“Voglio portarvi tutti in paradiso”
29 Luglio 2019
Quest’anno i Frati Cappuccini assieme alla Fraternità Francescana Secolare di Gorizia desiderano riscoprire il valore della Festa del Perdono di Assisi con una celebrazione che si svolgerà il 2 Agosto, con inizio alle ore 17.30 nella Chiesa dei Cappuccini dedicata a S. Maria Assunta. Ci siamo chiesti infatti che senso avesse riprendere a Gorizia una celebrazione che è nata 800 anni fa nella Porziuncola a S. Maria degli Angeli (Assisi) e che continua ininterrottamente nel corso dei secoli. A questo proposito abbiamo riflettuto sulle parole di Papa Francesco pronunciate in occasione del suo pellegrinaggio di tre anni fa alla Porziuncola, in occasione della festa del Perdono: “Ognuno di noi, spesso, se gli viene fatto un torto, chiede giustizia mentre di fronte a un torto compiuto spera nella misericordia. Molti lasciano passare tanto del proprio tempo nel rancore e rovinano così la propria vita e quella degli altri. Abbiamo bisogno tutti di misericordia. ’Chi di noi qui crede di essere senza peccato?’ la domanda ai presenti. La via del perdono può rinnnovare la Chiesa e il mondo. Testimoniare la misericordia è un compito a cui non possiamo sottrarci. Il padre nella parabola del vangelo è sempre in attesa del figlio e così Dio con noi”. E siamo andati alle origini rileggendo il “Diploma Teobaldino” contenuto in appendice alla Fonti Francescane, in cui si racconta come sia nato il Perdono di Assisi.Una notte del luglio 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore! Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: “Signore, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. “Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio Vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”.E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e disse che non è usanza accordare un’indulgenza simile. Francesco però ribattè: “Quello che io domando, non è da parte mia , ma da parte di Colui che mi ha mandato, cioè il Signore. Nonostante l’opposizione della Curia romana, che temevano una riduzione drastica dei pellegrinaggi in Terra Santa, il Pontefice dette la sua approvazione. Poi disse: “Per quanti anni vuoi questa indulgenza?”. Francesco scattando rispose: “Padre Santo, non domando anni, ma anime”. E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: “Come, non vuoi nessun documento?”. E Francesco: “Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l’opera sua; io non ho bisogno di alcun documento: questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”. E qualche giorno più tardi, insieme ai Vescovi dell’Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!” (FF 3391-3397)Da quel lontano 1216, ogni anno, alla Porziuncola viene celebrata la Festa del Perdono e la notevole affluenza di pellegrini ha reso necessaria nel 1569 la costruzione della Basilica Papale di S. Maria degli Angeli che custodisce all’interno la minuscola chiesetta. In seguito, l’indulgenza fu estesa a tutte le chiese francescane e poi anche a tutte quelle parrocchiali. La Festa del Perdono, oggi come 800 anni fa, è un’occasione per riflettere sulla nostra umanità, permettendoci di riscoprire noi stessi e gli altri. Noi stessi: perchè prendiamo coscienza che abbiamo dei limiti e a volte sbagliamo e ci smarriamo; gli altri: perchè continuamente le relazioni hanno bisogno di nutrirsi di perdono per ricominciare a riprendere il cammino. Se non siamo capaci di perdonare, perdiamo la nostra umanità e ci lasciamo sopraffare dal rancore che tormenta noi stessi e inquina l’ambiente che ci circonda. E’ un dono che ci viene offerto e che possiamo accogliere, se abbiamo il coraggio di fermarci nel cuore dell’estate, fare silenzio e metterci in discussione, ascoltando quell’unica Voce in grado di mettere ordine nella nostra vita e dar senso al nostro affaccendarci terreno. Il Perdono di Assisi è un momento di grazia da vivere nella consapevolezza che il Signore ci aspetta sempre per riannodare quel filo, che metaforicamente rappresenta il nostro legame con Lui, e che il nostro limite e le nostre paure troppo spesso spezzano; dobbiamo gioire perchè facendo un nodo al filo spezzato, esso si accorcia, riducendo la distanza tra noi e il Signore. Il per-dono ci insegna ad amare noi stessi e gli altri come ci ama Dio, indipendentemente dal nostro essere diversi e dal nostro essere imperfetti; il perdono ci insegna anche che esso è l’unica modalità per sperimentare la gioia vera, per realizzare il sogno/desiderio di s.Francesco che è quello di Dio: “portarci tutti in Paradiso”, consapevoli che il Paradiso iniziamo a viverlo già qui, su questa terra, se teniamo ben annodato il filo che ci lega a Dio. Dipende da noi!L’appuntamento è venerdì, 2 Agosto alle 17.30 nella chiesa dei Cappuccini, in piazza S. Francesco a Gorizia, per la Celebrazione del Perdono di Assisi che inizia con la Liturgia Penitenziale a cui segue la Confessione e continua alle 18.30 con la Messa, in quanto la condizione per ricevere questo ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe consiste nella visita alla Porziuncola, o ad una Chiesa francescana o parrocchiale, la Confessione e la preghiera secondo le intenzioni del Papa.
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