Festa dell’umanità intera

Genitori a titolo diverso ma entrambi necessari alla crescita e sviluppo del bambino Gesù. A Betlemme è iniziata a manifestarsi la gloria di Dio, la sua potenza redentrice del mondo – tanto da far cantare le schiere degli angeli in cielo – potenza che già da subito manifesta non solo la sua dipendenza dalla libera e volonterosa accettazione e cura da parte degli uomini, ma soprattutto manifesta la sua scandalosa non-imposizione sugli stessi. Una potenza che non si impone, al punto da poter non essere accolta a Betlemme – per Gesù e i suoi genitori non c’era posto nelle abitazioni degli uomini- e al punto da poter essere rifiutata e più tardi condannata sul patibolo della croce a Gerusalemme perché considerata inefficace, controproducente e pericolosa.L’epifania è la festa della manifestazione della salvezza di Dio che non si impone sugli uomini. Che non li salva senza la loro libera accettazione e cura. Una salvezza che non vince sull’umanità povera e perciò egoista ma che convince grazie alla forza sorprendente di un amore che non si arrende di fronte al suo rifiuto. Anzi, che si sottopone al rifiuto e ne fa l’occasione vincente per convincere il mondo della grandezza universale della sua salvezza. Universale non solo per estensione geografica ma anche per profondità umana, penetrando e vivificando tutte le dimensioni della natura umana. Ne sono testimoni i re venuti dall’Oriente, i Magi, che grazie all’accoglienza della Sapienza divina che li rende liberi da pregiudizi culturali riconoscono in Gesù la stella polare dell’umanità. Quel ’re dei re’ che destabilizza invece Erode e più tardi l’intero sinedrio ebraico offrendo al governatore romano Pilato la scusa per la sua condanna.L’epifania è la festa dell’umanità intera, salvata dalla forza non impositrice della redenzione di Cristo capace di trasformare le ingiustizie da noi subite e provocate in veri percorsi di amore solidale che rinnovano il mondo, grazie all’obbedienza di quel bimbo deposto in una mangiatoia perché non c’era posto per lui nell’albergo degli uomini.