell’Ultima Cena dal vangelo di Giovanni. Preparare l’altare durante la messa domenicale nei gesti e nella spiegazione dopo averlo provato durante l’incontro.Riflettere sulla figura di Maria attraverso alcuni brani evangelici. Dare attenzione alla statua di Maria, ornandola di fiori.Attraverso metodologie diverse e mettendo in comune molte esperienze, i catechisti si sono impegnati a creare delle linee guida per dei possibili incontri, nella speranza che possano essere d’aiuto ai ragazzi per sentire la fede e Gesù presenti davvero nella loro vita. Andrea Michelutti Sofia Zambon
I lavori del mercoledì
Come rapportare esperienza umana e proposta cristiana
Questa sera arrivando qui abbiamo varcato una serie di porte…” così è incominciato il nostro terzo giorno d’incontro diocesano di quest’anno con la dott.ssa Michela Soligo, vicedirettrice dell’ufficio catechistico della diocesi di Concordia-Pordenone, invitata a sottolineare la didattica del simbolo: come rapportare esperienza umana e proposta cristiana.Nella prima slide che ci ha fatto vedere c’erano foto di porte molto diverse tra loro porte di città, di chiese, di case aperte e chiuse con catenacci e ci ha invitato ad osservarle ed esprimere quale storia ci fanno venire in mente. Alcuni hanno condiviso le proprie impressioni. Ci ha fatto notare come una porta anche solo osservandola dall’esterno ci parla, ci fa immaginare l’interno.Le porte dei luoghi di culto sia in passato che nei periodi più recenti sono maestose e in esse vi descrivono pagine della Bibbia, “non è raro poi trovare la figura di Gesù al centro, per ricordare che è Lui la vera porta che conduce al Padre. Ecco il simbolo della porta che ci ha fatti entrare nella didattica del simbolo”.La relatrice però ha tenuto precisare che l’esperta di didattica del simbolo in Italia è Franca Feliziani Kannheiser (che l’ha personalmente incontrata diverse volte): il suo sapere in merito è raccolto in numerosi articoli e interventi, oltre che nel suo testo Io sono una pianta fiorita. Da questi incontri è emerso che il simbolo “coinvolge tutta la persona, è particolarmente adatto a stabilire vie di comunicazione tra gli uomini sia a gettare un ponte tra gli uomini e Dio, ciò che lo sforzo razionale soltanto non può fare”. Attraverso un’esperienza umana si può arrivare ad una proposta cristiana, vita e fede.Per i bambini di qualsiasi età la didattica del simbolo permette di percorrere un cammino dall’esterno all’interno attraverso il gioco, immagini, ascolto di fiabe… così la comprensione avviene attraverso un’esplorazione attraverso i loro sensi, ed anche più immediata. La dottoressa Soligo ci ha proposto un video dove l’esperienza dei bambini più piccoli seguendo il brano del Vangelo della Samaritana, hanno preso in considerazione come simbolo l’acqua, attraverso vari giochi sono riusciti a passarsi con un bicchiere un po’ d’acqua tra di loro poi l’ultimo la versava in una brocca posata sull’altare (condivisione, vita, …). Questo avveniva durante la liturgia della domenica in un luogo accanto la chiesa insieme ai catechisti e genitori con figli piccoli, quindi in un modo diverso stavano vivendo lo stesso momento delle persone presenti alla liturgia in chiesa.All’inizio dell’incontro ci era stato dato un sasso, siamo stati invitati a toccarlo e pensare che significato davamo a quel sasso, che uso avremmo potuto fare, da qui si è svolto il lavoro di gruppo. Dovevamo preparare un incontro tra adulti, oppure animare una liturgia o un incontro di catechesi collegando il sasso ad un brano del Vangelo, gli elaborati sono stati tra i più svariati, ma molto ricchi e utili da proporre nelle proprie realtà quotidiane della propria parrocchia.Un’ultima osservazione, ma non meno importante la dott.ssa Soligo ha tenuto a sottolineare che qualsiasi impressione diamo al simbolo non esiste uno giusto o uno sbagliato, perché ognuno attraverso il proprio vissuto trae le proprie conclusioni, perciò mai dare nulla per scontato.L’intervento si è concluso con un affettuoso applauso ed un grazie dal cuore. Alla fine è intervenuto l’Arcivescovo monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli ci ha salutato e ringraziato per la nostra partecipazione e ci ha impartito la Sua Benedizione.Luciana Rosig
Notizie Correlate