Impegnati a costruire l’Europa di domani

Una sessantina di dirigenti e soci dell’Azione cattolica diocesana -unitamente alla presidente Maria Luisa Giusti ed alle vicepresidenti diocesane – hanno dato vita ad un incontro all’oratorio di Romans in vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Un impegno che l’associazione ha vissuto a livello nazionale e regionale nel tentativo di rispondere all’esigenza della informazione sul significato dell’appuntamento elettorale e sulle principali tematiche che gli elettori dei ventotto Paesi europei sono chiamati a rispondere.Nel corso della serata, il dott. ha ampiamente informato sui compiti del Parlamento europeo oltre che sulle strutture che a Bruxelles e Strasburgo guidano la politica dell’Unione europea. Un’informazione che è andata a cogliere i particolari del funzionamento dei vari organismi, l’organizzazione delle politiche europee e le linee programmatiche dell’azione politica che animano i partiti e le coalizioni. Un impatto – reso pesante dalla grande crisi recessoria e dalla quale non è ancora facile per tutti uscirne, senza rinunciare alla comune condivisione unitaria-  le cui conseguenze appesantiscono il cammino unitaria dell’europea dei popoli ma anche delle istituzioni.In questo spirito, nel corso del dibattito, sono state ricordate le radici cristiane dell’Europa, le figure dei suoi fondatori laici (Spinelli) e credenti (Adenauer, Spach, De Gasperi) e la loro opera per la pace e per la costruzione, dentro alla società delle nazioni, dell’Europa dei popoli e delle nazioni. Il dialogo finale ha consentito anche di motivare le scelte che spettano proprio ai credenti di dare vita ad una politica della solidarietà e dello sviluppo sostenibile ed equo. In specifico è stato suggerito, alla luce delle posizioni di papa Wojtila e Ratzinger, oltre che di papa Francesco, di lasciarsi guidare dal criterio della storia e dell’appartenenza, oltre che dell’analisi politica e culturale, in un tempo nel quale occorre scegliere di stare con chi costruisce e non distrugge, mette al primo posto il bene comune e la solidarietà, crede nella persona e nei valori della socialità e della spiritualità. Un criterio saggio di valutazione e di guida nelle scelte, resta quello di stare dalla parte degli ultimi, dei non considerati, dei poveri e, quindi, dei migranti: una scelta che, oltre a rappresentare bene la condizione umana, responsabilizza persone e comunità a vivere l’accoglienza, praticare la giustizia, la misericordia e la pace. Buona Europa dei popoli.