Ricostruita la biblioteca del Collegium Goritiense
20 Novembre 2018
È completa la “ricostruzione”, a livello librario, della prima biblioteca di Gorizia: l’editore Valentin Koerner ha infatti pubblicato il settimo e ultimo volume dell’opera “La Biblioteca del Collegium Goritiense Societatis Iesu nella Biblioteca Statale Isontina”. Il testo, curato nella sua completezza dalla bibliotecaria Giuliana De Simone, con prefazione del direttore della Bsi Marco Menato, ricostruisce per la prima volta il corpus dei 1271 titoli dell’antica raccolta gesuitica ora presente nella Biblioteca goriziana. I volumi, fra i quali incunaboli e molte cinquecentine, formavano la storica biblioteca del Collegium gesuitico, fondato nella cittadina isontina per volere dell’Imperatore Ferdinando II, arciduca d’Austria. Proprio da questa prima raccolta prende origine l’attività di quella che, ai giorni nostri, è diventata la Biblioteca statale Isontina. Si tratta del primo catalogo che ricostruisce un fondo della Bsi, l’opera potrà essere una base per studi comparativi, ad esempio tra questa raccolta e la biblioteca di altri collegi gesuitici o ancora sulla diversità dell’insegnamento tra questa area, di confine con l’impero asburgico, e l’area culturale veneta. In quella che fu la prima biblioteca di Gorizia, intesa come raccolta libraria organica confluita poi in una realtà pubblica, sono presenti autori locali ma non solo, particolare interesse riveste, ad esempio, il fatto che qui fossero conservate opere di teologi protestanti. Il volume finale dell’opera consente nuove possibilità di studio e di ricostruzione dell’antica biblioteca gesuitica attraverso un indice, tra gli altri, degli autori, dei dedicatari, dei censori, degli editori, dei tipografi, dei librai, dei luoghi di pubblicazione o stampa, dei possessori, delle aree tematiche. Il lavoro di ricognizione nelle raccolte, di ricostruzione della biblioteca e di prima stesura del catalogo ha occupato i primi nove anni del Duemila, la revisione è terminata nel 2014. Si rivelano imponenti i numeri di questo che può essere considerato uno degli ultimi repertori cartacei frutto dell’impegno di un unico bibliotecario. Sono 1271 le schede analitiche che corrispondono a circa 1600 volumi, 5 mila gli autori, fra principali e secondari, 600 i tipografi, editori e librai, 107 i luoghi di stampa sparsi nell’Europa orientale con una discreta presenza anche di edizioni veneziane e francesi, 192 i possessori fra persone e istituzioni. Il risultato è la suggestiva ricostruzione di un’antica biblioteca di studio unica, perché collocata al confine tra l’impero asburgico e la repubblica veneta, in un’ideale crocevia tra la cultura di matrice veneta e quella di respiro già mitteleuropeo. Questa raccolta libraria della Compagnia di Gesù si presenta quindi come un unicum fra le biblioteche gesuitiche italiane, con le quali non compete certo per ricchezza o preziosità dei volumi, ma in quanto rappresenta il particolare milieu culturale nel quale Gorizia è stata immersa per molti secoli.Il fondo gesuitico è uno spaccato dello scibile a disposizione degli studenti che giungevano a Gorizia da diversi territori dell’Impero. Fino al 1773, anno in cui Giuseppe II soppresse la Compagnia di Gesù, qui si formarono infatti non solo il clero ma anche diplomatici, funzionari e ufficiali dell’esercito di tutto l’impero. “La Biblioteca dei gesuiti – scrive nella prefazione il professor Marco Menato – è stata per anni nascosta nei depositi del Palazzo Werdenberg di via Mameli. Una decina di anni fa, per insistenza di don Luigi Tavano fondatore e presidente dell’Istituto di Storia sociale e religiosa, incaricai Giuliana De Simone di allestire il catalogo scientifico del fondo. Ne è risultato un lavoro unico nel panorama catalografico italiano”.
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