Egidio, apostolo delle aggregazioni laicali nella Chiesa
18 Agosto 2020
Tre ricorrenze centenarie si assommano nella celebrazione commemorativa del Venerabile Egidio Bullesi in programma sabato 22 agosto a Barbana (trasferita dalla data anniversaria del 25 aprile): cento anni dall’adesione sua all’Azione Cattolica nel Circolo giovanile “San Francesco” di Pola (2 luglio 1920); cento anni da quando lui e tutti i membri del circolo si iscrissero al Terz’Ordine Francescano (4 ottobre 1920); cento anni anche di fondazione dell’Apostolatus Maris, l’organizzazione della Chiesa Cattolica che assiste spiritualmente la gente del mare (portuali, marittimi): Egidio è il marinaio santo e il Centro “Stella Maris” della nostra Monfalcone, città ove egli lavorò nei cantieri, è a lui intitolato.Al termine della messa che in santuario sarà presieduta dal nuovo vicepostulatore della causa francescana di Egidio, fra Claudio Bratti, tre voci si susseguiranno così a ricordare e invocare Egidio per attingere dal suo fervore forza di testimonianza a Cristo anche oggi nella Chiesa come fedeli laici: l’Azione Cattolica sarà rappresentata dai nuovi presidenti diocesani di Gorizia e di Trieste e l’Ordine Francescano Secolare dalla ministra regionale delle fraternità del Friuli Venezia Giulia; il Centro Stella Maris “Egidio Bullesi” del porto di Monfalcone dal direttore Alberto Landri. Alla fine dei loro interventi, reciteranno ciascuno la preghiera composta negli anni ’90 del secolo scorso dall’allora arcivescovo di Gorizia padre Vitale Bommarco per l’A.C., per i terziari francescani, per i marinai; e furono composte da quel pastore della Chiesa isontina innamorato dei santi anche preghiere per gli scouts, per i confratelli delle “Conferenze di San Vincenzo” e per gli ammalati, fra i quali pure Egidio rifulse nell’apostolato: una parola magica, quest’ultima, per lui che si tuffava in un mare d’amore per Cristo e il prossimo quando agiva appunto da “apostolo” e lo faceva, con l’umiltà del vero operaio evangelico, in comunione d’intenti con altri fratelli di fede radunati in diverse associazioni ecclesiali. Lo potremmo per questo già considerare come un patrono delle aggregazioni laicali, riunite nelle singole diocesi in apposite consulte: egli era capace del resto, anche caratterialmente, di bellissime sinfonie fra le diverse sensibilità che abitano le persone e anche i cristiani nell’espressione della loro adesione ai principi ispiratori del Vangelo.Così Egidio resta attuale a cent’anni dalla sua “epifania” come apostolo: un impegno che lo prese anche in parrocchia come catechista e in famiglia come suscitatore, con la sorella Maria, di un risveglio di vita cristiana praticata. Di ciò che lo agitava santamente dentro nel profondere tante energie di fede e lo muoveva a spendersi senza sosta per la conquista di anime a Cristo (“disse” questo la malattia fatale poi contratta anche a causa della sua generosità), egli ci dà diversi saggi nelle lettere ai suoi ragazzi e giovani incontrati in duomo a Pola, nel cantiere navale della città, quindi sulla nave della Marina Italiana. Annunciando la celebrazione del 22 agosto con inizio alle ore 11, il Comitato “Ven. Egidio Bullesi” riporta un passo esteso ma illuminante sulle motivazioni che lo indussero alle adesioni che stiamo per commemorare, in particolare quella al Circolo della Gioventù Cattolica. Ecco le parole di Egidio ad Amedeo Zovich, uno degli amici da lui “conquistati”: “Al Circolo [ci] si prefigge di restaurare sulla terra il Regno di Gesù Cristo; [qui] imparerai la necessità dell’organizzazione cattolica e vedrai che essa è l’anima dei cristiani; imparerai ad amare il prossimo, il dovere e l’obbligo di fare dell’apostolato, che vuol dire dare agli altri generosamente per amore e con carità quello che per amore e con generosità è stato dato a noi. Vedrai la necessità della difesa della Chiesa. T’istruirai nella dottrina, nella vita religiosa, nella pratica delle virtù cristiane. Oh, nei primi anni della mia vita nell’Azione Cattolica al Circolo, mi si affacciavano queste meravigliose convinzioni, le accolsi con santo intelletto d’amore, e di queste formai lo scopo della mia giovinezza, il miglior preludio di un’esistenza vissuta per il bene della Chiesa e della Patria”.Oggi più che mai, anche per la situazione di incertezza dettata dalla pandemia in corso, abbiamo bisogno di ancoraggi forti: che Egidio Bullesi sappia ancora fissarci – e trascinarci – a Cristo nella sua Chiesa!
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