L’importanza di “esserci”: nasce il Fondo Scrosoppi

Sono state ben 856 le famiglie che, nel solo mese di aprile, sono state aiutate dalla rete Caritas presente sul territorio con una borsa della spesa; 129 quelle che hanno potuto ricevere un sussidio economico finalizzato alla copertura di spese indispensabili, quali canoni di locazione e utenze domestiche.Altri 14 nuclei familiari hanno richiesto aiuto per l’acquisto di farmaci, 5 un supporto informatico affinché i loro figli potessero seguire la didattica a distanza e contrastare così la povertà educativa.È anche, a fronte di questi numeri che la settimana scorsa è stato avviato il “Fondo Scrosoppi”, nuovo strumento messo in campo dall’Arcidiocesi di Gorizia per contrastare le pesanti conseguenze a livello economico e finanziario che l’attuale emergenza sanitaria – legata alla pandemia data dal diffondersi negli scorsi mesi del Covid-19 –  sta avendo sulla vita di molte famiglie e persone anche nel nostro territorio.”L’aiuto messo in atto dal Fondo Scrosoppi – ha illustrato l’arcivescovo, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo programma – si rivolge in particolar modo alle persone che in questo momento così particolare si trovano prive di reddito lavorativo: perché hanno perso il lavoro, perché non lo hanno ancora potuto riprendere o perché quest’anno non lo potranno trovare, penso ad esempio ai lavoratori stagionali, fortemente penalizzati”.Vista questa importante emergenza, che sta creando il grave problema delle “nuove povertà”, ovvero persone che, prima di oggi, non avevano mai avuto necessità di rivolgersi alla Caritas o ad altri servizi assistenziali, la Chiesa di Gorizia ha attivato questo strumento coinvolgendo alcuni enti operanti sul territorio diocesano, costituito come fondazione non autonoma all’interno di Carità diocesana di Gorizia – Onlus, “ramo onlus” dell’Ente Arcidiocesi di Gorizia.”Il Fondo Scrosoppi – ha sottolineato l’arcivescovo – non va a sostituire ciò che la Caritas diocesana di Gorizia già svolge, oltretutto in questo periodo in maniera decisamente potenziata per far fronte alle nuove criticità, ma predispone un fondo specifico per queste nuove necessità”.La base di partenza è pari a 180.000 euro, derivanti in parte da contributi che, in prima persona, i sacerdoti hanno voluto fornire – oltre 25.000 euro – e, per la parte più consistente, dalla quota straordinaria di Fondi 8×1000 che la CEI ha attribuito all’Arcidiocesi per l’attuale emergenza.Il Fondo punta a coinvolgere anche altre realtà del territorio: le Acli provinciali e la Coldiretti già ne fanno parte e l’auspicio è che possano avvicinarsi a questo progetto, che rimane aperto, anche ulteriori enti, al fine di venire incontro in un modo il più possibile coordinato ed efficace ai bisogni delle persone e delle famiglie.Tre in particolare le caratteristiche del Fondo Scrosoppi: quella di essere “snello”, ossia di rispondere il più velocemente possibile alle richieste che verranno inoltrate e quindi valutate; come già richiamato, altra caratteristica è quella del fare “rete”, coinvolgendo altre realtà sul territorio diocesano in modo tale da essere il più capillare possibile; il fondo si caratterizzerà poi anche per “trasparenza”: periodicamente sul sito diocesano verrà dato spazio agli aggiornamenti delle offerte che arriveranno.Un modo questo tanto per ringraziare coloro che vorranno aderire all’iniziativa, quanto anche per far conoscere come e dove verranno raccolte le donazioni e i fondi.Chi volesse, anche con una piccola somma, aiutare una famiglia in difficoltà, può partecipare all’iniziativa con una donazione intestata alla Carità diocesana di Gorizia – Onlus, IBAN IT15O0862212401004000323364, Causale: Fondo Scrosoppi.Il Fondo si estinguerà il 1° maggio 2021 – salvo un’eventuale proroga legata al persistere della crisi economica straordinaria -.Alla sua estinzione gli eventuali residui saranno utilizzati per interventi a favore di persone e famiglie bisognose.In questi giorni il Fondo Scrosoppi viene presentato sui social diocesani e numerosi siti parrocchiali attraverso un video curato, nella parte tecnica, da Mattia Vecchi, a cui ha prestato la sua voce il noto giornalista e telecronista Bruno Pizzul.