Un brutto esempio e un pessimo segnale
3 Dicembre 2018
Sergio Staino con una lettera al giornale ha chiesto di chiudere la sua collaborazione con “Avvenire”.Nelle scorse settimane è stata pubblicata la sua decisione con una accorata lettera del direttore Marco Tarquinio che prendeva atto con dispiacere della decisione, determinata purtroppo da una campagna di insulti e di inviti ad andarsene perché non gradito, in quanto comunista e… altro. Per un anno è uscita la striscia domenicale che aveva come interprete principale “Gesù di Nazareth” che, con amabile ironia, comunicava, commentava, sottolineava vicende e persone. Giornalismo grande!.La rubrica di Avvenire dei giorni seguenti ha ospitato altre lettere (2 contrarie e tante altre a favore) a dimostrazione che il problema esisteva; le voci contrarie si sono espresse con i toni che conosciamo e con invito a far sparire dalle pagine del quotidiano altre voci (Bergoglio, Bianchi e altre voci cantanti, tanto per esemplificare) a dimostrazione di quale sia l’obiettivo da colpire.Per un lettore come chi scrive che segue da cinquanta anni Avvenire, alla cui pubblicazione abbiamo in tanti collaborato, non è stata una bella notizia. Anzi.Da queste pagine, manifestiamo solidarietà e amicizia a Sergio Staino, come anche al direttore di Avvenire per la scelta e l’impegno di sostenere tale presenza diventata amicizia per tanti. Insieme a questa solidarietà, non è possibile tacere sulla intransigenza e sulla malafede che si è manifestata in modo così violento e non scusabile.Tutto questo, al di là delle idee, è un brutto esempio ed un pessimo segnale.La Chiesa è una cosa troppo seria per poter pensare di starci a queste condizioni; la vicenda insegna che la violenza è entrata nelle file di coloro che avrebbero ben altro da fare. Un modo scoperto e truculento che non lascia spazio a illusioni. Onore al giornalismo del quotidiano Avvenire – ai suoi lettori ed amici- e del dottor Staino. La strada della pubblica opinione ma soprattutto quella della accoglienza e del dialogo è ancora lunga. Guai a lasciarsi vincere da questa intransigenza che resta una brutta ferita.
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