Una Chiesa capace di ospitalità dell’umano

Domenica di grande festa anche a Grado il 12 luglio. L’Isola, infatti, ha celebrato solennemente i propri santi patroni, Ermacora e Fortunato, così come la consorella parrocchia arcipretale di Aquileia e la Regione. Una Santa Messa solenne decisamente particolare, non solo per la contingentazione dei fedeli che, secondo la normativa ancora in corso, prosegue, ma anche per il ritorno, in gran spolvero, della Corale Santa Cecilia che ha accompagnato la liturgia. A presiedere l’arciprete parroco di Grado e Fossalon, monsignor Michele Centomo, assieme a don Gianni Medeot. Una liturgia solenne nonostante la situazione generale che ancora costringe le parrocchie a grandi sforzi per garantire la sicurezza personale e sanitaria di ognuno. “I nostri patroni ci vengono incontro come maestri di vita cristiana e di testimonianza del Vangelo fino al martirio – ha sottolineato l’arciprete durante la liturgia – in un periodo in cui tutto sembrava trascinarsi senza intravvedere spiragli di speranza, ma essi hanno saputo resistere, per dirci che anche i tempi difficili si possono trasformare in occasione di irruzione del potere di Dio e, per ricordarci che, se vogliamo fare un balzo in avanti, dobbiamo tornare alla storia delle nostre origini, che sono state accompagnate da un sogno che alimentava la comunità cristiana dei primi secoli, il sogno di essere una Chiesa capace di ospitalità dell’umano”. Cioè “liberarlo dalla visione consumistica e mercantile con cui uno misura la felicità della propria vita. Un umano ospitale, capace di fare rete, di suscitare responsabilità, di sostenere ciò che unisce prima di ciò che divide”. In sostanza “un umano che attrae per le sue parole e le sue opere: ho creduto, perciò ho parlato per cui anche noi crediamo e perciò parliamo ivi nella concretezza dei fatti e non nelle chiacchiere”.A prendere la parola, al termine della funzione, anche il sindaco, Dario Raugna. “Nei momenti di difficoltà la nostra gente sa tirare fuori il meglio – ha rimarcato il primo cittadino – e come ci insegna il martirio dei nostri Santi Patroni Ermacora e Fortunato, la sofferenza può diventare un’occasione di crescita collettiva. Ci attende un inverno difficile in cui all’emergenza sanitaria andrà sommandosi quella socioeconomica e ancora una volta andremo a esprimere le nostre qualità, con impegno e dedizione. I nostri valori di riferimento, quando il mare è in tempesta, segnano la rotta da seguire. Ho grande fiducia nella nostra comunità, nella Grado solidale. E sono sicuro che anche questa volta i gradesi sapranno rialzarsi ritrovandosi migliori”, ha concluso Raugna. Celebrazione, come detto, accompagnata dalla Corale Santa Cecilia che, diretta dal maestro Annello Boemo, ha partecipato con la sola sezione maschile. Una decisione dettata dalla necessità, tutt’ora forte, di contingentare le presenze soprattutto all’interno della basilica. Ecco, dunque, la decisione di eseguire una messa più semplice, ovvero la Cerviana di Lorenzo Perosi a tre voci d’uomo. Al termine della Santa Messa la Banda Civica Città di Grado ha allietato i presenti nel vicino Campo dei Patriarchi con una serie di brani celebri religiosi e no.La giornata dei Santi Patroni, in ogni caso, col favore del bel tempo, ha richiamato a Grado una buona quantità di turisti seppur solo di giornata o che si sono fermati a Grado qualche giorno.Per la ripresa degli ultimi mesi della stagione, invece, sarà necessario ancora sperare in un tempo clemente almeno fino a fine agosto.