Giulio fa cose…

Paola e Claudio, genitori di Giulio Regeni; Alessandra Ballerini, avvocato; Giuliano Foschini, giornalista. Davanti a loro le persone che, nel pomeriggio del 22 febbraio scorso, hanno riempito la sala tre del Kinemax di Monfalcone. Stavano in piedi ad esprimere con un applauso solidarietà, affetto e condivisione dell’obiettivo scritto sullo striscione aperto davanti a loro: Verità per Giulio Regeni. Sullo schermo erano appena passate le immagini del documentario nel quale Ivan Gergolet ha proposto il significato della ciclostaffetta “A Roma per Giulio” attraverso una attenta selezione di filmati e fotografie di quella ’impresa’ realizzata da ciclisti di BisiachiInBici nell’autunno 2018. Alessio Russi, uno di loro, ha sintetizzato: Giulio ci mette davanti a un bivio e noi abbiamo scelto da che parte stare.Il regista Ivan Gergolet ha detto a Paola, Claudio e Alessandra:  “noi con voi non smettiamo di pedalare”.  Sentimenti e volontà che tutti i presenti hanno sentito come propri esprimendoli con un lungo applauso. Marta Cuscunà, attrice, e Marina Tuni, giornalista, hanno dato voce ad alcune pagine del libro che è stato presentato in quell’incontro: “Giulio fa cose” scritto dai genitori di Giulio con Alessandra Ballerini, edito da Feltrinelli.Il libro, la sua presentazione in diverse città italiane, l’allargarsi della conoscenza di Giulio, giovane ricercatore rapito, torturato, ucciso e abbandonato ai lati di una strada in uscita dal Cairo quattro anni fa, è una delle “cose” fatte da Giulio. Sono passati già quattro anni e dal Cairo, luogo e origine di depistaggi, calunnie e falsità, viene solo il silenzio di chi vuole che la verità rimanga nascosta. La Procura di Roma, da tempo,  non ottiene  risposte dall’Egitto alle sue richieste e cinque membri dei Servizi segreti civili egiziani rimangono iscritti sul registro degli indagati a Roma. La contradditorietà tra parole e fatti da parte dei governi italiani di questi anni è evidente: si chiede la verità negli incontri ’politici’ e si fanno affari in armamenti ed altro in quelli ’economici’. Camminano solo i secondi. Un politico  ha mantenuto la parola, il presidente della Camera Roberto Fico: ha interrottto i rapporti con il parlamento egiziano. Ma è solo uno. Chi, cercando la verità, difende la dignità di Giulio?  Chi risponde alle menzogne di volta in volta scelte per denigrarlo o depistare: spia, giornalista, trafficante d’arte, blogger ed altro ancora? Una risposta oggi c’è: “Giulio fa cose”  è testimonianza profonda e serena di un percorso, di una vita letta dai genitori che guardano dentro se stessi riflettendo su ciò che erano e su quello che sono diventati passando attraverso il tormento e la sofferenza generata dai fatti in quei giorni tra gennaio e febbraio del 2016.Il libro offre anche una dettagliata cronologia dei fatti più importanti di questi quattro anni di ricerca della verità. Il tempo che passa, ha detto Paola Deffendi, “è un’arma che vogliono usare, ma noi non possiamo arrenderci. Perchè? Guarda qua…” ed ha indicato le persone che gremivano la sala. Non ci si arrende anche perchè difendere Giulio è difendere tutti i “Giulio e Giulia” che in Egitto continuano a sparire nel nulla o sono ancora sotto tortura.”In Egitto tutti sanno chi è Giulio Regeni – ha detto Alessandra Ballerini – e sono con i suoi genitori che qui possono dire quello che loro non possono dire”. E’ come affermare che difendere Giulio nella giustizia e nella verità è difendere chi oggi viene privato dei propri diritti e noi stessi, perchè i diritti di ogni persona non sono conquistati una volta per sempre. Si raggiungerà la verità per Giulio? Ci sono esempi nei quali il tempo, che molti vorrebbero facesse entrare Giulio nell’oblio, è stato invece alleato di chi cerca la verità. Un capitolo del libro è intitolato ’Il volo’ e ci porta l’esperienza di un ufficiale argentino che, convinto di obbedire a ordini giusti per il bene del suo Paese, gettava dall’aereo giovani che erano stati narcotizzati ma ancora vivi. La sua coscienza, segnata da una scivolata che lo ha portato a un passo dal fare la stessa fine, è esplosa ed ha parlato; ha detto la verità. Quante persone – ha ricordato Alessandra Ballerini – sono state direttamente o indirettamente coinvolte nei fatti che hanno portato all’assassinio di Giulio? Qualcuno che incominci a rompere il muro può esserci. “Siamo certi – scrivono Paola Deffendi e Claudio Regeni – che queste persone non hanno potuto dimenticare. (…) Sappiamo che hanno paura, ma ora possiamo, grazie alla piattaforma creata e messa a disposizione dal quotidiano ’Repubblica’ , garantire anonimato e totale sicurezza (…) Solo condividendo con noi ricordi e notizie troverete e ci consentirete di avere pace”.  Nell’introdurre il dialogo dell’incontro, Giuliano Foschini, che per Repubblica ha investigato e seguito le indagini riguardanti Giulio fin dall’inizio, ha definito il libro “inatteso ed inaspettatamente coraggioso”, perchè “hanno avuto il coraggio di guardarsi dentro e di raccontare”. Questo libro “non ti permette più di dire: io non sapevo”.