L’ospedale, santuario cittadino
24 Febbraio 2020
L’auditorium dell’ospedale è diventato chiesa per accogliere la comunità di cristiani della diocesi di Gorizia uniti alla Chiesa universale in memoria di quanto avvenne a Lourdes l’11 febbraio del lontano 1858. Qui la Madre di Gesù – come ha ricordato il vicario generale dell’arcidiocesi monsignor Armando Zorzin che ha presieduto la celebrazione eucaristica – ha detto a Bernardette: “Io sono l’Immacolata Concezione”, mirabile mistero della Madre del Salvatore e dogma di fede.Molti ospiti della struttura, fedeli, operatori sanitari ed amici sono arrivati per tempo: l’inizio di un incontro con saluti gioiosi tra persone care tra loro, unite dal desiderio di pregare e ringraziare che va al di là delle sofferenze e dello stato di salute fisica. I misteri del dolore, introdotti da brevi riflessioni, hanno fatto ripensare alla Via Crucis ed ai rosari recitati a Lourdes: le voci di alcuni presenti malati e non si sono alternate nella recita forti o sommesse, con pacatezza, senza fretta per preparare tutti alla celebrazione dell’Eucaristia.È stata una santa Messa semplice, essenziale, partecipata: sicuramente tutti si sono sentiti accompagnati a Dio dalla lode, dalla preghiera, dal canto. Mai c’è stata proclamazione del Vangelo più commovente di quella ascoltata: “il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”. Le parole dette da Gesù e uscite, a fatica, dalla bocca del diacono sono state appassionate e convincenti: una lezione di vita per tanti!Il Vicario episcopale, nell’omelia, ha ricordato come questa nostra particolare celebrazione sia unita alla Chiesa universale, come il soffrire possa diventare offrirsi fiduciosamente alla volontà di Dio attuando ed attualizzando le parole della Vergine ai servi delle nozze di Cana: “Fate quello che Egli vi dirà”. Il sacramento della Sacra Unzione donato ad alcune anziane malate è stato un segno per tutti i presenti così pure il momento del ricordo delle persone defunte annunciato dal cappellano dell’ospedale Padre Renato Ellero e seguito da un intenso silenzio.Dopo la Comunione accompagnata dal canto del coro di Begliano diretto dal maestro Dorino Fabris e da un raccolto silenzio, don Mirko Franetovich, direttore diocesano della Pastorale della salute, prima dei ringraziamenti di rito, ha voluto condividere il pensiero dell’esperienza sua e di padre Renato che vede nell’ospedale il vero santuario di Monfalcone dove soffrire e risorgere s’incontrano quotidianamente.Nel ringraziare, nessuno è stato dimenticato: dai malati ai vertici dell’azienda sanitaria e agli operatori sociosanitari, dalle associazioni presenti alle congregazioni di religiosi e religiose, dai numerosi sacerdoti che hanno concelebrato ai diaconi, dai coristi a coloro che hanno preparato il successivo momento conviviale. E’ stato portato il saluto del vescovo Carlo, impegnato a Roma con la Caritas nazionale.Il dottor Fabio Montanar, presidente dell’UNITALSI della sottosezione di Gorizia, ha annunciato il pellegrinaggio a Lourdes del giugno prossimo particolarmente dedicato al ricordo di monsignor Dino De Antoni, nostro amato vescovo e già Assistente ecclesiastico della sezione triveneta dell’Unitalsi.La recita della preghiera di papa Francesco pensata per la XXVIII^ giornata mondiale del malato ha preceduto la benedizione finale e il tradizionale canto dell’Ave Maria di Lourdes.
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