La prossimità si fa ascolto diffuso

Un’altra comunità cristiana che vive concretamente la testimonianza della carità è la parrocchia di Fiumicello. Per animare e sensibilizzare tutta la comunità alla prossimità verso le persone più fragili, da sei anni c’è il gruppo di volontari della Caritas parrocchiale, composto da persone che risiedono in tutte e tre le ex parrocchie (San Valentino, San Lorenzo e Papariano) che formano l’attuale parrocchia di Fiumicello.Da quando è stata inaugurata la chiesa parrocchiale di San Valentino, dopo i lavori di ristrutturazione, la comunità cristiana di Fiumicello ha deciso di sostituire in tutte le chiese parrocchiali le candele votive con dei cesti in cui si raccolgono alimenti per le famiglie più povere della comunità. Grazie a questa importante scelta la Caritas parrocchiale ha iniziato a distribuire borse alimentari alle famiglie più povere, servizio che è continuato anche nei mesi di confinamento grazie alla collaborazione con il gruppo dei volontari della Protezione Civile.Accanto alla distribuzione di viveri la Caritas parrocchiale è sempre disponibile ad incontrare ed ascoltare le famiglie che si trovano in difficoltà economica o sociale.A Fiumicello la Parrocchia non ha istituito un vero e proprio Centro di Ascolto, perché essendo una piccola comunità le persone in difficoltà, per pudore e orgoglio, farebbero difficoltà ad accedervi; i volontari Caritas stanno quindi sperimentando da diversi anni un “ascolto diffuso”: nel momento in cui vengono a conoscenza di una famiglia o una persona che si trova in difficoltà, si recano al domicilio per ascoltarla e accompagnarla a risolvere i problemi. In questo impegno la Caritas parrocchiale è in rete con gli assistenti sociali e l’assessorato al Welfare del Comune di Fiumicello Villa Vicentina.La parrocchia conta ulteriori iniziative di solidarietà, come quella che coinvolge il mondo agricolo: Fiumicello, infatti, è un paese a vocazione agricola. È proprio il mondo dei coltivatori diretti ha deciso di devolvere le eccedenze di produzione o frutta e ortaggi che, pur essendo ancora in ottime condizioni, non possono essere commercializzati.La Caritas parrocchiale di Fiumicello si reca nelle aziende agricole aderenti all’iniziativa, ritirano i prodotti in donazione e vengono poi destinati non solo alle famiglie povere di Fiumicello ma anche agli Empori della Solidarietà diocesani.In questa comunità cristiana è presente un circolo Acli che collabora con la Caritas parrocchiale e svolge un ottimo lavoro di prossimità. Le Acli di Fiumicello hanno infatti attivato due Centri di Ascolto: uno specializzato nel sostenere le persone con disturbi di ansia e depressione, l’altro accompagna le persone dipendenti dal gioco di azzardo a uscire da tunnel dell’azzardopatia.L’incontro tra la Caritas parrocchiale di Fiumicello e il direttore della Caritas diocesana di Gorizia, diacono Renato Nucera, è stata l’occasione per raccontare un’altra testimonianza di una comunità cristiana che, grazie anche all’impegno del parroco don Luigi Fontanot, vive la prossimità verso le famiglie più fragili e che non si è fermata neanche nel periodo più acuto dell’emergenza sanitaria.L’equipe diocesana della Caritas ringrazia i volontari della Caritas di Fiumicello e il parroco per l’opera di solidarietà che svolgono quotidianamente e la dedizione che offrono nel servire i più poveri.

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La  grande fantasia della carità

San Giovanni Paolo II nel 2001 nell’enciclica “Novo Milenio Ineunte” scrive “È l’ora di una nuova “fantasia della carità”, che si dispieghi non tanto e non solo nell’efficacia dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante, ma come fraterna condivisione.” Queste parole di Papa Wojtyla sono diventate profetiche: tante comunità cristiane della Diocesi di Gorizia nel periodo del confinamento hanno saputo ripensare il proprio essere a fianco dei più poveri per farli sentire a “casa loro”. Tra le tante testimonianze di comunità che non si sono fermate ve ne presentiamo alcune.Nell’Unità Pastorale di Begliano, Pieris, San Canzian d’Isonzo e Turriaco la cassetta delle lettere della canonica, un cesto e l’applicazione WhatsApp sono stati i tre strumenti che hanno permesso alla Caritas parrocchiale di San Canzian d’Isonzo di continuare il proprio servizio di prossimità. Tramite WhatsApp sono stati veicolati dei messaggi a tutte le famiglie conosciute delle quattro parrocchie del territorio, chiedendo poi a chi riceveva il messaggio di inoltrarlo ad altre famiglie residenti nelle stesse comunità. In questo messaggio si faceva appello alla possibilità di elargire un’offerta libera alla Caritas parrocchiale in denaro o in generi alimentari da depositare in cesti collocati nelle chiese parrocchiali. Lo stesso messaggio informava che chi si fosse trovato in difficoltà poteva scrivere la sua richiesta di aiuto e metterla in una busta chiusa nella cassetta delle lettere della canonica. Infine chi fosse venuto a conoscenza di un nucleo familiare in difficoltà poteva segnalarlo lasciando un messaggio in una busta, sempre nella cassetta postale della parrocchia. Le volontarie hanno preso in carico tutte le persone segnalate o che hanno chiesto aiuto.Nella Comunità cristiana dei Santi Pietro e Paolo di Staranzano l’emergenza sanitaria è stata un’occasione per costituire delle reti informali con altri soggetti del terzo settore presenti sul territorio, in particolare con il gruppo della Protezione Civile comunale e l’associazione di promozione sociale ATTIC. Entrambe le organizzazioni si sono rese disponibili per portare la spesa al domicilio delle persone più a rischio di contagio: si recavano all’Emporio della Solidarietà di Monfalcone per prelevare i generi alimentari da consegnare alle famiglie titolari della tessera dell’Emporio e facevano la spesa presso i supermercati per coloro che avevano le risorse economiche per affrontare il costo della spesa alimentare.Nel periodo di “lockdown” i volontari della Caritas dell’Unità pastorale di Brazzano, Borgnano, Cormons e Dolegna del Collio hanno recapitato le spese alimentari a domicilio e hanno deciso, anche di aumentare il numero delle consegne di generi alimentari in un mese. Il Centro di Ascolto parrocchiale è rimasto attivo grazie a un numero di cellulare pubblicizzato sui canali di informazione dell’Unità pastorale; le famiglie che avevano necessità, potevano telefonare per trovare ascolto, sostegno e aiuto concreto. Grazie a questa sensibilizzazione la Caritas parrocchiale è riuscita a incontrare, tra i mesi di marzo e aprile 2020, 10 nuovi nuclei familiari e 5 nuove persone che vivono da sole, scivolate nella povertà economica a causa della crisi dovuta alla pandemia.

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L’impegno del Rotaract per la Caritas diocesana

La Caritas diocesana di Gorizia ringrazia di cuore il Club Rotaract di Monfalcone e Grado e i suoi volontari per aver organizzato una raccolta di beni alimentari sabato 12 settembre presso i supermercati Conad di Monfalcone e Despar di Ronchi dei Legionari.Sono stati raccolti 500 chilogrammi di alimenti che sono stati destinati all’Emporio della Solidarietà di Monfalcone. Tra questi si sono potuti contare ben 65 litri di olio, 80 chilogrammi di zucchero, 100 di farina, 200 di pasta e più di 70 litri di latte.