Il parco di Villa Coronini ritrova l’antico e perduto splendore

Da qualche giorno in molti avranno notato del fermento nel parco di Villa Coronini Cronberg in viale XX Settembre. Sono ripresi infatti a grande ritmo i lavori di sistemazione, partiti nel 2018 in seguito ai gravi danni che l’area aveva subito a causa di alcuni violenti eventi atmosferici, che avevano finito con il rendere pericolanti alcuni alberi presenti.Dopo la prima tranche di lavori, che ha coinvolto la parte del percorso centrale e il lato destro del parco, con l’eliminazione di piante infestanti e la sistemazione del Pergolato e del Belvedere, le opere di sistemazione proseguono ora sul lato sinistro, andando a ripulire l’area denominata “Collina del Tempietto”.L’intervento, di natura conservativa, è finalizzato anche in questo caso all’eliminazione di piante infestanti – in particolar modo palme giapponesi, non appartenenti all’architettura verde originaria del Parco – e al ridimensionamento volumetrico di alcuni alberi ad alto fusto e delle siepi, che rendono attualmente invisibile il tempietto collocato sulla sommità della collina, secondo lo schema originario visibile invece già dall’ingresso da viale XX Settembre.In questa prima fase, i lavori sono messi in atto dalla Forestale Regionale, che sta provvedendo al restauro del verde secondo quanto autorizzato dalla Soprintendenza, sotto la guida di Luigi Berghem e seguendo i progetti redatti – per la parte architettonica – da Giulio Valentini. Al termine di questa prima parte, si passerà alle piantumazioni e manutenzioni del verde, ad opera dell’impresa Caporale di Mariano del Friuli.I lavori di sistemazione del Parco avranno una durata quinquennale, decisione presa anche per poter valutare su un arco temporale che coinvolga più stagioni, la reazione delle piante e delle nuove piantumazioni e porre eventuali modifiche. Grazie a questi interventi sarà possibile non solo godere di nuovo della bellezza di alcuni elementi architettonici a lungo nascosti dalle piante infestanti, ma anche ammirare lecci, tassi, platani e pini, elementi “verdi” originali che, al momento, sono occultati da edere e palme.”Per tutta la durata dei lavori, il Parco rimarrà aperto al pubblico, come da sua vera natura – ha espresso Enrico Graziano, direttore della Fondazione Coronini -: l’area infatti, sin dalla sua origine a metà Ottocento, prevedeva molte giornate di apertura alla cittadinanza”.Come sottolineato tanto dall’architetto Valentini, quanto dal sindaco, Rodolfo Ziberna, “si stanno ridando alla città ambienti di cui si rischiava di perdere la memoria. Per lungo tempo una vasta area del Parco è rimasta pressoché inaccessibile; oggi tutto viene riportato alla luce, una perla di Gorizia di cui possono beneficiare tutti, nonché uno splendido “biglietto da visita” per l’intero Palazzo entrando da XX Settembre”.